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Senza fare danni, ma nemmeno fuochi d’artificio. Sulla manovra giallorossa si aggiunge un altro commento dal buon peso specifico, quello di Mr.Forbici, all’anagrafe Carlo Cottarelli, l’economista chiamato nel novembre del 2013 dall’allora premier Enrico Letta alla delicata se non impossibile missione di tagliare la spesa pubblica. Oggi Cottarelli, che a maggio del 2018 per un attimo sfiorò la poltrona di capo del governo nell’ambito della affannose consultazioni propedeutiche alla nascita del governo Lega-M5S, dirige l’Osservatorio sui conti pubblici ma questo non gli impedisce di spiegare in questa intervista a Formiche.net il suo punto di vista.

Cottarelli, la manovra che si avvia a entrare in Parlamento le piace?

Una manovra che non fa danni, che non è espansiva e non è restrittiva. I saldi complessivi non verranno modificati, il deficit rimarrà quello dello scorso anno. Per deficit intendo i soldi che si danno all’economia, il netto che si dà all’economia. Questo vuol dire però che non c’è nessun miglioramento dei conti pubblici, a cominciare dal debito che scenderà solo dello 0,1%. Questa manovra non fa molto su ambo i fronti, conti pubblici e crescita.

Il governo sembra puntare forte sulla lotta all’evasione. Le chiedo se gli obiettivi prefissati sono verosimili…

Gli obiettivi sono stati ampiamente rivisti, inizialmente erano 7 miliardi, ma ora sono di meno, circa 3, come era d’altronde prevedibile. Una cifra che si può fare, non sono da buttare via, anche se quando parliamo di evasione parliamo di 110 miliardi di euro. L’idea di incentivare i pagamenti elettronici va bene ma non assicura il recupero automatico dell’Iva, funziona semmai da deterrente, è per questo che era d’obbligo essere molto più cauti sulle stime di lotta all’evasione.

Pd e M5S hanno raggiunto un accordo per l’inasprimento delle pene per gli evasori. Anche questo è un deterrente?

Per la verità il carcere agli evasori c’è già, chiariamo questo punto. L’evasione è un reato grave, è giusto punirla severamente oltre una certa soglia. Ma onestamente non mi scandalizza il fatto che si aumentano le pene per chi evade cifre importanti. D’altronde, la pressione fiscale è stimata al 42%, ma se escludiamo la parte di evasori, la pressione fiscale effettiva per chi paga le tasse è quasi al 50%.

Lunedì la Commissione europea ha chiesto chiarimenti sulla nostra manovra. Ora il governo dovrà rispondere. Ma non era una finanziaria a prova di Ue?

A prova d’Europa non direi visto che comunque anche questa Ue sembra essere in linea con un’interpretazione fedele delle regole. Certamente non c’è la situazione dello scorso anno, quando la nostra manovra era praticamente l’opposto delle regole europee. Non credo che ci saranno particolari problemi, magari qualche richiesta di chiarimento, qualche limatura, ma non certo lo scontro dello scorso anno.

Anche se la riduzione del debito pubblico è la grande assente da questa manovra? Per l’Ue è un caposaldo…

La riduzione del debito pubblico non c’è e il debito non scende. E questo fondamentalmente lascia il Paese esposto al rischio, ai cosiddetti venti avversi, ad eventuali turbolenze e ad un rialzo dello spread. Nella sostanza, rimaniamo vulnerabili.

E la spending review? Lei ne sa qualcosa…

Non c’è nemmeno quella. Solo qualche taglio di tasse da 1 miliardo ma una riforma della spesa organica non la vedo. È una manovra senza veri tagli e che non offre molto sul versante della crescita.

Cottarelli un’ultima domanda. Quota 100 andava eliminata?

Purtroppo il problema è un altro, anche se si abolisse non si risparmierebbe nel 2020, magari nel 2021, ma parliamo di cifre tra i 500 milioni e il miliardo. Faccio notare che non si può richiamare al lavoro chi è uscito anticipatamente. E poi anche a carte ferme e senza Quota 100 probabilmente la spesa per le pensioni è destinata dunque ad aumentare nei prossimi decenni rispetto alla dimensione dell’economia e rispetto al Pil.

Bene la severità giallorossa per chi evade (ma non farà miracoli). Parla Cottarelli

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