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Ogni politico che tenga alla famiglia propone un qualche sussidio aggiuntivo. 400 euro al mese fino a tre anni; 248 fino a 18; 80 anche dopo i 18 e fino ai 26 per i figli a carico. A quel punto un ponte con il reddito di cittadinanza e siamo alle soglie della pensione anticipata. La bontà a spese d’altri è divenuta epidemica. Ma anche patologica.

L’Italia è enormemente più ricca di quando si facevano assai più figli, ma ha politiche per la famiglia che sono concepite come se fosse diffusa la denutrizione. Quando i bambini sono piccoli il problema dei genitori è la gestione del tempo quotidiano. Quando crescono la gestione del loro tempo futuro. Per la prima cosa non servono i bonus a nulla o il ciuccio di Stato, ma servizi che consentano di conciliare la procreazione con il lavoro. Servirebbero asili nido e scuole con orari non ridotti a mezza mattinata, come strutture per lo sport, il tempo libero, la musica e via dicendo. Se i soldi fossero concentrati in queste cose, anziché spezzettati in elemosine, si tornerebbe a pensare ai figli come ricchezza (e gioia), anziché come costi (e vincoli).

Al nord ogni 100 disoccupati ci sono 80 posti di lavoro che non vengono coperti, al sud sono 18. Meno, ma comunque tanti. In 5 anni serviranno 160 mila laureati in più di quelli che saranno prodotti. La gestione del tempo futuro, vale a dire la ragionevole sicurezza che un ragazzo disposto a impegnarsi non avrà problemi a mantenersi, rendendosi autonomo e padrone della vita, ha molto a che vedere con la formazione. Ma su quel fronte la politica corteggia i precari e i loro presunti diritti, vaporizzando quello degli studenti ad avere scuole e università la cui misurazione finale non porti ai risultati umilianti e vergognosi che evidenziano i test.

Ragionare così, però, significa parlare del tempo presente usato per costruire un futuro prossimo coerente con l’essere potenza industriale e parte di una Unione europea che è l’area più ricca del mondo. Ragionare per bonus, assegni e regalie, invece, significa parlare ai presenti per avere il loro voto a ricorrenza semestrale. Fra persone responsabili e assennate già basterebbe per rifiutarlo. Fra quanti suppongono che si possa avere senza mai pagarla, invece, si tratta solo di valutare l’offerta migliore e più convincente. Ed è una colpa, lasciarsi così convincere.

Bonus e regalie. Cosa (non) serve agli italiani. Il commento di Giacalone

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