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Evocati come fenomeno del tempo persino nella comunicazione istituzionale par excellence, il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i social network sembrano essere uno dei temi chiave della comunicazione politica di fine anno. Nella circostanza della breve pausa politica, tra l’approvazione in “zona Cesarini” della legge di bilancio e la ripresa dei lavori parlamentari all’inizio del 2019, i social sono stati utilizzati come l’ecosistema ideale per inviare comunicazioni alle rispettive basi elettorali, in attesa che queste ultime entrino in contatto concretamente con i provvedimenti contenuti nella manovra 2019.

Così, il Movimento 5 Stelle affida la sua sollecitazione al proprio elettorato con una diretta Facebook in cui Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, riuniti sulle nevi del Trentino, annunciano i nuovi progetti politici per il nuovo anno: la riduzione dello stipendio dei parlamentari e la continuazione della – ormai consuetamente evocata – lotta contro i poteri forti del Paese. Allo stesso tempo Matteo Salvini, in una diretta Facebook di poco successiva al discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, propone un repertorio di temi e provvedimenti realizzati, a beneficio e memoria del suo elettorato, e sottolinea l’importanza dei risultati politici conseguiti anche grazie al consenso raccolto sui social, e alla capacità di questo strumento di costituire un mezzo per l’informazione libera dei cittadini.

I social si qualificano quindi come l’ideale ecosistema per la comunicazione politica ad una sola voce, in cui i like sono il solo metro di misurazione del consenso, il disaccordo degli altri è relegato ad avversari politici ripetutamente stigmatizzati per essere caduti in disgrazia nell’opinione degli italiani, il dialogo avviene solo con altri utenti convinti delle medesime opinioni. Si tratta di uno scenario non nuovo nella comunicazione politica italiana (ne abbiamo visto tracce consistenti nell’era del governo Renzi), ma che sembra rafforzato dall’uso intensivo dei social praticato da due forze di maggioranza così politicamente divergenti e tuttavia, così unite nella capacità di sollecitare via social il consenso costante delle proprie basi elettorali.

Eppure, se si passa ad analizzare due modelli di comunicazione istituzionale della fine del 2018, la conferenza stampa del 28 dicembre del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il discorso del 31 dicembre del Presidente Mattarella, emerge come i social siano solo una partizione delle opportunità di comunicazione che politica e istituzioni manifestano nei confronti dei cittadini elettori.

Il Presidente del Consiglio dei ministri ha ritenuto opportuno rispondere per oltre tre ore alle domande dei giornalisti politici italiani, toccando una pluralità di temi ed argomenti e sottolineando come le domande dell’incontro non fossero state anticipate in alcun modo alla sua struttura stampa. Una interlocuzione importante con i professionisti della informazione politica, portata avanti dal presidente del Consiglio, forse meno bisognoso di un tempo di qualificarsi come “avvocato del popolo” e più attento ad un corretto accreditamento presso il giornalismo politico.

Il Presidente della Repubblica Mattarella, dopo l’iniziale richiamo ai social del suo discorso di fine anno, ha posto all’attenzione – e alla riflessione – degli italiani una serie di temi molto più concreti e di fondo, quali l’idea di comunità, i valori di fondo della convivenza civile, i diritti e i doveri del nostro modello di stato sociale. Temi che è davvero difficile trovare declinati nel discorso collettivo dei cittadini elettori sui social, specialmente quando si parla di politica, ma che, nella versione fornita dal Presidente della Repubblica manifestano una capacità di riformulare l’agenda dei concetti e il lessico stesso della politica di questi ultimi mesi.

Non è un caso che la diretta Fb di Salvini abbia spesso preso a riferimento temi e questioni sollevate dal discorso di fine anno del Presidente Mattarella, in un tentativo di puntualizzazione e di chiarimento dei propri temi forti: sicurezza, ordine, contrasto all’immigrazione e alla criminalità organizzata. C’è da sperare che questo sia solo l’inizio del ritorno dei temi politici importanti per la collettività del paese, a fronte delle possibilità tecniche della comunicazione sui social.

Non solo social. La comunicazione istituzionale e politica di fine anno

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