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Le cattive notizie, per l’Italia, non vengono solo da Bruxelles, ma anche dall’altra sponda dell’Atlantico. E non è la sirena di chicchessia, ma della maggiore banca d’affari americana, Goldman Sachs. Che il 2019 dell’Italia se lo è già immaginato. E non sono rose e fiori. Nei 10 temi di investimento per il 2019, intolati Down but non out la banca statunitense dedica anche un capitolo all’Italia che è tra i fattori di rischio del mercato, anzi rappresenta una vera e propria “nuvola scura” sull’Europa. Gli esperti sono scettici sul fatto che Bruxelles o Roma siano davvero disposti a un compromesso (qui l’intervista all’economista Vladimiro Giacchè) per cui lo spread potrebbe salire ancora prima che la situazione migliori. Ecco perché.

“Le cose in Italia potrebbero peggiorare prima di vedere un miglioramento e già a inizio 2019 si potrebbe avere una recessione”, scrive Goldman Sachs. Il fatto è che solo “la pressione dei mercati potrà spingere il governo a tornare a una maggiore disciplina nel bilancio”. Mercato sovrano, dunque, ancora una volta. Non la politica ma chi ci compra 400 miliardi di debito ogni anno. Da qui l’idea che “le cose potrebbero dover andare peggio prima di migliorare”. C’è poi un ulteriore rischio, ovvero che con l’accumulo di spread invece di procedere a una svolta sulla manovra l’Italia si ritrovi con una “impasse politica” o resti estromessa dai mercati prima della correzione, con una spirale che compromettere ancora di più il Pil.

Non manca, però, una nota di ottimismo.”Appena il cielo in Italia si sarà schiarito vediamo molte ragioni per essere costruttivi sull’Europa. Per prima cosa le valutazioni sul mercato del credito e su quello azionario sono scese fino a raggiungere livelli appetibili. In secondo luogo la politica monetaria resterà accomodante anche dopo la fine del Quantitative easing della Bce (la quale oggi ha annunciato una riduzione dell’11% della propria esposizione verso l’Italia, come da programma, ndr). I nostri economisti non si aspettano un rialzo dei tassi fino alla seconda parte del 2019. Infine nonostante la crescita abbia deluso nel 2018, resta sopra la media storica per l’intero anno”, si legge nel report.

Problema Pil, alias la crescita. Goldman Sachs ha drasticamente tagliato le stime del Pil italiano sul 2019 ad appena +0,4%, come conseguenza del calo di fiducia e dei rialzi di rendimenti e spread sui titoli di Stato. Ricordando, ancora una volta, l’amara verità. E cioè che serviranno “ulteriori pressioni di mercato” e un ampliamento ancora più marcato del differenziale Btp-Bund per convincere il governo a correggere la rotta sulla manovra. Ma qualcuno è scettico sulla nuvola nera che si aggira sui cieli dell’Europa. Qualcuno come il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Il quale ha bollato come “premature” le previsioni di Goldman. Attenzione, forse è troppo presto dice Boccia, ma non è detto che non sia vero.

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