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Libia ancora irrequieta, nonostante i tentativi di riavviare il percorso politico, minati costantemente dagli attacchi del signore della guerra della Cirenaica, Khalifa Haftar, contro Tripoli e le fazioni alleate al governo onusiano, mentre si muovono dinamiche di interessi attorno al petrolio. Con ordine, partendo dal sottolineare la nota positiva: l’ambasciata italiana in Libia ha preso una posizione contro le azioni di Haftar a Misurata.

Le forze haftariane hanno attaccato Sirte, ex roccaforte dello Stato islamico ora controllato dalle unità di Misurata che hanno sconfitto col sostegno americano i baghdadisti nel 2016. Misurata, città-stato della Tripolitania che difende politicamente e militarmente il Governo onusiano di Tripoli (Gna), è stata anche colpita direttamente da Haftar ancora una volta nelle ultime ore. Centro degli attacchi l’aeroporto: mezzi della Libyan Wings e Libyan Airlines sono stati danneggiati, un dipendente dello scalo colpito. Nell’aerea, val la pena ricordare, è presente un ospedale militare italiano che ha dato assistenza alle unità che hanno combattuto il Califfato a Sirte, e che adesso danno aiuto ai civili.

Haftar colpisce zone a poche centinaia di metri dai medici-militari italiani: una situazione su cui il governo italiano ha per lungo tempo chiuso un occhio, ma oggi ha finalmente stigmatizzato i raid di Haftar.

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Il governo Onu in Libia ha avanzato una denuncia formale al Consiglio di Sicurezza “per i bombardamenti delle milizie di Haftar, sostenute da paesi stranieri, degli aeroporti internazionali di Mitiga [Tripoli] e Misurata” — “Il  Consiglio di Sicurezza rimane senza azioni nei confronti dei crimini perpetrati dalle milizie di Haftar, compreso l’ultimo bombardamento dell’aeroporto civile internazionale di Misurata, nel quale un lavoratore dello scalo è rimasto ferito, e sono stati colpiti numerosi aerei”. Il ministero degli Esteri del Gna invita nella nota “il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti del popolo libico, a dissuadere e punire l’aggressore [Haftar] e gli Stati che sostengono le milizie di Haftar e la sua aggressione contro la capitale Tripoli”.

Dall’Onu, lato Unsmil (la missione speciale sulla Libia) era arrivata qualche giorno fa anche una forte critica contro la possibilità dell’apertura di commerci di petrolio dalla Cirenaica. Una condizione che avrebbe favorito un processo di spartizione delle risorse secondo quanto voluto da Haftar e rischiava di aprire la strada a divisioni del paese. Oggi la Noc, la società petrolifera nazionale, ha ripreso la posizione dell’Unsmil in un comunicato duro contro le ambizioni haftariane sul petrolio, “ha riconosciuto il controllo della Noc sull’importazione e l’esportazione di petrolio greggio e prodotti petroliferi”. La missione delle Nazioni Unite aveva avvertito nelle scorse ore che “i continui sforzi per dividere la National Oil Corporation minacciano le entrate petrolifere del paese e di conseguenza gli interessi di tutti i libici”. Secondo la Noc, il comunicato dell’Unsmil rappresenta “un passo importante per prevenire la partizione della Libia”.

 

 

 

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