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Di sicuro gli sponsor non mancano. Mario Draghi ha ufficialmente lasciato la Bce con una cerimonia solenne dalla quale è emerso un messaggio importante. Se c’è qualcuno che ha salvato l’Europa e la sua moneta unica, che in dodici anni di crisi ha traballato più volte, questo è proprio Draghi al quale è stato riconosciuto il ruolo di stabilizzatore dell’area monetaria, quando i venti sovranisti e lo spread italiano a 300 punti base sembravano presagire la fine dell’euro. L’uomo del bazooka a suon di Qe (acquisti sul larga scala di titoli pubblici al fine di finanziare il debito sovrano), dei maxi-prestiti alle banche, del  whatever it takes. Che in molti vedono come capo di un governo tecnico in caso di caduta di quello giallorosso (Giancarlo Giorgetti dixit), ha trovato un primo grande riconoscimento. Quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

MATTARELLA BENEDICE DRAGHI

Mattarella è andato dritto al punto, attaccando sul petto di Draghi la medaglia più ambita, quella di salvatore dell’euro e dunque della stessa Ue.  Draghi nei suoi otto anni alla guida della Bce ha svolto “uno straordinario impegno al servizio dell’Europa. In questi otto anni è stato autorevolmente al servizio di un’Europa più solida e inclusiva, interpretando la difesa della moneta unica come una battaglia da condurre con determinazione contro le forze che ne volevano la dissoluzione”, ha spiegato Mattarella. Il Capo dello Stato ha ricordato in particolare la sfida della crisi del 2011. Ovvero “sconfiggere la percezione della possibilità, se non del rischio, di dissoluzione dello stesso Eurosistema. Una possibilità e un rischio che oggi possiamo considerare sconfitti”. Secondo il Presidente della Repubblica “oggi possiamo dire che il sistema economico europeo è più solido. L’occupazione è cresciuta ed è mediamente più alta che nel 1999. Il sistema bancario, sotto la supervisione unica europea, è più compatto. L’integrazione tra le economie, e quindi la convergenza tra gli Stati Membri, è elevata, ma soprattutto, e questo rappresenta uno dei più grandi risultati di questi anni, il sostegno popolare all’euro è tornato a essere particolarmente alto”. E poi, la conclusione. “Professor Draghi, caro Mario, come cittadino europeo desidero dirti grazie”.

GLI ONORI TEDESCHI

Persino Angela Merkel, rappresentante di quella nazione che più di tutte ha osteggiato la politica accomodante di Draghi, ha ammesso il ruolo fondamentale di Draghi in questi anni difficili. Proprio a settembre la consigliera tedesca nel board Bce ha lasciato l’Eurotower in polemica con la linea di Draghi. Merkel ha parlato di “un cruciale contributo alla stabilità dell’area dell’euro”, ringraziando Draghi per il ruolo giocato “nel concerto europeo per aver superato quella crisi: oggi siamo ben lontani da quella situazione, ha detto Merkel, anche se non siamo senza problemi, siamo molto più forti”.

IL MESSAGGIO DI MACRON

Un’ultima riflessione sull’operato di Draghi è arrivata dal Presidente francese Emmanuel Macron. Il quale ha sottolineato “l’umiltà e l’umanità” di Draghi. “Sei sempre stato consapevole di quello che era la cosa più importante oltre le parole e i numeri: la vita delle persone, non ti sei mai perso lungo la strada, hai agito per loro, per tutti, è quello che nel mio Paese chiamiamo il pubblico interesse” ha detto Macron nel corso del suo intervento. Macron ha quindi ricordato il coraggio di Draghi che di recente ha richiamato la politica fiscale a svolgere il suo ruolo a fronte del rallentamento della crescita economica in Europa. “Spetta a noi capi di stato e di governo portare avanti il suo famoso whatever it takes, essere i guardiani della sua eredità”. Arrivederci Draghi.

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