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Un razzo cinese è riuscito ad atterrare in piedi dimostrando le capacità tecnologiche di Pechino. Beijing Interstellar Glory Space Technology Ltd., anche nota come iSpace, ha testato con successo il razzo lanciatore con capacità di atterraggio, Hyperbola-2Y.

Durante il suo volo di 51 secondi, Hyperbola-2Y è arrivato a 178 metri di altezza per poi effettuare una discesa controllata supportata dalle sue quattro “gambe di atterraggio”.

L’esperimento di volo è parte del piano di iSpace di sviluppare il lanciatore di medio carico Hyperbola-3, la cui operabilità è prevista per il 2025.

Il razzo

Il razzo cinese sarà lungo 69 metri e capace di trasportare, in modalità riutilizzabile, 8.5 tonnellate nella Low Earth Orbit (Leo). Il test ha verificato, e reso chiare al mondo, le capacità di propulsione, navigazione e controllo della compagnia privata iSpace. Competenze essenziali per sviluppare i futuri processi di riutilizzo.

Un grande progresso

Il lancio e l’atterraggio verticale segnano un grande progresso verso la creazione di lanciatori riutilizzabili di medio carico, la cui operabilità è fissata per il 2025. Di fatto, tramite questa tecnologia la compagnia cinese riuscirebbe ad emulare il successo di SpaceX e del suo razzo Falcon 9, rendendo l’industria aerospaziale al passo con i più avanzati sviluppi globali e creando una competizione diretta tra le due.

Il successo di iSpace

Già nel 2019 iSpace scriveva la storia cinese quale prima compagnia privata a raggiungere lo spazio attraverso un razzo di propria produzione, Hyerbola-1. Nonostante i tre fallimenti successivi, l’azienda è riuscita a tornare in orbita all’inizio di quest anno. I nuovi lanci del razzo Hyperbola-1 sono previsti per il 2024, nonostante la competizione con il Ceres-1 della privata Galactic Energy e con i razzi Kuaizhou della compagnia pubblica cinese Expace.
Sebbene la piena capacità di riutilizzo di Hyperbola-3 sia attesa per il 2026, iSpace guarda già al futuro e progetta lo sviluppo di una versione ancora più avanzata, Hyperbola-3B, simile alla configurazione del Falcon Heavy e capace di trasportare ben 15 tonnellate in Leo.

Le private cinesi

iSpace non è l’unica compagnia cinese in fase di progettazione di reusable-rockets. Galactic Energy e CAS Space, una spin-off dell’Accademia cinese delle scienze, hanno recentemente condotto un “hop-test”, test di lancio e atterraggio. Analogamente, nel 2022, la privata Deep Blue Aerospace ha condotto con successo il decollo e la successiva discesa di un razzo, mentre la compagnia Space Pioneer sta pianificando un lanciatore con capacità analoghe al Falcon 9 da mandare in orbita entro il 2024.

La Cina ha aperto le porte del settore spaziale nazionale alle compagnie private già dal 2014 come reazione all’esplosione delle attività commerciali negli Stati Uniti. Da quel momento, il governo centrale ha implementato politiche e pubblicato linee guida con l’obiettivo di supportare lo sviluppo del settore spaziale commerciale cinese.

Il 2023 è stato un anno di notevole importanza per le private cinesi: CAS Space, Galactic Energy, iSpace, Expace, Space Pioneer e Landspace hanno tutte raggiunto l’orbita terrestre. A ciò si aggiunge il successo di Space Pioneer e Landspace nel produrre il primo propellente liquido commerciale Made in China.

Prospettive per il futuro

Ai successi delle compagnie private cinesi, si aggiungono le importanti opportunità contrattuali che potrebbero sorgere per il trasporto di cargo alla stazione spaziale Tiangong. Si prevede, inoltre, che la megacostellazione cinese Guowang nella Leo possa incrementare le opportunità di crescita per gli attori commerciali attraverso diverse attività, tra cui il lancio di oggetti spaziali.

iSpace - Hyperbola-2Y

Attenti allo SpaceX cinese, i nuovi razzi riutilizzabili di Pechino

Lanciatori cinesi verso la riutilizzabilità. Successo alla Jiuquan Satellite Launch Center per il test di lancio e atterraggio del razzo della compagnia privata iSpace. Un risultato che dimostra le capacità spaziali del dragone e mette in diretta competizione iSpace e SpaceX per il primato tecnologico nel settore

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