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Luglio 2017. È stato allora che si è venuto a sapere dello scandalo relativo ad un addetto di segreteria del Pontificio Consiglio per i testi legislativi. Uno scandalo a base di festini a luci rosse e sostanze stupefacenti, per il quale il protagonista è stato prima ricoverato presso una clinica romana, poi ha vissuto un periodo di ritiro, poi un ricovero ospedaliero.

È passato più di un anno e il sito americano più ferocemente critico di Papa Francesco ha pubblicato, ieri, voci attribuite a fonti che prediligono l’anonimato, secondo le quali in quella circostanza, cioè durante il festino, sarebbe stato sorpreso dalla sicurezza vaticana lo stesso cardinale al tempo responsabile del Pontificio Consiglio. L’illazione è stata immediatamente smentita; fu il sostituto alla segreteria di stato ad informare dell’accaduto il cardinale Francesco Coccopalmerio, raggiungendolo telefonicamente. Il sito In Terris ha immediatamente parlato di una fake news ai danni del porporato. E che le cose possano stare così appare probabile.

Colpisce infatti che questa illazione arrivi non solo con più di un anno di ritardo, ma riguardi il porporato che dal Pontificio Consiglio per i testi legislativi smontò con ragionamento da canonista, cioè di giurista, la tesi dei detrattori di Papa Francesco al riguarda di Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica post-sinodale firmata dal Papa e che per alcuni si poneva fuori dalla dottrina della Chiesa in materia di matrimonio, dimenticando tutto il grande e lungo sviluppo dottrinale, passato anche attraverso la decisione di Giovanni Paolo II di cancellare la definizione di “pubblici infami” al riguardo dei divorziati risposati, riconoscendoli nella comunione spirituale ecclesiale. Ma non è tutto.

Questa mattina il sito americano torna alla carica, consentendoci di pensare a un’ipotesi sulla tempistica dell’illazione. Scrive infatti, a poche ora dal primo servizio, che proprio lui, il porporato che un anno fa guidava il Pontificio Consiglio per i testi legislativi, rappresenta il Vaticano ad una conferenza interreligiosa in corso in Kazakistan. Life Site riporta così quanto detto in quella sede dal cardinale Coccopalmerio: nulla di eccezionale, sia chiaro, avendo il porporato ricordato la necessità di andare avanti nel dialogo tra culture e religioni. Ma per Life Site questo contrasta con l’insegnamento riferibile a tanti papi del passato che hanno ricordato l’importanza di riconoscere Cristo come re, non cedendo a false religioni. Dunque è la scelta del vivere insieme, del dialogo, dei “semi di verità” ad essere messa in discussione. Forse ad essere messi in discussione sono i documenti del Concilio Vaticano II, a partire dalla dichiarazione “Nostra Aetate” alla “Lumen Gentium” per arrivare al grande incontro di Assisi promosso da Giovanni Paolo II e proseguito da Benedetto XVI che volle anche il “cortile dei gentile”, cioè il dialogo anche con i non credenti.

Ecco allora che ricordare il risalto che ebbe il documento di tre vescovi proprio del Kazakistan contro Amoris Laetitia è utile; perché in questa guerra tutto si tiene. Quello che va accadendo dal “caso Viganò” all’attacco al cardinale Coccopalmerio sembra proprio avere a che fare con il dialogo e la pace nel mondo. Ma se in discussione ci fosse il Concilio Vaticano II, i fedeli, e non solo loro, dovrebbero saperlo, per capire di cosa si discute.

vaticano

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