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Una vera e propria prova di forza del sindacato che in modo pacifico, ma determinato ha invitato il governo a cambiare linea. Crescita, sviluppo, lavoro, pensioni e fisco: i sindacati hanno chiesto all’esecutivo di aprire un confronto di merito e cambiare la politica economica, ascoltando i lavoratori. È per questo che per la prima volta  dal 2013 sono tornati a parlare a Roma in maniera unitaria. Una manifestazione inizialmente prevista a piazza del Popolo e poi spostata vista la grande partecipazione, in piazza San Giovanni. Qui, ieri a Roma, sono giunti almeno duecentomila lavoratori da ogni parte d’Italia per chiedere un “Futuro al Lavoro” ed ascoltare i comizi dei leader sindacali Maurizio LandiniAnnamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

IL GOVERNO CI CONVOCHI

Proprio quest’ultimo si è dichiarato estremamente soddisfatto dell’esito della manifestazione: “Non siamo contro il Governo- ha ammonito- ma gli chiediamo di convocarci o la mobilitazione proseguirà. A piazza San Giovanni una folla così immensa non la si vedeva da molti anni”. Barbagallo ha ricordato come la Riforma Fornero non sia ancora assolutamente superata. Per il segretario generale della Uil il provvedimento di “Quota 100 è perfettibile, ma ci sono almeno altri 20 milioni di persone a cui le novità per le pensioni non hanno dato risposte. La prosecuzione dell’Ape Social, così come quota 100, non è negativa, ma il dirigente sindacale ha sottolineato come occorra dare delle risposte diverse e più concrete ai lavoratori  usuranti, a quelli precoci, a quelli edili ed agricoli, alle lavoratrici in genere, senza dimenticare gli esodati  per cui si sta facendo poco o niente.

ESECUTIVO ESCA DALLA REALTÀ VIRTUALE

“Il governo esca dalla realtà virtuale e si cali nel mondo reale, del lavoro – ha detto invece la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan – L’Italia è a un passo dalla recessione economica: il governo deve cambiare assolutamente rotta. Si confronti finalmente con i sindacati, perché dopo tanti anni di sacrifici degli italiani, non possiamo permetterci che il Paese torni a decrescere.L’Italia è già in recessione tecnica, i dati dell’economia sono negativi. Bisogna mettere in atto politiche per lo sviluppo e la crescita”. Rispetto alla previsione del governo su una crescita del 1% del Pil nel 2019, la leader della Cisl rimarca che “non basta scrivere gli obiettivi, bisogna anche raggiungerli”

NOI SIAMO IL CAMBIAMENTO

Maurizio Landini, ch’era al suo esordio in piazza come segretario generale della Cgil, non ha avuto esitazioni: “Alle persone –ha ribadito- che governano questo Paese e vanno a incontrare chi protesta in altri Paesi diciamo che, se hanno un briciolo di intelligenza, ascoltino questa piazza: noi siamo il cambiamento. Noi vogliamo la giustizia sociale”. La richiesta è di un “piano straordinario di investimenti pubblici e privati”, è un no “all’autonomia differenziata”, perché “i diritti fondamentali li hai come cittadino e non perché abiti in quella regione”, no alla chiusura dei centri d’accoglienza “non solo perché mettiamo per strada tante persone scappate dal loro Paese, ma anche perché mette in discussione posti di lavoro”.

CONFINDUSTRIA IN PIAZZA COI SINDACATI

Addirittura delegazioni di imprenditori nel corteo partito da piazza della Repubblica corteo, contro una  “manovra miope e recessiva”, e per reclamare lavoro e investimenti. Confindustria Romagna ha aderito alla manifestazione nazionale dei sindacati: lo ha fatto “per contestare le politiche adottate dal Governo nel Dl Semplificazioni” ed in particolare lo stop alle trivelle: un “suicidio industriale”, ha detto il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli. “Nessun imbarazzo – ha continuato- ad affiancare i sindacati.In questa fase è assolutamente importante essere uniti, difendere insieme crescita e lavoro”. Gli imprenditori arrivati da Ravenna per sfilare in corteo sono stati una trentina, mentre altri sono arrivati dalla Basilicata, da aziende del settore dell’Oil & Gas. Hanno portato un manifesto: “Investiamo nel gas naturale italiano, meno inquinamento, meno spesa, più lavoro. Sì al gas naturale italiano”. Dice uno di loro: “Sono accanto ai sindacati –ha affermato Ermanno Bellettini, responsabile delle risorse umane della Rosetti Marino – perchè se non c’è crescita non c’è lavoro, e se soffrono i lavoratori soffrono anche le imprese. Siamo insieme, siamo tutti preoccupati”. E ha concluso sul nodo trivelle: “Non capiamo perché c’è questo accanimento contro questo settore”.

GLI SLOGAN

Tanti gli striscioni e gli slogan che hanno accompagnato il corteo multicolore. ‘Meno stati sui social, più stato sociale”; “Giù le mani dalle nostre pensioni”, “Subito una legge per la non autosufficienza”, “Non siamo il vostro bancomat”, “C’è solo una razza quella umana”, recitano altri cartelli. In cielo i palloncini rossi della Cgil, verdi della Cisl e blu della Uil. Il coro ricorrente “È ora di cambiare”.

UNA MANIFESTAZIONE EUROPEA

Tra i politici visti in corteo Massimo D’Alema; gli ex ministri Carlo Calenda Cesare Damiano ;  i due dei candidati alle primarie del Pd,Nicola Zingaretti e Maurizio Martina; i parlamentari Tommaso NanniciniLaura Boldrini,Andrea De Maria; gli ex segretari di Cgil, Cisl e Uil, Sergio CofferatiSergio D’AntoniLuigi Angeletti. I rumors sindacali indicano già una data per un evento che unisca i lavoratori in ambito europeo: il 26 aprile potrebbe essere il giorno buono una manifestazione europea di tutti i sindacati.

Cgil, Cisl e Uil al governo: è ora di cambiare. L’esordio di Landini

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