Skip to main content

Non solo Cina. Il governo gialloverde guarda anche all’Oriente vicino, quello dei Paesi del Golfo come Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti (Uae). Ne è prova la seconda edizione dell’Italian Arab Business Forum organizzato dalla Camera di Commercio italo-araba e ospitato da Confindustria, che quest’anno ha avuto come special guest il ministro dell’Economia emiratino Saeed Al Mansoori. La kermesse a viale dell’Astronomia ha messo a fuoco i rapporti bilaterali fra Italia e Uae con un focus particolare sull’interscambio e l’Expo 2020 di Dubai, la prima esposizione universale mai ospitata da un Paese arabo. Presenti anche i sottosegretari al Mise e agli Affari Esteri Michele Geraci e Manlio Di Stefano, a dimostrazione della benedizione di Palazzo Chigi sulle relazioni con un Paese cui negli ultimi anni, soprattutto con il centrosinistra al governo, l’Italia ha costruito un canale preferenziale nel Golfo Persico

L’INTERSCAMBIO

L’Italia è tra i primi partner commerciali degli emiratini in Europa. La lieve flessione dell’interscambio segnalata dai dati Istati del 2017 (-1,4% su base annua) non deve ingannare. Anzitutto perché è andata di pari passo a un forte apprezzamento dell’Euro nei confronti del Dirham (+14,6%, fonte: InfoMercatiEsteri). Inoltre si tratta di ben poca cosa se paragonata alla parabola dell’interscambio degli altri partner europei. Nel 2017 l’export di Francia e Germania verso gli Uae si è ridotto rispettivamente del 23,4% e del 5,6%. A Dubai hanno una presenza radicata colossi italiani come Ansaldo Energia, Fincantieri, Leonardo, Saipem e Intesa San Paolo, ma anche pmi che nell’Expo 2020 troveranno un palcoscenico d’eccezione. “È su queste, prima ancora che sulle grandi aziende, che è necessario il cappello del governo” spiega a margine dell’evento il sottosegretario al Mise Michele Geraci, “Gli Uae sono un grande mercato in crescita”.

Certo, l’Europa “diventa sempre meno importante rispetto all’Asia, ma in valori assoluti l’Italia deve continuare ad aumentare l’interscambio”. Il ministro Al Mansoori alla kermesse di Confindustria ha presentato il programma “Vision 2021”, che ha “l’obiettivo di far crescere l’attrattività degli investimenti nel Paese e indirizza l’innovazione in sette aree principali: rinnovabili con un target del 2021, trasporti, istruzione, sanità, tecnologia, acqua e spazio”. Il passaggio dalle energie fossili a quelle rinnovabili, ha spiegato Geraci, è una sfida anche italiana: “per gli emiratini è una necessità, per noi è un’opportunità che dobbiamo cavalcare”.

OBIETTIVO DUBAI 2020

Un palcoscenico d’eccezione per le pmi italiane in terra emiratina sarà la grande manifestazione di Expo 2020. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia in apertura del convegno lo ha immaginato come “un ponte ideale con Milano 2015 che vedrà protagonista la creatività e la competenza della nostra industria”. Gli ha fatto eco a margine dell’evento il sottosegretario Di Stefano, che ha parlato di “opportunità strategica” anche per rilanciare il made in Italy: l’italianità dietro il prodotto è la caratteristica delle nostre produzioni nazionali, dove il cliente compra un valore aggiunto che racchiude cultura e tradizioni del nostro Paese”. Qualche dettaglio sul padiglione tricolore è arrivato dal commissario italiano per Expo 2020 Paolo Glisenti: “Sarà un padiglione di grandissimo impatto, il nome sarà “La bellezza unisce le persone” (Beauty connects people), un esempio della capacità italiana di integrare in maniera armoniosa competenza cultura e tradizione”.

“La cooperazione bilaterale tra Emirati Arabi uniti e Italia ha conosciuto negli ultimi anni una fase di importante consolidamento e sviluppo, e si fonda su un forte impegno comune in diversi settori delle rispettive economie” ha spiegato ai giornalisti a margine dell’evento il ministro dell’Economia Al Mansoori, “Questo legame tra i due Paesi è ancora più evidente quando guardiamo le cifre: nel 2017 il volume totale dell’interscambio, escluso il petrolio, ha raggiunto i 7.9 miliardi di dollari. Per il futuro, l’Innovazione avrà un impatto importante e decisivo per le Pmi in settori in grande evoluzione come l’agricoltura e il turismo, che caratterizzeranno la sostenibilità dello sviluppo dell’economia Uae”. “Expo 2020 Dubai rappresenta inoltre una grande opportunità per le imprese italiane” ha aggiunto, “oltre 25.000 aziende da 149 paesi si sono già registrate alla manifestazione, di queste oltre 1.000 sono italiane, tra le quali il 66% sono Pmi.”

