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I pubblicitari degli anni ‘80-‘90 hanno tutti avuto tra le mani un divertente libretto del francese Jacques Séguéla dal titolo “Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario… Lei mi crede pianista in un bordello”. Oggi sarebbe interessante pubblicare “Non dite a mia zia che faccio la lobbista… Lei mi crede fattucchiera”. È sempre difficile, per chi fa il nostro mestiere, far capire ad amici e parenti di cosa ci occupiamo realmente e dimostrare loro che si tratta di un lavoro non solo legittimo, ma anche necessario.

Lo conferma la lobbista di Samsung Eletronics Italia Francesca Chiocchetti, che abbiamo intervistato per la rubrica di Telos A&S Lobby Non Olet: “Mia zia ha capito che mestiere facevo, con tutto che è una docente di diritto, essenzialmente un anno fa”. Non c’è dubbio, il nostro è un lavoro difficile da raccontare, ma se nessuno prova mai a farlo il mistero sarà sempre più fitto. Nella sua intervista, Francesca si è soffermata sulla sua attività, in collaborazione con le istituzioni, per sensibilizzare tutti noi su quanto sia importante l’uso sicuro dei telefoni cellulari e su quali siano le accortezze da mettere in pratica per evitare che tutto quello che c’è sul nostro cellulare finisca in mani poco raccomandabili. Sì, perché i lobbisti non si occupano solo di rappresentare gli interessi della propria azienda, ma anche di suggerire iniziative per gestire l’impatto nel mondo reale dei loro prodotti o servizi. Guarda l’intevista.

“Quello che sto facendo è cercare di collaborare con le istituzioni affinché ognuno di noi sia ben consapevole di che cosa ha in mano. E posso fare un esempio banale: chi di noi usa il telefono solo per l’azienda? Bene, se disgraziatamente una persona dovesse perdere il telefonino, e non fosse protetto da password, questo metterebbe a rischio non solo i propri dati, le proprie fotografie, la propria rubrica, i propri documenti, le proprie password, ma consentirebbe un accesso al mondo aziendale” racconta nella sua video-intervista Francesca Chiocchetti.

Dai tempi della scoperta del fuoco, ogni novità comporta vantaggi innegabili, ed effetti collaterali altrettanto innegabili. I produttori sono chiamati a occuparsi anche di questi ultimi, non chiudendo la propria visuale ai soli dati di marketing: se un prodotto vende, allora va tutto bene. In altre parole, il mondo produttivo deve tenere in considerazione anche i risvolti sociali – e di conseguenza politici – dell’innovazione, che non può essere manieristicamente e ingenuamente considerata solo positiva per il semplice fatto di essere nuova. È anche il lobbista che aiuta l’industria a costruire questo ponte, e cerca di fare in modo che sia evidente, e gestito nel migliore dei modi, il collegamento tra il prodotto e il suo impatto nella società. “Quello che non mi piace è quando dico che lavoro faccio, come vengo guardata, come dire chissà che farà, la magia nera?” aggiunge Chiocchetti. Mi dispiace deludere gli amanti del mistero: niente magia, solo banale lobby. Tutto qui.

Tranquilli, non è lobby. È solo magia nera

I pubblicitari degli anni ‘80-‘90 hanno tutti avuto tra le mani un divertente libretto del francese Jacques Séguéla dal titolo “Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario… Lei mi crede pianista in un bordello”. Oggi sarebbe interessante pubblicare “Non dite a mia zia che faccio la lobbista… Lei mi crede fattucchiera”. È sempre difficile, per chi fa il…

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