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Secondo recentissime analisi fatte dalla società di intelligence privata israeliana Isi (ImageSat International), la Cina potrebbe aver rimosso – più probabilmente spostato – parte delle batterie missilistiche schierate nelle Spratly e nelle Paracel, due degli isolotti contesi del Mar Cinese Meridionale.

La Isi, specializzata in studi geospaziali, ha utilizzato immagini satellitari open-source per confrontare alcuni tratti delle coste degli isolotti di cui Pechino rivendica la sovranità ripresi a metà maggio e il 3 giugno. In queste ultime le batterie missilistiche anti-nave e anti-aeree che aveva fatto alzare il livello dello scontro con Washington sul dossier in questo momento non sono visibili.

Se fosse veritiero questa specie di disarmo cinese, sarebbe un passo importante nell’ambito di uno dei terreni che più di tutti scaldano gli animi tra Cina e Stati Uniti, che avrebbe ripercussioni su tutte le questione che i due paesi stanno affrontando (però sembra difficile che sarà così, ndr). Washington accusa continuamente i cinesi, che starebbero militarizzando l’area per sostenere anche con le armi le loro pretese territoriali; Pechino risponde che sono invece gli americani a invadere militarmente il Pacifico.

Nei giorni scorsi alcuni B-52 hanno sorvolato l’area: il Pentagono ha spiegato che era un’operazione di routine, nell’ambito di programmi di esercitazione, ma è chiaro il messaggio di deterrenza in risposta a un’attività simile cinese; i bombardieri strategici H-6K sono stati fatti atterrare a inizio maggio sulla pista di Woody Island (un atollo delle Spratly in cui le opere ingegneristiche di Pechino hanno creato un grosso avamposto militare).

“Spero che gli Stati Uniti possano spiegare a tutti: non è militarizzazione quando si inviano armi d’attacco come i bombardieri B-52 nel Mar Cinese Meridionale? Erano lì per la libertà di navigazione e di sorvolo? Quando vedi [mostrare i] muscoli e [girare gli] spioni intorno a casa tua, non dovresti aumentare la tua vigilanza e migliorare le tue capacità di difesa?”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ribadendo la posizione di Pechino, che considera le basi come un suo diritto difensivo.

“Nonostante le affermazioni della Cina in senso contrario, il posizionamento di questi sistemi d’arma è legato direttamente all’uso militare ai fini di intimidazione e coercizione”, ha detto il segretario alla Difesa statunitense, James Mattis, parlando all’Asian Security Forum di Singapore la scorsa settimana.

La Isi si è preoccupata di spiegare che comunque non è detto che le batterie di missili e i sistemi radar notati a inizio mese, camuffati da reti mimetiche, siano stati rimossi del tutto. Anzi, spiega la società israeliana, è molto più possibile che sia in atto un semplice spostamento (magari anche per ragioni tecniche: l’acqua di mare, per esempio, può deteriorare i sistemi piazzati proprio sulla spiaggia). E aggiunge che fra pochi giorni probabilmente li rivedremo apparire da qualche altra parte del Mar Cinese Meridionale.

La Cina e il mistero dei missili spariti nel conteso Mar Cinese meridionale

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