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RITROVARE SE’ STESSI

In fondo, la scelta da assumere non è così complicata: o continuare a stare al governo, col capo chino e alle corde, e a subire qualsiasi colpo arrivi dalle parti della Lega; oppure, abbandonare questa nave che ha portato a un’emorragia di sei milioni di voti e tornare all’opposizione. E il M5S ha deciso: il governo Conte non esisterà più. Un anno dopo, l’esperienza di Palazzo Chigi può dirsi conclusa.

La decisione sarà presa domani nel corso dell’assemblea. Anticipando di fatto l’analisi della sconfitta. Qualcuno, come ad esempio Gianluigi Paragone, ha parlato già oggi. Ha aperto la stagione della caccia a Di Maio. Ma in ballo non c’è la guida del movimento, c’è la natura e il destino del M5S.

SAREBBE UN LOGORIO

Le prime avvisaglie c’erano state con Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze della Camera, che ha rilasciato un’intervista al Messaggero. Probabilmente ha sintetizzato nel modo migliore il pensiero di tanti all’interno del M5S: “Voglio bene a Luigi (Di Maio, ndr) con cui per anni abbiamo fatto crescere il Movimento, ma c’è una responsabilità politica di questo brutto risultato che non spunta dal nulla ma ha radici lontane: penso all’esperienza di Roma. Sarebbe giusta una riflessione e mi dispiace ma non ho ancora avuto segnali”. Per poi giungere al punto: “il governo non deve andare avanti a tutti i costi. Io penso che il M5S debba essere al servizio del Paese e ho la presunzione che le 5 stelle del nostro Movimento siano in grado di raggiungere questo obiettivo. Fino a quando sarà possibile farlo da una posizione di governo, ben venga, altrimenti sarà giusto farlo dall’opposizione”. Vanno anche aggiunte le dimissioni di Primo Di Nicola numero due del gruppo al Senato.

Ma non va convinto nessuno. La decisione è presa. Rimanere al governo rischia di trasformarsi in un supplizio. Troppa è oggi la subalternità nei confronti dell’alleato Matteo Salvini. Ora è il tempo di tornare alle origini. A un’opposizione dura, alle origini del M5S.

Il dado è tratto, il M5S va alla crisi di governo

RITROVARE SE' STESSI In fondo, la scelta da assumere non è così complicata: o continuare a stare al governo, col capo chino e alle corde, e a subire qualsiasi colpo arrivi dalle parti della Lega; oppure, abbandonare questa nave che ha portato a un'emorragia di sei milioni di voti e tornare all'opposizione. E il M5S ha deciso: il governo Conte…

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