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Il passaggio di testimone c’era già stato un mese fa, quando in un’unica occasione il governatore uscente della Bce, Mario Draghi (fresco di rifiuto al vertice del Fondo monetario), rilanciò la sua dottrina di politica monetaria in vista del delicato passaggio di consegne con Christine Lagarde, benedicendone al contempo la scelta per la successione da parte della commissione Ue (qui l’articolo). Tra meno di un mese l’economista francese (12 settembre) lascerà proprio il Fmi che ha guidato in questi anni per andare a prendere posto sulla poltrona di presidente della Bce.

LA DOTTRINA DRAGHI 

Al comando dell’Eurotower Draghi ha portato avanti una dottrina tutto sommato semplice ma abbastanza efficace da evitare il crack di molte economie continentali, se non addirittura della stessa Eurozona. E cioè, taglio dei tassi per abbassare da una parte il costo del denaro e dall’altra consentire a chi ha contratto prestiti di restituirli con maggior facilità, abbassando così il livello di crediti in sofferenza presso le banche. Una mossa che in più occasioni ha generato vere e proprie impennate in Borsa. L’altro pilastro è il Qe, il programma di acquisti di titoli di Stato sul larga scala, ridenominato bazooka, che proprio Draghi ha contribuito a rendere celebre. L’Eurotower ha di recente confermato il programma di reinvestimento a scadenza dei titoli rilevati con il Quantitative easing negli anni addietro. Dunque, con i soldi frutto della monetizzazione dei titoli acquistati, Francoforte ne acquisterà di altri, continuando a sostenere i debiti sovrani più problematici, come il nostro.

NEL SEGNO DI MARIO

Tutto questo però non lo farà Draghi, bensì Lagarde. Ma la sostanza non cambia. La francese sembra intenzionata a portare avanti la dottrina dell’ex allievo del Massimo diventato governatore (prima Bankitalia poi la Bce). Le voci su una possibile continuità c’erano tutte, ma oggi è arrivata una sorta di conferma ufficiale, da parte non di un signor nessuno ma da Olli Rehn, ex commissario europeo agli Affari Economici, ma soprattutto governatore della Banca centrale finlandese e membro del board dei governatori centrali della zona euro.

“A settembre la Bce si prepara a usare di nuovo il bazooka, lanciando un piano di stimoli che superera’ le aspettative degli analisti” ha spiegato Rehn al Wall Street Journal. Parlando dai suoi uffici a Helsinki, Rehn ha spiegato che il rallentamento dell’economia globale “costringerà la Bce lanciare nuove misure, che dovrebbero includere acquisti di obbligazioni sostanziali e sufficienti e dei tagli al tasso di interesse chiave della banca: è importante presentare un pacchetto politico significativo e di grande impatto a settembre”.

IL FEELING TRA MERCATI E BCE

Quello che è certo e che le indicazioni della Bce continuano ad avere un grande appeal sui mercati che prestano denaro, soprattutto all’Italia. Le dichiarazioni di Rehn hanno per esempio avuto un immediato effetto sullo spread tra Btp e Bund, risalito dopo la crisi di governo innescata dalla Lega. Il differenziale è sceso subito a 205 punti, dopo aver aperto in calo a 204 punti. Il tasso del Btp decennale è arretrato all’1,340%, mentre il tasso del biennale si è portato vicino a quota zero. Potere della Bce.

Buone nuove per l’Italia. La Bce userà ancora il bazooka. Nel segno di Super Mario

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