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Dico la verità, oggi mi sento più europeo che italiano. Se in Svezia l’immigrazione arriva al 30% della popolazione, uno sproposito illogico e pericoloso non vi è dubbio, ma le forze democratiche e liberali resistono verso quelle estremiste e nazionaliste, perché l’immigrazione è un enorme problema ma il neo nazionalismo ancora di più, mi sento più europeo-svedese che italiano.

Se in Italia basta un 5% di popolazione straniera, per arrivare al 65% di consenso per le forze populiste, nazionaliste e sovraniste, mi sento più europeo che italiano.
Se basta un ragazzotto di colore vicino al supermercato, per far dire al milionario che va a fare la spesa con il maggiordomo e con il Suv da 200mila euro, “troppi negri in giro”, non mi sento italiano. Se il ministro degli interni di fronte ad una atleta italiana di colore che prende un uovo in un occhio, anziché solidarizzare a prescindere, fa emettere un comunicato stampa del ministero, non del partito, per rendere noti solo i reati degli immigrati e non quelli totali, non mi sento italiano.
Se si istiga in Italia, attraverso il ministero degli interni, all’odio razziale, preferisco l’Europa.

In Germania, dopo la grande crisi economica relativa agli sforzi per la riunificazione, i tedeschi hanno fatto deficit per fare grandi investimenti infrastrutturali, per una ricucitura effettiva del Paese e hanno affidato al direttore del personale della Volkswagen, la riforma del mercato del lavoro per far crescere la produttività delle imprese.
Come se l’Italia avesse affidato il Job Act ad un dipendente di Marchionne, impossibile! Così la Germania ha risolto la crisi interna e ha affrontato la grande crisi economica esterna con forza, crescendo ancora.

Se in Italia, si smonta il job act, si restringono contratti a tempo determinato e flessibilità del lavoro, si ripristina l’art 18 all’Ilva, si bloccano le grandi opere, si tolgono i soldi a chi crea lavoro (ridimensionando Impresa 4.0) per dargli a chi non lavora, io mi sento più tedesco-europeo che italiano.
I tedeschi fra la botte piena e la moglie ubriaca scelgono, noi no.

Se in Francia fanno deficit anche per sostenere le imprese campioni nazionali, posso dire che la cosa non mi piace molto, ma non posso non dire che mi piace per niente l’Italia, che mette la camicia di forza alle imprese, con burocrazia, norme inutili e di controllo preventivo, che rendono impossibile fare impresa, per un Paese che, non avendo materie prime, è cresciuto sulla propria attitudine a fare impresa. Per il crescente umore anti-impresa, per la cultura del sospetto che si è fatta legge, negli ultimi 20/30 anni. Da Tangentopoli in poi. Per colpa di chi ha governato prima, certo, ma, soprattutto per la spinta mediatica e giudiziaria, figlia della retorica dell’Italia Paese più corrotto al mondo (falso!), che ha portato al governo chi comanda adesso. Mi sento, ancora una volta, più europeo che italiano.

Se in Italia, per la debolezza delle forze democratiche e, più o meno, tradizionali e per la potenza del fattore M di cui ha scritto Mauro Calise, magistratura e media, si è creata la Democratura, democrazia giudiziaria, spiegata da Pianebianco, che ci ha portato poi ad uno scenario rousseauiano, di Rousseau, non mi sento italiano.
Dove muore l’equilibrio dei poteri, legislativo, giudiziario, esecutivo, di Montesquieu, a favore del rapporto diretto fra popolo, volontà generale e tiranno, anche se nella versione all’italiana sono due, tiranni con la borsetta e la pancetta, non mi sento italiano. Senza più Parlamento, chiuso da mesi, governo, dove il Presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia non contano alcunché. Senza più giornali, molti si allineano, senza più magistratura veramente indipendente, la novità ultima. Non mi sento italiano. Quando davanti alla Diciotti, Salvini dice al “popolo”, sei mio complice, chiudo i porti per te, questi (i magistrati) chi li ha eletti? Afferma una supremazia. Del popolo, cioè sua. È il passaggio dal giustizialismo al populismo. Nuovi equilibri. Ed io mi sento ancora meno italiano e più europeo.

L’Europa ha molti difetti, l’austerity è stato un fallimento, i parametri di Maastricht, antistorici, ma bisognava opporgli un’Italia più seria. E bisognerebbe essere oggi meno ubriachi di chi dà dell’ubriaco a Junker.

L’Europa ha molti difetti ma ancora non ha ceduto al giustizialismo, al moralismo, al nazionalismo, l’Italia sì. L’Italia sostiene i sovranisti che in Europa vogliono zero solidarietà agli italiani su migranti e debito, quelli che stanno con Putin e Trump, che attaccano la democrazia liberale e l’esistenza stessa dell’Europa. Mi sento europeo e non putiniano e trumpista. L’unica sovranità nella quale mi riconosco e’ quella europea, che non c’è, nonostante Moscovici, nonostante Junker. E per fortuna che c’è la Bce!

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Di Sergio Pizzolante

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