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Il 13 aprile l’intelligence militare olandese (Mvid) ha bloccato quattro operativi dell’agenzia pari-ruolo russa, nota come Gru, che stavano per hackerare la rete wi-fi dell’Opcw, l’Organizzazione per il controllo delle armi chimiche: lo ha reso noto oggi il ministero della Difesa dei Paesi Bassi.

L’Opcw è l’istituzione internazionale, con sede all’Aia (per questo l’operazione contro i russi è stata condotta dagli olandesi, comunque in partnership con i servizi segreti inglesi), che, per esempio, ha gestito lo smantellamento dell’arsenale chimico assadista dopo la strage del 2013 — attività di cui la Russia s’è fatta garante per usarla come copertura al regime siriano. Questa primavera l’Opcw è intervenuta per far luce sul caso Skripal: ossia il tentativo di avvelenamento di un ex agente del Gru nel Regno Unito, per cui Londra ha incolpato il Gru stesso, che avrebbe agito su ordine del Cremlino per regolare i conti con un traditore e creare un clima di dissuasione. In quegli stessi giorni di aprile, l’Opcw stava anche indagando sull’attacco chimico assadista a Douma.

Sergei Skripal – che recentemente Vladimir Putin ha definito così: “Tutti ne parlano come di un difensore dei diritti […] ma in realtà è un sacco di merda che ha tradito la sua patria” – e sua figlia sono stati avvelenati con un agente nervino di fabbricazione militare la cui formula fu costruita nei laboratori sovietici, il Novichok. Quando l’Opcw ha dovuto prendere in mano l’indagine, i laboratori svizzeri Spiez si sono occupati di fare le analisi sui campioni rinvenuti nei vari luoghi in cui Skripal e sua figlia si erano mossi nella città inglese di Salisbury e su Douma.

Le intelligence olandese e svizzera avevano già fatto sapere nelle scorse settimane di aver beccato due uomini del Gru che stavano cercando di penetrare il sistema informatico degli Spiez, forse per alterare i risultati dei test; fatto sta che non ci sono riusciti, e il laboratorio di Berna ha emesso il verdetto: è Novichok. L’unità cyber del Gru aveva anche tentato un attacco a distanza contro l’impianto di analisi sulle armi chimiche di Porton Down in aprile (che si occupato di analizzare i campioni degli Skripal su incarico del governo inglese) e contro il Foreign Office a marzo. Entrambi gli attacchi non hanno avuto successo, secondo quanto dichiarato da Londra.

Il capo dello Mvid olandese ha detto che i quattro fermato all’Aia pianificavano proprio un successivo viaggio in Svizzera. Il governo olandese ha autorizzato la pubblicazione delle foto scattatate all’aeroporto di Schipol, Amsterdam, e dei dati identificativi dei quattro operativi dell’unità Sandworm del Gru (a cui vengono affidati i lavori più delicati). I nomi sui passaporti russi con cui circolavano in Unione Europea, dopo essere entrati il 10 aprile, sono: Aleksei Sergeyevich MorenetsEvgeniy Mikhaylovich SerebriakovOleg Mijailovich Sotnikov, Alexey Valeryevich Minin; i primi due sono stati definiti come esperti di guerra informatica e cyber spionaggio, gli altri due di human intelligence.

Le spie sono stato estradate in Russia (con l’assistenza di un diplomatico dell’ambasciata nei Paesi Bassi), ma gli olandesi hanno tenuto le attrezzature sequestrate all’interno della Citroën noleggiata con cui si muovevano (c’erano diversi telefoni, computer, uno dei quattro aveva un’antenna nascosta sotto a un cappotto). Il 13 aprile sono stati fermati in flagranza, nel parcheggio antistante del Marriol Hotel a fianco alla sede dell’Opcw. Funzionari inglesi hanno detto al Guardian che prima avrebbero tentato un attacco da remoto dalla Russia, ma quando hanno fallito hanno provato “un’azione ravvicinata” inviando gli agenti direttamente all’Aia per provare a penetrare la rete dell’Opcw direttamente dal wi-fi.

Dalle prime analisi circolate sui media, pare che le apparecchiature e i software contenuti nei computer siano stati usati anche per un attacco hacker durante una conferenza mondiale antidoping a Losanna (tre anni fa la Russia è finita in mezzo a un gigantesco caso di doping di stato), in altre operazioni simili in Brasile (dove si sono svolte le ultime Olimpiadi) e in Malesia, in attività connesse all’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines. L’areo è precipitato  il 17 luglio 2014 colpito da un missile terra-aria Buk di fabbricazione russa lanciato dai ribelli filorussi nei cieli dell’Ucraina dell’Est — una commissione d’inchiesta olandese, che ha indagato sul disastro aereo perché la stragrande maggioranza dei passeggeri erano cittadini olandesi, ha sentenziato che le responsabilità ultime della strage in cui morirono 298 persone sono di Mosca, che aveva passato clandestinamente quel sistema antiaereo ai separatisti ucraini, i quali lo hanno usato in modo indiscriminato (forse commettendo un errore di tiro, anche se è possibile che sul punto di lancio ci fossero consulenti militari russi).

Sulla base delle informazioni diffuse, risulta che i numeri seriali in due dei documenti di due dei presunti agenti arrestati ad aprile in Olanda risultano consecutivi. Una situazione identica a quella di Ruslan Borishov (che posi si è scoperto essere al secolo Anatoliy Chepiga, colonnello del Gru), e Aleksander Petrov che Londra accusa di essere stati gli esecutori materiali dell’avvelenamento degli Skripal, come dimostrato da un’inchiesta del sito specializzato Bellingcat.

Il sito aveva ottenuto informazioni strettamente confidenziale che collegavano in modo inequivocabile Borishov e Petrov al Gru, nonostante qualche giorno prima mandata in onda dal media propagandistico del Cremlino Russia Today una loro intervista – fortemente voluta da Putin – in cui si dichiaravano civili cittadini, semplici turisti russi che i giorni dell’avvelenamento Skripal si trovano a Salisbury per vedere la cattedrale neo-gotica. È questa la linea ufficiale tenuta da Mosca, la portavoce del ministero degli Esteri russo ha già definito le ricostruzioni olandesi “fantasie”: Londra e l’Aia hanno invece emesso un comunicato congiunto di denuncia per le attività “clandestine e criminali” del Gru.

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