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Nuove carte sul tavolo elettorale del Brasile. L’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha confermato che non sarà il candidato del Partito dei Lavoratori alle elezioni presidenziali del 7 ottobre. Al suo posto correrà l’ex ministro dell’Istruzione ed ex sindaco di Sao Paulo, Fernando Haddad. Fino a ieri, Haddad era candidato alla vicepresidenza nella formazione di Lula, ma la decisione del primo settembre della Corte Elettorale di inabilitare Lula Da Silva ha costretto ad un cambiamento della leadership socialista.

Haddad dovrà battersi alle presidenziali con altri ex ministri, Lula Ciro Gomes e Marina Silva, anche loro candidati. Secondo l’ultimo sondaggio dell’Istituto Datafolha, Ciro e Marina sono tecnicamente in pareggio al secondo posto con Haddad, mentre Geraldo Alckmin, del partito di centrodestra PSDB, è al 10%. Favorito con il 24% dei voti è il leader dell’estrema destra, Jair Bolsonaro.

Avvocato con un master in Economia e un dottorato in Filosofia, Haddad è diventato popolare nelle ultime settimane perché portavoce del “compagno” Lula nelle manifestazioni in piazza. A meno di un mese dalle elezioni, dovrà convincere l’elettorato che è il “prescelto” dell’ex presidente, anche se manca in carisma e proiezione nazionale. La sfida sarà quella di cambiare la sua immagine di intellettuale di sinistra per intensificare il ruolo di militante sociale delle classi popolari.

Figlio di libanesi, il candidato del PT ha 55 anni, è sposato da 20 anni con Ana Estela Haddad e ha due figli. È stato ministro dell’Istruzione tra il 2005 e il 2012, anni in cui è diventato uomo di fiducia di Lula Da Silva e di Dilma Rousseff. L’ex presidente lo invitò a candidarsi alle elezioni del 2012 come sindaco di Sao Paulo. Nel 2016 perse le elezioni contro il socialdemocratico, Joao Doria, 53% di voti contro 16%. L’ombra della corruzione e del favoreggiamento e lo scontento sociale per l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico lo colpirono.

Il mondo ha gli occhi sul Brasile. Tra le visioni negative del futuro del Paese sudamericano c’è quella del quotidiano francese Le Monde, che ha dedicato un editoriale particolarmente apocalittico. Intitolato “Il naufragio di una nazione”, Le Monde sostiene che il Brasile “è un Paese che sembra avere perso il controllo del proprio destino […] Una nazione che si sente abbandonata [….] con una classe politica angosciante, invecchiata e minata dalla corruzione”. Secondo il quotidiano francese, i brasiliani vivono uno dei momenti più difficili dopo la dittatura, ben lontani dal “miracolo brasiliano” di qualche anno fa.

Chi è Fernando Haddad, candidato alle presidenziali in Brasile (al posto di Lula)

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