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Continuano gli sforzi degli Stati Uniti per ripristinare il sistema democratico del Venezuela. Questa volta in mano al segretario di Stato americano, Mike Pompeo, impegnato in un viaggio diplomatico in America latina, che prevede incontri in Cile, Paraguay, Colombia e Perù.

Nel corso della visita ufficiale conclusa ieri in Perù, Pompeo ha insistito sul fatto che per gli Usa la difesa della democrazia in America latina è sinonimo di sostegno pieno al governo transitorio di Juan Guaidó in Venezuela. Perché questo “significa che il governo illegittimo del dittatore Nicolás Maduro deve finire […] per favorire ulteriormente la pressione internazionale per isolare il governo illegittimo e assistere presto ad un cambiamento in Venezuela per sostenere il popolo venezuelano”.

Pompeo ha dichiarato che, nel contesto della crisi del Venezuela, gli Stati Uniti non risparmiano sforzi per offrire aiuti umanitari ai venezuelani. E questo è fondamentale l’aiuto dei Paesi alleati nella regione. Il rappresentante americano ha ringraziato la solidarietà del Perù nell’accoglienza di circa 700mila rifugiati venezuelani, sottolineando che l’ondata di migrazione dal Venezuela è responsabilità di Maduro, nonché di Cuba e Russia.

Pompeo è atteso nella città di Cucuta, nella frontiera tra Colombia e Venezuela. Secondo la stampa locale, potrebbe anche incontrare delegati del governo di Guaidó. Ha anche avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri brasiliano, Ernesto Araujo, nel quale ha ribadito la “stretta amicizia” tra gli Stati Uniti e Brasile, impegnati insieme contro il regime di Maduro e a favore degli aiuti umanitari per i venezuelani.

In Cile, Pompeo ha chiesto ai Paesi latinoamericani di restare con gli occhi aperti sui rapporti con Cina e Russia, dal momento che potrebbero esserci “trappole per propagare il disordine nella regione”. “I leader del Sudamerica – ha dichiarato – sono più lucidi e non si fidano dei falsi amici. Cina e Russia suonano alla porta, ma una volta dentro casa tendono trappole, non rispettano le regole […] Fortunatamente il Sudamericano non ci crede e nemmeno noi”.

Pompeo crede che la Cina rappresenti un serio problema per regioni come l’America latina: “Frequentemente investono capitale corrosivo, provocando corruzione ed erodendo i buoni governi”. In questo senso ha menzionato il caso della diga Coca Codo Sinclair in Ecuador, finanziata con capitali cinesi, che ora funziona a metà per problemi di amministrazione, con molti dei dirigenti in carcere. Dopo un investimento di circa 19 miliardi di dollari, Pechino ha avuto come garanzia l’80% del petrolio ecuadoriano a prezzo scontato. Non bisogna però abbassare la guardia con Mosca.

Intanto, Maduro ha lanciato un appello ai cittadini per unirsi alle milizie armate. Da quanto riferisce l’emittente britannica Bbc, spera di poter reclutare un milione di volontari entro la fine del 2019. L’invito potrebbe portare alla perdita di consenso tra i militari. “Grazie per difendere, armi in pugno, la pace, la sovranità, l’integrità territoriale, l’indipendenza e la vita della nostra patria”, ha detto Maduro ai circa 2 milioni di membri delle milizie legate al Partito Socialista Unito del Venezuela.

La missione del segretario di Stato americano di cinque giorni ha come scopo la denuncia del regime di Maduro, come previsto nella proposta nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e si concluderà domani in Santiago del Cile con una riunione del Gruppo di Lima.

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La missione di Pompeo in America latina. Contro Cina e Russia e a favore del Venezuela

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