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Software che controllano la metropolitana, chip che registrano segretamente le conversazioni dei funzionari, backdoor inserite nel processo di fabbricazione delle carrozze. I timori americani circa le presunte attività di spionaggio della Cina non si placano, anzi arrivano a toccare anche l’industria dei trasporti e, in particolare, quelli della capitale federale Washington DC.

LA METRO DI WASHINGTON

La metropolitana di Washington (in inglese Washington Metrorail, ma più comunemente chiamata Metro) è il sistema di trasporto pubblico principale del territorio di Washington e delle aree suburbane; si estende, oltre che nel distretto di Columbia, anche in Maryland (contee di Montgomery e Prince George) e in Virginia (contee di Arlington e di Fairfax, arrivando nella città indipendente di Alexandria). Aperta nel 1976, la rete Metrorail comprende sei linee (l’ultima delle quali inaugurata nel 2014), per un totale di 91 stazioni e una lunghezza complessiva di 188 km. Tra queste figura una di quelle considerate più a rischio, ovvero la nota Blue Line.

LA CINA NEL TRASPORTO PUBBLICO USA

L’ultimo allarme sollevato dagli esperti di sicurezza – rileva il Washington Post – riguarda la China Railway Rolling Stock Corp., o Crrc. Quest’ultima, di proprietà statale, ha vinto diverse gare d’appalto negli Stati Uniti grazie ai prezzi vantaggiosi che le hanno permesso di aggiudicarsi quattro dei cinque grandi contratti di trasporto ferroviario Usa degli ultimi cinque anni. Il successo della Crrc e l’impronta crescente della Cina nella supply chain e nelle infrastrutture industriali statunitensi sta di conseguenza sollevando non poche preoccupazioni per la sicurezza nazionale.

LA PRODUZIONE DI VAGONI

Nessuna azienda statunitense, evidenzia il WaPo, produce oggi vagoni della metropolitana. La Cina compete in questo specifico mercato solo con società provenienti da Asia, Europa e Canada. Le imprese statunitensi costruiscono al momento solo vagoni ferroviari, e anche questi temono di divenire bersaglio della concorrenza di Pechino nel prossimo futuro. Ciò, oltre a costare posti di lavoro negli Stati Uniti, potrebbe anche aumentare il rischio di attacchi informatici (o, appunto di spionaggio) contro il trasporto ferroviario nazionale. Una paralisi del sistema – spiegano gli addetti ai lavori – non è, in tale ottica, da sottovalutare: basti solo pensare a quanto in uno scontro militare o in altre emergenze nazionali sia indispensabile la mobilità e a quanto questa possa essere un target fondamentale per l’attaccante.

UN SETTORE CRUCIALE

L’interesse della Cina nell’industria ferroviaria mondiale – rammenta la testata americana – non è, però, una novità. Pechino non fa (e non ha mai fatto) mistero del suo desiderio di dominare l’industria globale delle rotaie e di ciò che vi viaggia sopra. La sua strategia economica “Made in China 2025” propone, anzi, proprio di cercare vantaggi competitivi proprio in questo settore.

LE CONTROMISURE

Anche per queste ragioni, il Pentagono, l’intelligence nazionale sono preoccupati della possibilità che la Cina possa utilizzare le suddette infrastrutture per spiare o paralizzare alcune aree. Dopo aver messo in evidenza con i legislatori l’imponente attività di spionaggio commerciale dei sostenuto da Pechino, il Congresso ha cercato di bloccare la penetrazione cinese del mercato dei veicoli di transito. Ciascuna camera ha inserito negli stanziamenti annuali per i trasporti uno stop a nuovi acquisti di vagoni o autobus provenienti da aziende cinesi (se gli appalti in questione utilizzano finanziamenti federali). Il possibile divieto – sponsorizzato dal senatore repubblicano John Cornyn – non è ancora legge, ma darebbe all’azienda Metro la possibilità di gestire la gara blindandosi dietro le nuove linee guida governative.

Spionaggio cinese nei trasporti pubblici? Il nuovo timore Usa

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