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Prima di Giuseppe Conte al Copasir. Oggi, a Palazzo San Macuto, il presidente del Consiglio è stato ascoltato per oltre due ore dai parlamentari di opposizione e maggioranza che compongono il comitato di vigilanza sull’intelligence.
Per l’inquilino di Palazzo Chigi – che ha tenuto per sé, e forse continuerà a tenere, la delega ai servizi segreti – l’incontro con la commissione bicamerale presieduta dal dem Lorenzo Guerini, sebbene di rito, è arrivato in un momento di grandi sfide per il Paese.
E se da un lato, mentre si scrive, non ci sono ancora molte indiscrezioni sugli argomenti affrontati in audizione, dall’altro è verosimile pensare che il premier non abbia potuto non toccare alcuni dei temi, domestici ed esteri, che stanno impegnando l’esecutivo.

IL DOSSIER LIBIA

Il riferimento è in primo luogo alle perduranti tensioni in Libia (tema su cui si è espresso) e alla prossima conferenza internazionale sul Paese nordafricano che il nostro governo promuoverà a novembre in Italia, forse in Sicilia. Ieri il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha avuto a Bengasi un lungo colloquio con l’uomo forte della Cirenaica, considerato il principale alleato di Francia ed Egitto nella nazione, il maresciallo Khalifa Haftar. Mentre è ben nota la vicinanza della Penisola al governo di Tripoli, dove l’Italia tiene ancora aperta la propria ambasciata.

IL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE

L’instabilità libica è direttamente collegata a un altro dei temi che vedono protagonista l’esecutivo, ovvero il contrasto all’immigrazione illegale. I barconi che approdano l’Italia partono infatti in stragrande maggioranza dalle coste del Paese nordafricano, oggi difficili da controllare. Per questo lo sforzo italiano si sta orientando non solo a un delicato lavoro di tessitura diplomatica, ma anche al rafforzamento delle capacità della Guardia Costiera dell’ex “regno” di Muammar Gheddafi.

LE NOMINE DEI VERTICI DEI SERVIZI

Altra questione, forse ineludibile, è quella relativa alle attese nuove nomine dei vertici dei servizi segreti. Come già raccontato da Formiche.net, del cambio di figure chiave in ambito intelligence si discute ormai sin quando si è insediato il governo, ma i progetti sembrano essere finora stati messi in stand-by. Il presidente del Consiglio, secondo quanto si è appreso al termine dell’audizione, ha parlato di “scelte che dovranno essere fatte nei prossimi mesi” ma avrebbe, ad ogni modo, dato una valutazione sostanzialmente positiva dell’impianto normativo e del sistema dell’intelligence.

LA MINACCIA CYBER

Ultima, ma non per importanza, c’è l’ormai perenne, pervasiva e trasversale minaccia cyber, che mette a rischio, tra le altre cose, pregiato know-how delle aziende italiane e comunicazioni riservate a tutti i livelli, compreso quello governativo. In questo ambito c’è da fare il punto sull’attuazione dei punti del cosiddetto Decreto Gentiloni, che ha ridisegnato l’architettura nazionale in tema di sicurezza informatica, e del nuovo Piano nazionale per la cyber security. Da valutare anche i passi in avanti nella piena attuazione delle misure collegate alla Direttiva Nis, come l’accorpamento dei Cert e l’identificazione, entro il 9 novembre di quest’anno, degli operatori nazionali di servizi essenziali soggetti alla nuova normativa europea.

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