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“Una novità epocale”. Così il generale Enzo Vecciarelli, capo di Stato maggiore della Difesa, ha definito la nascita delle prime associazioni militari a carattere sindacale, fortemente volute dal ministro Elisabetta Trenta e ora in attesa del provvedimento normativo di riferimento. Di fronte alla commissione Difesa di Montecitorio, presieduta da Gianluca Rizzo, il generale è intervenuto sul tema, dando suggerimenti e negando “qualsiasi preoccupazione” su un dossier che ha fatto discutere all’interno del comparto.

LA SPINTA DEL MINISTRO

A inizio gennaio, il ministro Trenta ha riconosciuto il primo sindacato militare, promettendo “molto presto” un provvedimento normativo. Già a ottobre, la titolare di palazzo Baracchini aveva emanato la circolare per la costituzione di associazioni sindacali militari, facendo esplicito riferimento alla sentenza del precedente aprile con cui la Corte Costituzionale aveva giudicato incostituzionale il divieto per le Forze armate (previsto dall’articolo 1475 – comma 2 – del Codice di ordinamento militare) di costituire associazioni professionali a carattere sindacale. “Sindacati interni”, specificava giorni fa la Trenta, proprio perché la stessa Corte aveva mantenuto il divieto per i militari di “aderire ad altre associazioni sindacali”.

I NUMERI

In ogni caso, a partire da ottobre 2018, ha spiegato Vecciarelli, sono arrivate “numerose istanze di costituzione di associazioni professionali sindacali militari”. In tutto sono 24, di cui 9 a carattere interforze, 3 da appartenenti rispettivamente a Marina e Aeronautica, due dall’Esercito e sette da parte di Carabinieri. “Al momento – ha precisato il generale – l’iter istruttorio si è concluso per 3 diversi sodalizi”, mentre per gli altri procede il percorso “per il rilascio del necessario assenso ministeriale”, su cui il capo di Stato maggiore della Difesa esprime un parere non vincolante al ministro. Già due settimane fa, ha ricordato Vecciarelli, “ho avuto il piacere di incontrare una nuova delegazione, quella del Sindacato unitario lavoratori militari (Siulm)”.

I SUGGERIMENTI DI VECCIARELLI

Dal capo di Stato maggiore della Difesa sono poi arrivati suggerimenti importanti circa l’iter legislativo del provvedimento già annunciato dal ministro Trenta. Le associazioni sindacali militari, ha spiegato Vecciarelli, “dovranno operare nell’ambito di un contesto libero, come richiamato dall’articolo 39 della Costituzione, e affermare in ogni circostanza la loro totale estraneità a competizioni politiche”. Per quanto riguarda il processo di assenso ministeriale alle nuove organizzazioni, “si dovrebbe indicare anche l’opportunità che tale provvedimento possa essere revocato venendo meno i requisiti richiesti”. Un punto sensibile riguarda il finanziamento: “I sindacati militari – ha notato il generale – dovranno essere finanziati esclusivamente col contributo dei propri iscritti, assicurando la trasparenza della gestione finanziaria attraverso forme di adeguata pubblicità, estromettendo qualsiasi apporto di terzi, al fine di scongiurare pericoli di infiltrazioni o interferenze che potrebbero infine minare l’intero comparto militare”.

LA PARTICOLARITÀ DEI SINDACATI MILITARI

Quello militare è difatti un comparto su cui l’introduzione dei sindacati deve avvenire con particolare attenzione. Basti pensare agli impegni all’estero, o anche solo alla natura gerarchica e alla specificità delle carriere. Da questo punto di vista, ha notato Vecciarelli, “l’esercizio delle relazioni sindacali per il personale impiegato in teatro di operazioni al di fuori del territorio nazionale, o in attività addestrative e operative ove il personale operi inquadrato in contingenti a bordo di unità navali ovvero distaccato individualmente, dovrà trovare un necessario contemperamento con la generale regolamentazione in ragione delle ovvie esigenze di funzionalità, sicurezza e prontezza delle specifiche operazioni”.

IL TEMA DELLA GIURISDIZIONE

Altro tema sensibile riguarda la giurisdizione su eventuali controversie. Secondo il capo di Stato maggiore della Difesa, “si dovrebbe contemplare l’opportunità di attribuire la giurisdizione sulle controversie nel comparto militare, relative a posizioni oggetto di tutela da parte dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori (le cosiddette condotte antisindacali) al giudice amministrativo, secondo la disciplina propria dei riti di quest’ultimo”. Ciò, ha detto concludendo l’audizione, “in ragione sia della minore diffusione sul territorio rispetto al giudice del lavoro, sia conseguentemente della minore possibilità di pronunce contrastanti, potenziale vulnus alla compattezza, prontezza e omogeneità operativa dello strumento militare”.

Arrivano i sindacati militari. L'audizione del generale Vecciarelli

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