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Nonostante la distanza geografica e culturale, la Cina non perde di vista il Venezuela. Ieri il governo di Pechino si è reso disponibile per offrire “aiuto e assistenza tecnica” al governo di Nicolás Maduro dopo il più grande e lungo blackout della storia del Paese.

Il portavoce del ministero degli Affari esteri cinese, Lu Kang, ha detto che “se il governo del Venezuela ha bisogno di aiuto, la Cina tenderà la mano, nella misura delle proprie possibilità”.

Lu ha spiegato anche che il governo di Xi Jinping è molto preoccupato per la mancanza del sistema elettrico in Venezuela e spera che si “possa indagare la causa di questo problema e ripristinare il servizio elettrico e l’ordine sociale”. Non è stato confermato però l’arrivo di tecnici cinesi in Venezuela.

Anche se non sono stati diretti, la Cina ha fatto riferimento alle accuse di Maduro contro gli Stati Uniti. “Le informazioni dicono che la causa del blackout del sistema elettrico in Venezuela è stato provocato da un attacco”, ha dichiarato Lu.

“Abbiamo scoperto molte cose – ha sostenuto Maduro -. So molte cose ma posso solo dire che il cyber-attacco è arrivato da Houston e da Chicago, due città degli Stati Uniti”. Il leader socialista ha anche confermato che chiederà aiuto alle Nazioni Unite, Cina, Cuba, Russia e Iran per continuare le indagini.

L’interesse di Cina per il Venezuela non si basa soltanto in un’affinità politica ed ideologica. I legami tra i due Paesi sono cominciati nel 2000, quando il presidente Hugo Chávez siglò una serie di accordi economici e commerciali.

Matt Ferchen, accademico del centro Carnegie-Tsinghua di Politiche Globali, ha spiegato alla Bbc che “il petrolio è il motivo fondamentale per cui la Cina e il Venezuela si sono unite. La Cina aveva bisogno di molto petrolio e il Venezuela ce l’aveva”. Dal 2007 al 2018, Pechino ha prestato al regime venezuelano più di 67 miliardi di dollari, secondo i report del centro di studio Dialogo Interamericano e l’Università di Boston.

Per questo la Cina rischia molto in Venezuela. E teme che un nuovo governo non garantisca i loro interessi e accordi economici. Un articolo del quotidiano americano The Wall Street Journal assicura che diplomatici cinesi e rappresentanti dell’opposizione venezuelana si sono incontrati a Washington per negoziare probabili “periodi di proroga” per i debiti.

Infine, la scommessa cinese in Venezuela rientra in un progetto più ampio di soft power e allargamento della leadership globale. Negli ultimi quattro anni il presidente Xi Jinping si è interessato al Sud America come fosse un cortile degli Stati Uniti.

cina xi jinping

La scommessa cinese in Venezuela

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