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Di chi è la colpa dei mali del mondo? Una buona fetta di responsabilità viene attribuita alle “potenti lobby”, rigorosamente con l’aggettivo prima del sostantivo, altrimenti si depotenziano. Il resto della torta se lo spartiscono, a seconda dei fatti di cronaca, le famiglie che non hanno più valori, l’Europa, i buonisti, i radical chic, quelli che guardano il telefonino in metropolitana invece di guardare negli occhi i perfetti sconosciuti che li circondano e, ovviamente, i social media.

Sarebbe bello poter chiedere agli esponenti delle categorie colpevolizzate chi sono, cosa fanno e perché lo fanno. Così, tanto per farsi un’idea sul grado di fondatezza della demonizzazione. È quello che cerchiamo di fare noi di Telos A&S con la rubrica Lobby Non Olet, nella quale intervistiamo i lobbisti per mostrare a chi non conosce la professione chi sono i suoi protagonisti e come svolgono il loro lavoro. Noi siamo di parte, perché di mestiere facciamo proprio i lobbisti, ma le interviste sono uno spaccato di vita vissuta perché i lobbisti raccontano semplicemente come si svolge la loro attività. Non solo, Lobby Non Olet ospita anche coloro che hanno a che fare con i lobbisti: i politici che li ricevono e valutano se accogliere le loro proposte e gli accademici che studiano i campi di applicazione e i confini della professione.

“Non capisco perché la gente reputi la lobby un brutto mestiere. Il lobbista è un professionista. Dietro ogni lobbista ci sono ragazzi, ragazze, uomini, donne che hanno studiato tanto, hanno avuto esperienze nel pubblico e nel privato in settori di regolamentazione o di affari giuridici o di uffici legislativi”. Sono le parole di Valentina Colucci, l’intervistata di questo mese, responsabile della lobby di SEC, uno studio professionale specializzato nel settore (guarda l’intervista).

Valentina ha lavorato da entrambe le parti: ieri per le istituzioni, oggi per le aziende che interloquiscono con le istituzioni: “Per dieci anni ho lavorato in diversi ministeri con diversi ministri, con ruoli legati all’ufficio legislativo. Per semplificare, ero una di quelle che scrivono le norme. […] oggi lavoro anche per associazioni o società private non solo per enti pubblici, quindi la differenza è vedere la realtà da un’altra prospettiva”.

Cosa cambia, variando la prospettiva? Secondo Valentina Colucci non cambia molto. In entrambi i casi è importante preservare la propria integrità, cercando di fare con consapevolezza e onestà il proprio mestiere. Consapevolezza, onestà, ma anche fierezza. Il sorriso con il quale Valentina dice “lobby non olet” vale più di mille argomentazioni.

Potenti lobby

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