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L’incertezza del panorama internazionale continua ad alimentare il mercato della difesa. Nel 2017, l’export globale si è avvicinato a quota 100 miliardi di dollari, raggiungendo il livello più alto degli ultimi dieci anni. A guidare la classifica sono sempre gli Stati Uniti, che coprono oltre la metà del mercato. Segue la Russia e poi il Regno Unito, che non è parso avvertire l’impatto della Brexit registrando un aumento delle proprie esportazioni di oltre il 50%. Dopo l’ingresso in top five dello scorso anno (grazie alla maxi commessa di Fincantieri per le navi al Qatar), l’Italia torna ai livelli tradizionali e si colloca alle spalle di Francia e Germania. Sono i dati che emergono dal rapporto annuale della Defence & Security Organization (Dso) del Regno Unito, l’agenzia governativa che dipende dal Dipartimento per il commercio internazionale (Dit).

IL MERCATO GLOBALE SPINTO DALLE INCERTEZZE STRATEGICHE

Lo scorso anno, il mercato globale dell’export nel campo della difesa si è attestato a un valore di 98 miliardi di dollari, il livello più alto degli ultimi dieci anni. “È un livello significato dato l’impatto dell’incertezza economica globale post-2014, che ha incluso la volatilità dei prezzi del petrolio e svalutazioni”, si legge nel report. D’altra parte, la crescita dello scorso anno nelle esportazioni è giustificata dalle “continue incertezze e minacce strategiche, nonché dall’aumento dei prezzi”. Globalmente, nonostante la contrazione fiscale, la spesa per la difesa “è stata pesantemente aumentata da finanziamenti off budget, sebbene alcuni programmi siano stati ritardati”, spiega ancora la Dso.

LA GRADUATORIA MONDIALE

A sorprendere sono soprattutto i dati relativi al Regno Unito, che ha aumentato del 53% l’export militare arrivando a quota 11,5 miliardi di dollari e posizionandosi al terzo posto nella graduatoria mondiale (con uno share di mercato del 12%) dopo Stati Uniti e Russia. Seguono Francia, Germania e Italia. Se si considerano i dati degli ultimi dieci anni, Londra è invece in seconda posizione. Ad ogni modo, per il 2017, sul gradino più alto ci sono ancora gli Usa, stabilmente in prima posizione dal 2007 (anno in cui, secondo la Dso, erano stati scavalcati proprio dal Regno Unito). Nel 2017 gli Stati Uniti hanno raggiunto la quota più ampia di mercato dell’export, circa il 53%, “riflettendo vendite considerevoli in tutti i settori”. La Russia copre uno share del 16%, mentre la Francia del 6%.

LA POSIZIONE ITALIANA

“L’Italia ha tradizionalmente mantenuto un livello relativamente stabile per l’export della difesa”, spiega la Dsp. Sul 2016 ha però influito pesantemente il maxi contratto da 5 miliardi di euro per le navi vendute da Fincantieri al Qatar, con tanto di sistemi realizzati da Leonardo, MBDA ed Elettronica. Se, due anni fa, la commessa qatarina aveva permesso al nostro Paese di spostarsi dall’ottava alla quinta posizione (facendo uscire dopo tanti anni la Germania dalla top five), l’anno scorso l’export si è attestato ai livelli “tradizionali”, sia per valore assoluto sia per share di mercato globale (per cui ci troviamo in sesta posizione).

IL REGNO UNITO E I MAGGIORI PROGRAMMI

A pesare sui dati del Regno Unito è soprattutto il settore dell’aviazione, che ha visto siglare importanti contratti di export nell’ambito della partecipazione al programma F-35. Ad essi si aggiungono i motori Rolls Royce forniti agli aerei multiruolo (Mrtt) tedeschi e i componenti venduti alla Turchia. Ci sono poi gli ordini ricevuti negli anni precedenti al 2017, compresi quelli per i 28 Eurofighter al Kuwait (per cui BAE Systems agisce da prime contractor) e all’Arabia Saudita, e quelli per gli addestratori Hawk all’Oman. Se si allarga il campo di osservazione, i maggiori contratti siglati nel 2017 riguardano gli Stati Uniti e l’aviazione. In testa c’è il contratto per gli F-35 in Australia, del valore di oltre 7,7 miliardi di dollari. Segue la vendita di 36 caccia F-15 QA (realizzati da Boeing) al Qatar. Ha un valore di 2,5 miliardi di dollari il contratto che la Russia ha siglato con la Turchia per la tanto discussa vendita del sistema di difesa missilistica S-400.

IL LATO IMPORT

Per quanto riguarda l’import, la principale area di destinazione nel decennio 2008-2017 è stata il Medio Oriente, con in testa Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi. Regno Unito, Stati Uniti e Francia sono i loro maggiori fornitori. Per la regione dell’Asia e Pacifico, l’import è aumentato negli anni più recenti (complice l’assertività cinese e l’instabilità coreana) e ha coinvolto soprattutto i settori dell’aerospazio e navale. Al terzo posto tra gli importatori c’è l’Europa, i cui Paesi acquistano prevalentemente da altri Stati europei o dagli Stati Uniti. Per quanto riguarda l’export verso gli Usa, è il Regno Unito ad aggiudicarsi la fetta di mercato più cospicua.

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