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Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, arriva oggi a New York per una due giorni di incontri e contatti politici che lo porterà fino a Washington, alla Casa Bianca. Sarà la prima visita negli Usa da quando occupa il ruolo di guida del Partito Democratico e coabita con i grillini nella coalizione di governo.

L’agenda è fitta. Gli incontri toccano anche l’amministrazione Trump, sebbene i faccia a faccia siano inizialmente più concentrati sul mondo Dem. Primo appuntamento fissato con l’ex presidente democratico Bill Clinton (lunedì alla 16, a Broadway). Poi, oggi in serata, parteciperà all’elezione del segretario del circolo Pd di New York, che, vista anche l’alta presenza di italiani nella Grande Mela, è una delle organizzazioni extra territoriali del Pd più partecipata.

Altro incontro importante, a seguire, con il primo cittadino newyorkese, Bill de Blasio — sarà a cena l’appuntamento con il sindaco. Chiaramente di origini italiane, De Blasio è stato eletto nel 2014 con una vittoria e una piattaforma politica che aveva suscitato molto interesse internazionale. Il sindaco di New York per qualche mese ha accarezzato l’idea di candidarsi alla presidenza, salvo poi ritirarsi quasi subito, il 20 settembre, con una dichiarazione netta: “Non è il mio tempo”. Sarà un appuntamento istruttivo per Zingaretti, visto che — salvo cambiamenti — il prossimo anno il Pd dovrà misurare la nuova esperienza di governo in altre e corpose amministrative (regionali in Veneto, Liguria, Campania, Toscana, Marche e Puglia, più svariate comunali).

Martedì il leader politico italiano sarà a Washington, dove poco prima delle due del pomeriggio ha fissato un incontro con Nancy Pelosi. La Speaker della Camera guida la riscossa dei Democratici ed è il volto dietro alla procedura di impeachment contro Donald Trump. Anche lei è un’italo-americana, e ha molto a cuore i rapporti con Roma (da anni politica di grido, è assidua frequentatrice della residenza diplomatica italiana di Villa Firenze). Pelosi è un esempio di capacità e organizzazione politica. I Dem hanno una piattaforma molto vasta, svariati contendenti in campo per Usa 2020 (come logico) con posizioni molto diverse. La Speaker sta finora gestendo bene le linee di azione dei giovani più arrembanti al Congresso, le visioni classiche e moderate (per certi versi conservatrici) incarnate dai legislatori più navigati, e le richieste di una base articolata. Un gioco di equilibri molto complicato che ha anche come scopo accaparrarsi i consensi degli indecisi, insieme elettorale su cui  (logicamente) ci si gioca la vittoria alle prossime presidenziali.

Successivamente Zingaretti arriverà alla Casa Bianca, passando da un omaggio al monumento di Martin Luther King. Nel centro di comando dell’amministrazione statunitense, l’italiano avrà incontri (finora non meglio specificati) all’interno del quadro del Consiglio di Sicurezza nazionale, organo che affianca il presidente nelle decisioni più delicate su faccende di politica interna e (soprattutto) estera, siano esse di natura diplomatica, di sicurezza, militare o civile. Per esempio, ha un ruolo sulle dinamiche commerciali, che sono uno scomodo fascicolo aperto, alla pagina dazi, tra Roma e Washington.

Più in generale, la visita sarà un modo ulteriore per tenere accese le storiche relazioni d’amicizia tra i due Paesi. Nei giorni scorsi, alla fine di settembre, anche il leader di Italia Viva, l’ex premier e segretario Pd Matteo Renzi,  è stato in visita a New York per incontrare gli esponenti della comunità italiana e di quella finanziaria.

Tutti gli incontri americani del segretario dem Zingaretti

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