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Scontro frontale. Huawei, la compagnia cinese leader nella telefonia mobile, ha fatto causa alla Commissione federale per le telecomunicazioni (Fcc) degli Stati Uniti. Ad annunciarlo il direttore legale del colosso tech con base a Shenzen, Song Liuping, in una conferenza stampa questa mattina. “La Fcc ritiene che Huawei sia una minaccia alla sicurezza. Ma il suo presidente Ajit Pai non ha fornito alcuna evidenza” l’accusa lanciata dal quartier generale.

La commissione federale il mese scorso ha vietato alle aziende americane nel settore telco di utilizzare sussidi federali per acquistare tecnologia da aziende cinesi come Huawei e Zte, che secondo il governo americano sono controllate dal Partito comunista cinese e ree di azioni di spionaggio industriale.

Il bando potrebbe avere un impatto significativo sulla presenza di aziende come Huawei negli Stati Uniti, soprattutto nelle zone rurali dove i fornitori della banda larga sono pochi e le aziende cinesi, grazie ai prezzi molto più contenuti della concorrenza, hanno conquistato importanti fette del mercato americano. Le compagnie statunitensi che già utilizzano, per esempio, equipaggiamento Huawei, rischiano ora di non ricevere più da un giorno all’altro sussidi pubblici. Il governo federale vuole infatti far sostituire la tecnologia cinese già installata in queste zone aprendo la strada a provider ritenuti più affidabili, come le scandinave Nokia ed Ericsson.

Di qui l’azione legale di Huawei perché, dice l’azienda, “l’ordine della Fcc viola la Costituzione”. Si tratta della seconda causa intentata al governo americano dal gigante della telefonia mobile fondato da Ren Zhengfei. La prima lo scorso maggio, quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un decreto che di fatto impedisce, o rende molto oneroso, per le compagnie statunitensi l’acquisto o la vendita di tecnologia ad aziende cinesi come Huawei e Zte.

Il provvedimento, che è stato già oggetto di due proroghe trimestrali della Casa Bianca nel corso dei negoziati commerciali con il governo cinese, è visto come una grave minaccia per Huawei, che rischia di dire addio definitivamente al sistema operativo Android di Google per i suoi smarthphones e dispositivi mobili.

A detta degli esperti, l’azione legale di Huawei rientra in una campagna di public advocacy che l’azienda ha inaugurato da mesi per conquistare la fiducia dei clienti e soprattutto dei governi con cui collabora, che potrebbero essere tentati di seguire la strada degli Stati Uniti, tanto più alla luce delle pressioni diplomatiche del Dipartimento di Stato di Mike Pompeo nei confronti dei Paesi alleati. Così si spiegano i ripetuti inviti ai media internazionali a veri e propri “tour” nei quartier generali della compagnia e, appunto, le cause intentate nei confronti dei governi e dei soggetti privati accusati di “diffamare” il buon nome di Huawei.

Huawei

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