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La società di oggi, purtroppo, rappresenta un terreno favorevole per il virus dell’antiscienza e dell’ignoranza. Chiunque si ponga delle domande sul moto e sulla forma della Terra, può accedere a Internet – purtroppo terra di nessuno – e trovare almeno 200 prove che questa è piatta e non gira. Senza prove convincenti, ma non tutti riescono a cogliere questo dettaglio. La situazione, dunque, volendo ampliare il raggio di analisi, diviene pericolosa e, quando l’ignoranza incontra anche l’arroganza, la miscela diventa esplosiva. E infatti è esplosa con i vaccini.

Nel 2015 la copertura vaccinale per il morbillo in Italia era inferiore a quella di Paesi come il Ghana, con conseguenze molto gravi. Infatti nel 2017 siamo arrivati quinti nel mondo per casi di morbillo, “stracciando” Etiopia, Gabon e Afghanistan. La scelta antiscientifica, però, diventa tragica quando a farla non sono i cittadini, ma gli Stati.

Un esempio fra tutti, quello del Sudafrica, il cui presidente si convinse che l’Aids non era causato dall’Hiv e, grazie a scienziati incompetenti ma compiacenti, mise sù un comitato di “scienziati alternativi” e suggerì alla popolazione di curarsi con patate e altre follie. Con il risultato che, mentre tutto il mondo smetteva di morire di Aids grazie ai progressi della scienza e della ricerca nel farmaceutico, in Sudafrica avveniva l’esatto contrario, con un costo di 350mila vite, perlopiù bambini.

Ma vi sono anche altri esempi che illustrano in modo efficace le possibili conseguenze di eventuali scelte antiscientifiche. Germania Est e Germania Ovest, ad esempio, quando il Paese era ancora diviso, adottarono il vaccino contro la poliomielite in tempi diversi; la prima con due anni di anticipo sulla seconda. In quei due anni sono stati registrati 8.800 casi di poliomielite in Germania Ovest e 130 in Germania Est. Costi, dunque, sia da un punto di vista umano, sia da un punto di vista economico. Altro esempio è quello della Sars, malattia infettiva con mortalità molto alta scoppiata nel 2002.

I primi casi furono registrati in Cina, ma la malattia si espanse molto velocemente. In Canada causò 43 decessi. Un numero umanamente tragico, ma concretamente limitato che avrebbe dovuto avere un impatto molto basso sull’economia di un Paese. Invece non fu così. La psicosi, la paura e la diffusione di notizie causò effetti drammatici sul Pil del Canada.

I costi dell’antiscienza, dunque, sono molto alti e il nostro Paese rappresenta, in questo senso, un pessimo esempio. La cura Di Bella o il metodo Stamina sono solo alcuni esempi di un cortocircuito particolarmente dannoso. Per questo sostengo, sempre, leggi o pubbliche dichiarazioni, di destra o di sinistra, che prendono posizioni ferme in difesa dei vaccini e in difesa della scienza. Che non fornisce verità assolute, ma che deve essere riconosciuta come un patrimonio fondamentale dei cittadini e un valore super partes.

Un ruolo molto importante è anche quello della stampa e dei mezzi di comunicazione, che spesso riportano notizie non verificate o danno spazio a persone che non hanno le competenze necessarie a trattare determinati argomenti. I social media, infine, sono terreno fertile per la diffusione delle bugie più pericolose, che affondano le proprie radici nella paura delle persone. Chi sostiene sui social che i vaccini causano l’autismo, trae la propria forza dalla paura che stimola nei genitori che preferiscono, nel dubbio, evitare un danno immediato accettando il rischio di un danno nel lontano futuro. Medesima questione nel caso contrario: chi promette di guarire un malato senza poterlo fare, approfitta della debolezza che quella persona ha in quel determinato momento della propria vita.

Ritengo dunque che lo Stato debba intervenire in difesa di questi soggetti, sebbene anche le attività di professionisti medici e scienziati volte alla divulgazione di notizie corrette e competenti sul tema, possano servire. Ma la battaglia contro l’antiscienza non è ancora vinta. Il cancro è una malattia di cui tutti abbiamo paura, eppure il vaccino contro il papilloma virus, che è un vaccino che previene l’insorgenza di alcuni tumori maligni, sicuro ed efficace, nonostante venga offerto gratuitamente è rifiutato dal 50% dei genitori per i propri figli.

Anche noi medici e scienziati, dunque, dobbiamo fare un esame di coscienza sul perché la gente non si fida di quello che diciamo. E così anche le case farmaceutiche, che potrebbero impegnarsi di più nelle attività di comunicazione. Non seguire la scienza è da autolesionisti. Ricordiamo che la poliomielite in Italia colpiva 8mila bambini ogni anno, lasciandoli paralizzati per tutta la vita quando andava bene, e che oggi non c’è più. Sarebbe opportuno che non ritornasse.

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