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I mercati tifano Conte e tifano forte. Il giorno dopo la presa di posizione del premier dinnanzi ai due litigiosi azionisti Movimento Cinque Stelle e Lega, dagli investitori è arrivata un’apertura di credito non scontata. Già ieri, come raccontato da Formiche.net, diverse ore prima dell’attesa conferenza stampa del premier, il differenziale di rendimento tra Btp e Bund era rimasto tutto sommato contenuto, intorno ai 280 punti base e con un rendimento al 2,69%. Questa mattina però la reazione è stata ancora più positiva, con lo spread sceso a 271 punti base e coi rendimenti in calo al 2,52%. Valori che non si vedevano da almeno tre settimane.

Anche la Borsa ha innestato la quinta, portandosi sin dall’apertura sopra l’1% per poi chiudere a +1,5%. E tutto questo nonostante i dati dell’Istat non proprio esaltanti che hanno certificato una disoccupazione giovanile seconda solo a quella greca. L’effetto Conte insomma c’è stato. Chi ci presta denaro per 400 miliardi all’anno (a tanto ammontano le nostre emissioni di titoli) non vuole insomma una crisi di governo con conseguente voto anticipato.

E magari, oltre allo stesso Conte, crede anche al vicepremier Matteo Salvini, quando spiega di avere a cuore la tenuta del governo e non certo di staccare la famosa spina. “Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma il governo è pagato per fare, i ministri e i presidenti sono pagati per fare. Non sto pensando a ribaltoni o ad altri governi”, sono state le secche parole di Salvini. Tra 15 giorni “ci ritroviamo qui a dirci le stesse cose, con gli stessi ritardi e gli stessi rinvii, allora sarebbe un problema”.

L’effetto Conte ha contagiato anche le stesse banche, il settore più esposto ai danni dello spread, ma che ha aperto la seduta in netto rialzo. A primeggiare è Ubi Banca che è arrivata a guadagnare oltre il 3 per cento. Bene anche Unicredit che ha segnato un +2,58% mentre e Intesa Sanpaolo ha fatto segnare un +2,47% a 1,87 euro. Leggermente più indietro seguono Banco Bpm e Bper con quasi +2%. Il settore bancario si giova per la verità anche dell’attesa per la riunione Bce di giovedì, che dovrebbe confermare un atteggiamento accomodante e dare dettagli sul nuovo Tltro (prestiti a lungo termine) in partenza a settembre.

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