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“Noi nel Pd abbiamo un problema di rapporti umani, prima di ogni altra cosa dobbiamo riprendere a parlare tra di noi”. Le parole del segretario del Pd Maurizio Martina, intervenuto all’assemblea dei Centofiori, un think tank democratico critico nei confronti dell’ex segretario Matteo Renzi, sono chiare e tracciano il quadro di un partito che ha la necessità di ripartire dalla base per poter tornare a giocare partite importanti.

“Le nostre devono essere proposte ambiziose e radicali per il nostro futuro. Noi dobbiamo avere il coraggio di sfidare il vento” – continua Martina che in platea è seduto accanto al presidente della Regione Lazio e candidato alla segreteria del partito Nicola Zingaretti – “. Dobbiamo fare autocritica e riconoscere che un pezzo della nostra narrazione è stato completamente scollato dalla realtà e intendere la missione della nostra rappresentanza come lotta alle disuguaglianza. Allo stesso tempo non possiamo pensare realmente che l’ultima disfatta elettorale dipenda solo da un difetto di comunicazione”.

La critica al recente passato renziano è forte, seppure il nome dell’ex premier non viene mai pronunciato. “É importante sottolineare che il leader di un partito guida i suoi iscritti e non comanda perché comandare è molto più facile che guidare” – aggiunge Martina – “Dall’altro lato dobbiamo dire che è giusto che un grande partito ospiti una maggioranza e delle minoranze che non devono mai diventare opposizioni. Ma che quando si chiude una festa nazionale, si sta tutti insieme e non è ammissibile che ci sia qualcuno lontano a fare altro”.

Stilettate alla guida di Matteo Renzi arrivano anche da Nicola Zingaretti che auspica un rinnovamento del Pd che parta da uno slancio più convinto in materia di politiche sociali. “Ripartire significa capire le ragioni profonde del voto del 4 marzo. Negli ultimi 10 anni, dal 2008 al 2018, il Pd ha dimezzato i suoi voti, passando da circa 12 milioni a poco più di 6. Sono anni in cui l’ascensore sociale si è fermato e le diseguaglianze sociali sono aumentate” – arringa Zingaretti – “Occorre capire perché gli italiani hanno scelto il M5S e la Lega Nord e non noi.

I populisti offrono ricette semplici a problemi complessi e dobbiamo farci trovare pronti quando l’incapacità di soddisfare le aspettative sarà manifesta. Ripartiamo da tre capisaldi: crescita ed equità, una nuova Europa e l’azzeramento delle forme che il Pd ha assunto rimettendo al centro le persone”.

BENIFEI: “NON VOGLIAMO PIÙ SENTIR PARLARE DI ROSICONI, GUFI E PROFESSORONI”

“CentoFiori – Per un nuovo Pd” è un think tank formato da giovani militanti e amministratori locali del Partito Democratico che non si riconoscono nell’indirizzo dato al Pd dalla guida renziana. Il nome scelto dagli animatori, che si raccolgono intorno alla figura dell’eurodeputato Brando Benifei, evoca la campagna dei “Centofiori” di Mao e l’invito al fermento intellettuale poi prontamente represso nel sangue. “Intendiamo chiamare tutti noi a sviluppare vivacità culturale e proporre idee nuove per un partito che deve proiettarsi nel futuro” – dice a Formiche.net Brando Benifei.

“Non dobbiamo disconoscere quanto di buono fatto in questi anni di governo in una fase storica difficile. Una stagione di luci e ombre che va analizzata con attenzione. Detto questo, però ci sono parole che non vogliamo più sentire: gufi, rosiconi e professoroni. Gli epiteti offensivi usati per additare gli avversari rivelano un atteggiamento arrogante che non porta a niente. Abbiamo vissuto anni di degrado della politica che hanno fatto nascere e sorgere i populismi. Dobbiamo riconnetterci con gli elettori che pochi mesi fa hanno dato alla sinistra italiana una sberla pesante” – continua l’eurodeputato – “.

“Le parole che vorrei sentire, invece, sono dialogo, comunità, unità e giustizia sociale. A sinistra facciamo politica per promuovere la giustizia sociale affinché chi parte da condizioni svantaggiate possa avere opportunità per migliorare la propria esistenza perché una società più equa funziona meglio. Il nuovo partito deve avere un’altra dimensione”.

La sfida congressuale è alle porte e “Centofiori” ha intenzione di portare le proprie istanze sebbene non riconosca, ancora, un candidato unico. “Sono sicuro che Centofiori non prenderà posizioni rispetto alla corsa alla segreteria. Qui oggi si sono riuniti militanti e amministratori che sosterranno candidati diversi. Abbiamo apprezzato molto la presenza di Maurizio Martina e di Nicola Zingaretti, avevamo invitato anche Marco Minniti che non è potuto venire e che al momento è in una fase di riflessione globale” – aggiunge Benifei – “Ci avviciniamo al congresso, però, con una idea chiara del partito che vorremmo. La nostra proposta è un partito in cui gli iscritti contino, in cui possano votare, su questioni fondamentali, con un referendum, un partito che distribuisca le risorse in maniera equa sui territori scardinando il meccanismo centralistico attuale”.

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