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L’Italia intende potenziare la sua flotta di caccia da superiorità aerea acquisendo altri 24 Eurofighter Typhoon. Arrivano conferme istituzionali su quello che è stato a lungo un rumour: il governo, infatti, ha sottoposto l’acquisto al parere della Camera dei deputati, che si esprimerà tramite la commissione Difesa (IV) e la commissione Bilancio e tesoro (V), rispettivamente entro il 13 agosto ed il 24 luglio. Si tratta, comunque, di pareri non vincolanti, a testimonianza dell’intesa tra via XX Settembre e Palazzo Chigi in materia. 

Per quanto non si sappia ancora nient’altro di ufficiale, si può ipotizzare un’operazione volta a rimpiazzare la prima tranche entrata in servizio a inizio anni Duemila con l’ultima versione disponibile. Non si tratta di una spesa già ventilata all’interno dell’ultimo documento programmatico pluriennale (dpp 2023-2025) e, essendo l’acquisto stimabile tra i 5 e gli 8 miliardi di euro, è presumibile che le risorse verranno trovate col prossimo bilancio della Difesa. 

L’Eurofighter Typhoon, tecnicamente chiamato F-2000A, è un caccia di generazione 4.5, prodotto da una coalizione multinazionale, di cui fa parte l’Italia, e con una marcata sfumatura europeista. Il progetto, infatti, nasce negli anni Ottanta, dopo la positiva collaborazione tra Regno Unito, Italia e Germania per il Panavia Tornado, con l’esplicita ambizione di creare un unico caccia per tutta la Comunità europea. Essendosi i francesi chiamati fuori per produrre autonomamente il Rafale, l’Eurofighter è prodotto da Londra, Berlino, Roma e Madrid, che controllano il consorzio con quote relative agli ordini e agli investimenti nel programma (rispettivamente, 33%, 33%, 21%, 13%). La Svezia, poi, produrrà il suo Gripen. 

Si tratta di un velivolo militarmente performante, allora come adesso e, grazie ai suoi numerosi aggiornamenti, assolutamente in grado di fornire il suo contributo fino al 2040. Addirittura, annunciando l’aggiornamento Phase 4, Giancarlo Mezzanatto, amministratore delegato di Eurofighter, ha dichiarato che “il Typhoon, la spina dorsale della difesa aerea europea, proteggerà i nostri cieli fino al 2060”. 

Inoltre, essendo questo un programma interamente europeo, la commessa avrà ritorni vantaggiosi. Economicamente parlando, solo in Italia, il programma dà lavoro a più di 20mila persone. Soprattutto, poi, si tratta di un modo per sostenere ed affinare le capacità nazionali in materia, preservando asset strategici e contribuendo a preparare il terreno per il Global combat air programme (Gcap), che inizierà a sostituire il Typhoon già nel 2035. 

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