IL NODO QATAR

Rimane sullo sfondo la politica internazionale. Non si è infatti del tutto attenuata la crisi che dal giugno del 2017 vede i Paesi del Golfo isolare il Qatar, accusato di finanziare il terrorismo. Con Doha come con Dubai l’Italia ha relazioni di lunga durata, consolidatesi soprattutto sotto il governo Renzi. L’anno scorso la ministra emiratina del Welfare Ohood Al Rhoumi aveva consegnato all’allora sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola una lista di organizzazioni terroriste che, secondo Dubai, erano finanziate dal governo qatarino. Le scintille fra i due Paesi arabi sono tutto fuorché spente, ma il governo gialloverde sembra voler proseguire la linea di equidistanza di chi lo ha preceduto. “Ho ricevuto alla Farnesina gli ambasciatori di tutti questi Paesi per capire se ci fossero frizioni e devo dire che hanno dato prova di un rapporto molto franco” confessa a Formiche.net Manlio Di Stefano, “hanno detto di non pretendere nulla, faranno in modo che la politica interna nella regione non inferisca sui rapporti economici e politici con l’Italia”.

emirati arabi

Obiettivo Expo 2020. L'Italia (e Confindustria) aprono le porte agli Emirati Arabi

Non solo Cina. Il governo gialloverde guarda anche all’Oriente vicino, quello dei Paesi del Golfo come Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti (Uae). Ne è prova la seconda edizione dell’Italian Arab Business Forum organizzato dalla Camera di Commercio italo-araba e ospitato da Confindustria, che quest’anno ha avuto come special guest il ministro dell’Economia emiratino Saeed Al Mansoori. La kermesse…

La politica, l'industria e la diplomazia viste da Giuseppe Bono

La politica, quella delle aule parlamentari, difficilmente può fermare l'industria. Ma la diplomazia, quella sì, può aiutarla. In un mondo globalizzato e competitivo chi ha il prodotto migliore lo vende specialmente se supportato da una rete di relazioni robusta e proficua. Giuseppe Bono, ceo di Fincantieri, era forse la persona più indicata per capire quanto oggi la competitività di un Paese possa fare…

russia, hacker, navalny trump, putin

Perché i sauditi non credono alle prospettive di produzione petrolifera della Russia

Il dado “energetico” è ormai tratto e non da ieri. E si intreccia sia con l'ambizioso progetto Vision 2020 targato MbS, il principe ereditario dell'Arabia Saudita, sia con il dossier idrocarburi che tocca, comunque lo si interpreti, due quadranti assolutamente strategici come quello medio orientale e quello euromediterraeo. Ma con la peculiarità che adesso Riad non crede più alle prospettive…

Pioggia di dettagli e dollari sul caso Khashoggi

Prima i media turchi, poi NBC News, Washington Post e New York Times, hanno pubblicato informazioni sul team di 15 uomini che sarebbero i responsabili della sparizione di Jamal Khashoggi, giornalista entrato il 2 ottobre al consolato saudita di Istanbul e mai più uscito – molto probabilmente ammazzato e fatto a pezzi dalla squadraccia dei servizi del regno. Tra questi ci sarebbero persone…

Dopo la Libia, Eni acquisisce nuovi diritti esplorativi in Mozambico

Dopo Area 4, ubicata nel bacino offshore di Rovuma, Eni rafforza la sua presenza in Mozambico. È stato siglato a Maputo, alla presenza del ministro delle Risorse Minerarie e dell’Energia Ernesto Max Tonela, il contratto per i diritti esclusivi di esplorazione e sviluppo del blocco offshore A5-A. Con il doppio risultato per il colosso italiano di rafforzare la propria presenza…

xi jinping, trump dazi Xinjiang

La Cina prepara l'offensiva mediatica sullo Xinjiang

La Cina ha deciso di spingere una nuova offensiva propagandistica sui campi di rieducazione dello Xinjiang, regione che si trova nell'Asia centrale, dove il Comitato centrale del Partito Comunista cinese ha lanciato una campagna dissuasiva contro il gruppo etnico locale degli uighuri – popolazione di origini turcofona e di religione islamica che in passato ha avuto tendenze indipendentiste abbinate a derive radicali islamiste prese…

Uno scisma imperiale. Se Mosca non accetta la storia nel nome del suo passato

Scisma: sembra proprio difficile usare una parola diversa per quanto riguarda la Chiesa ortodossa, dopo l’annuncio di Mosca di non riconoscere la decisione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli di procedere verso la concessione dell’autocefalia alla Chiesa ucraina. Scisma, parola antica, che però non può essere evitata visto che la decisione comporta il divieto alla concelebrazione nelle chiese di Istanbul, Antalya…

Sharing mobility e app. Il nuovo paradigma dello spazio urbano

Di Alessandro Tommasi

Liberi, mobili e in condivisione. 10.8km/h è la velocità media di un’auto lungo un tragitto urbano in una città greca. 1,5 è il dato medio di riempimento delle automobili nelle nostre città. Due dati su tutti che danno il senso di quanto le automobili siano sempre meno un mezzo efficiente per spostarsi in città; tutto questo al netto delle esternalità…

salario minimo

Ecco come l'antiriciclaggio si aggiorna

Di Sergio Boccadutri

La IV direttiva antiriciclaggio ha rinnovato profondamente gli strumenti normativi di contrasto al fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Intanto assume centralità il cosiddetto “approccio basato sul rischio”, istituzionalizzato anche nel nostro ordinamento col recepimento occorso col decreto legislativo 90/2017 che ha novellato profondamente la disciplina contenuta nel precedente decreto 231/2007. Tale approccio si sostanzia su tre livelli: europeo, nazionale…

società nessuno

I rischi della società "inutilmente connessa"

Di Giuseppe Pirlo

Sebbene l’uso di internet sia oramai ampiamente diffuso, i benefici che in Italia da tale uso si sarebbero dovuti produrre sono ancora minimi ed anzi molti fenomeni negativi stanno emergendo con forza, dal cyberbullismo alle fake news, dall’intolleranza all’hating in rete. Internet, la “rete delle reti”, che avrebbe dovuto assicurare la partecipazione globale in totale libertà, superando i limiti di…

×

Iscriviti alla newsletter