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Sbaglia chi considera l’Emilia-Romagna un test nazionale. Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, è convinta che l’elezione regionale in programma a gennaio, come tutte le altre regionali, “è un’elezione a parte, con i suoi candidati e partiti, e un mercato politico locale, la partita è aperta”.

Farne una battaglia nazionale rischia di non essere una tattica vincente, per nessuno dei partiti in corsa. È vero, il risultato del voto in Umbria ha avuto un effetto tsunami sui sondaggi. Ma come in Umbria anche in Emilia sarà il territorio la variabile chiave per andare all’incasso, ammonisce Ghisleri. “Le elezioni umbre sono coincise con l’annuncio di una legge di stabilità molto particolare, presentata senza un filo conduttore e letta da molti cittadini come un pegno di tasse una dopo l’altra”. Se poi si mettono a confronto le rispettive campagne elettorali dei partiti in corsa il risultato è presto spiegato. “Non si può pensare di fare una campagna elettorale arrivando gli ultimi giorni e pensando di essere efficaci con un intervento solitario, è necessario fare un percorso”.

Promemoria per il centrosinistra, tuttora in attesa di capire se si presenterà con i Cinque Stelle o correrà in solitaria con Stefano Bonaccini per riconfermarsi alla guida dell’Emilia-Romagna. “La strategia sul territorio sarà decisiva – prevede la Ghisleri – bisogna tornare a fare campagne elettorali vecchio stile, al di là del colore politico i metodi contano”. Un esempio? “L’Emilia è composta da tante piccole realtà locali e da città più grandi come Bologna, l’unico modo per conoscerla e farsi conoscere è battere tutto il territorio, girare paesino per paesino”.

Ecco spiegato il tour di Matteo Salvini a fianco della candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni. Come in Umbria, così in Emilia-Romagna il leader della Lega ha dato il via a un pellegrinaggio quotidiano di borghi, sagre, comizi organizzati e improvvisati fra un bar e un tabaccaio. Funziona? Sì, risponde Ghisleri, ed è una delle ricette del successo del centrodestra. “Una coalizione in salute, ci sono partiti come Fdi in crescita esponenziale e altri che richiedono un po’ di editing”.

È proprio il territorio la chiave di lettura per capire il tracollo elettorale di Silvio Berlusconi. Il fondatore di Forza Italia si è convinto a lanciare un partito gemello, “L’Altra Italia”, pensato come contenitore del voto moderato. Un’operazione che ha qualche falla evidente in partenza. “Molto dipende da quali personaggi metterà in campo. Costruire un partito dal nulla è sempre rischioso, ci può anche essere un leader ma se manca una rete sul territorio l’architettura crolla prima di essere completata”. Non sorprende dunque il sorpasso del partito di Giorgia Meloni su Forza Italia, ormai ampiamente certificato nei numeri. “Sono cambiati pesi e misure dei partiti nel centrodestra, ha retto meglio nel tempo chi ha capito che il vecchio duopolio destra-sinistra non può tornare tale e quale”.

L'Emilia Romagna non è un test nazionale. Promemoria di Ghisleri per il centrosinistra (e non solo)

Sbaglia chi considera l’Emilia-Romagna un test nazionale. Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, è convinta che l’elezione regionale in programma a gennaio, come tutte le altre regionali, “è un’elezione a parte, con i suoi candidati e partiti, e un mercato politico locale, la partita è aperta”. Farne una battaglia nazionale rischia di non essere una tattica vincente, per nessuno dei…

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