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Premesso che la situazione può sbloccarsi in qualunque momento, ogni giorno che passa fa somigliare sempre di più la vicenda della nave Gregoretti a quella della nave Diciotti, entrambe della Guardia costiera. Quest’ultima si concluse con il diniego dell’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al quale si contestava il reato ministeriale di sequestro di persona aggravato. In entrambi i casi la posizione politica del Viminale è legata all’immediata redistribuzione dei migranti tra diversi Stati dell’Unione europea, senza la quale non viene consentito lo sbarco, e mentre scriviamo si registra solo la disponibilità del governo tedesco. Nel frattempo, il procuratore di Siracusa, Fabio Scavone, ha aperto un fascicolo ascoltando il comandante della Gregoretti: tre medici verificheranno le condizioni igienico-sanitarie dei 116 migranti a bordo, coadiuvati dai carabinieri del Nas, considerando anche che c’è un solo bagno a loro disposizione.

IL CASO DICIOTTI

Dopo il salvataggio di 190 persone il 16 agosto 2018, la irrisolta controversia tra Italia e Malta portò nave Diciotti a restare per due giorni al largo di Lampedusa finché il Comando delle Capitanerie di porto ordinò di dirigersi verso Pozzallo e successivamente, il 20 agosto, verso Catania dove attraccò alle 23.49 con 177 migranti dopo lo sbarco di quei 13 che non erano in buone condizioni. Dopo 10 giorni dal salvataggio, circa cinque dall’attracco e diverse richieste di porto sicuro, lo sbarco cominciò alle 00.08 del 26 agosto e si concluse dopo qualche ora con il trasferimento all’hotspot di Messina. Il Tribunale dei ministri di Catania condivise l’opinione del Tribunale dei ministri di Palermo sull’insussistenza di reati a carico di Salvini tra l’avvistamento del barcone in area Sar maltese tra il 15 e il 16 agosto e il 20 agosto quando la nave attraccò a Catania, mentre da quel momento e fino allo sbarco, secondo il collegio catanese, si configurò un sequestro di persona. Le due posizioni furono le seguenti: Salvini diceva che non sarebbero sbarcati finché non fossero stati ricollocati in Europa, il Tribunale dei ministri invece riteneva che dovessero essere comunque sbarcati e, dopo un eventuale accordo, ricollocati. Il 13 febbraio scorso la Giunta delle immunità del Senato negò l’autorizzazione a procedere.

IL CASO GREGORETTI

La ricostruzione è stata diffusa in dettaglio dalla Guardia costiera il 28 luglio. Il 25 luglio l’emergenza aveva riguardato diversi barconi partiti dalla Libia: tre furono soccorsi dalla Guardia costiera di Tripoli (intervenuta anche sul luogo di un naufragio con oltre 100 vittime), altri tre proseguirono verso l’area Sar maltese. La Valletta salvò 100 persone chiedendo contemporaneamente la collaborazione dell’Italia. Su indicazione del Viminale, una motovedetta della Guardia costiera e una della Guardia di Finanza raccolsero 141 migranti, sei dei quali poi sbarcati a Lampedusa per motivi sanitari. Gli altri 135 furono trasbordati su nave Gregoretti che ha a bordo un team del Cisom (il Corpo di soccorso dell’Ordine di Malta), in attesa di un porto sicuro. Per il peggioramento delle condizioni meteorologiche la nave raggiunse un punto di ancoraggio fuori dal porto di Catania, finché alle 3 di mattina del 28 luglio ha attraccato al molo Nato del porto di Augusta su indicazione del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sentito il Viminale.

LO STALLO

Nel pomeriggio del 29 luglio sono sbarcati 16 minorenni (dichiarano tra i 15 e i 17 anni) mentre restano a bordo 116 adulti. La Gregoretti, inoltre, ha una struttura particolare con una piattaforma concepita per contrastare attività illegali nella pesca, pur essendo utilizzata anche in attività di ricerca e soccorso e di contrasto ai flussi migratori. I naufraghi, però, sono esposti a sole e vento perché gran parte dell’imbarcazione è scoperta: la Diciotti, per esempio, è più lunga e più larga di un terzo e ha più uomini di equipaggio. Dando per scontata un’attività diplomatica riservata per sbloccare la situazione a Bruxelles, il dibattito politico non sembra prestare molta attenzione alla vicenda mentre il Garante dei detenuti ha chiesto informazioni sulle condizioni dei migranti a bordo e sulla situazione nel suo complesso al comandante della Guardia costiera, ammiraglio Giovanni Pettorino. La soluzione arriverà presto: rapida ricollocazione o nuova inchiesta della magistratura. Dei flussi migratori si parlerà a settembre in una riunione a Malta per evitare che ogni nave venga bloccata sulle coste italiane. A questo proposito, il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ha riferito di un colloquio avuto con Salvini al vertice di Helsinki: “Matteo, che senso ha questa procedura se poi alla fine la gente sbarca?”.

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