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La notizia ha fatto il giro del mondo. Letteralmente. In una caserma di Roma viene scattata una foto al sospettato diciottennte di nazionalità statunitense, accusato dell’omocidio di un carabiniere. E’ legato, con le mani dietro alla schiena, seduto chino sulla sedia ed è bendato.

Qualcuno, nella caserma, ha fatto la foto e l’ha fatta circolare. Evidentemente per dimostrare che avrebbero punito il ragazzo ora in loro custodia. Il Ministro degli interni, Matteo Salvini non ha fatto attendere un suo commento, positivo, minimizzando l’accaduto.

Ecco, quando un rappresentante dello Stato non prende posizione contro il disrispetto, da parte di un organo di polizia, dei diritti basilari di un sospettato, e anzi, per propaganda politica, diffonde foto con commento allegato, non commette solo un errore politico grave, ma danneggia anche lo Stato.

Il commento su facebook dell’ex Presidente del Senato, già giudice antimafia, Pietro Grasso è la risposta giusta, che merita di essere ripresa e rilanciata:

“Quando arrestammo Bernardo Provenzano, o quando interrogai Giovanni Brusca, mi trovai davanti uomini che avevano commesso le stragi, fatto uccidere colleghi e amici, progettato il mio omicidio e il rapimento di mio figlio. Potete immaginare il mio stato d’animo. Ho sempre avuto chiaro però quale fosse il mio ruolo: quello di rappresentante dello Stato.
A Provenzano, catturato dopo 43 anni di latitanza, la prima cosa che chiesi fu: “ha bisogno di qualcosa?”; rispose che aveva bisogno di un’iniezione per curare la sua malattia, e rapidamente trovammo il modo di fargliela.
Gli dimostrammo la differenza tra noi e loro: non ci si abbassa mai al livello dei criminali che si combattono, non ci sono e non devono esserci eccezioni.
Questo significa essere uomini e donne al servizio dello Stato.

Penso che la foto di cui tutti parlano, e che ovviamente mi guardo bene dal pubblicare, sia la prova di almeno un paio di reati, e probabilmente una buona arma in mano agli avvocati difensori dell’assassino.
E’ una foto che mi fa male perché quel comportamento infanga il lavoro di migliaia di Carabinieri. Chi rappresenta lo Stato non deve fare queste cose. Chi fa il Ministro della Repubblica non deve giustificarle, come hanno fatto Centinaio e Salvini. Chi – come la Lega – lancia un sondaggio su facebook per aizzare gli istinti più bassi dei cittadini non ha alcun senso dello Stato. E’ pericoloso, sbagliato, e fa male al nostro Paese. Non posso nascondere di essere davvero preoccupato.”

Lo stato è altra cosa dai criminali che ha in custodia. Le regole del gioco, della democrazia, devono sempre essere difese. Non c’è nessuna motivazione che possa giustificare il venir meno dei principi base della democrazia e del rispetto dei diritti delle persone. Siano essi criminali o meno.

Dobbiamo reagire, tutte e tutti, a questa deriva pericolosa e illiberale. Piano piano, senza quasi accorgersene, vengono delegittimate istituzioni, figure politiche, regole e pure il rispetto della legge. Intollerabile. Dobbiamo comprendere tutte e tutti il rischio che stiamo correndo. Il rispetto dello Stato di diritto deve prevalere sempre e su tutto, specie rispetto al desiderio di vendetta.

 

In difesa dello stato di diritto. Salvini non minimizzi

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