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Dalle attività di anti-pirateria al contrasto al terrorismo, fino alla sorveglianza marittima, le operazioni navali stanno vivendo una profonda evoluzione, contraddistinta dall’emersione di minacce sempre più sofisticate. A partire da tale consapevolezza, attraverso un progetto di sviluppo auto-finanziato, Elettronica ha lanciato al salone parigino di Euronaval la nuova generazione della contromisura infrarosso Dircm per le applicazioni navali, tecnologia basata su laser a caduta quantica già brevettata, un unicum nel Vecchio continente. L’azienda italiana è specializzata in Ew e cyber-intelligence, ha base a Roma ed è guidata dal presidente e ceo Enzo Benigni.

L’AVVIO DEL PROGRAMMA

Alcuni anni fa, hanno raccontato in conferenza stampa ad Euronaval la chief scientist Daniela Pistoia e il marketing and sales manager Enrico Colantoni, il gruppo ha deciso di avviare una campagna di sperimentazioni per applicare al campo navale le proprie soluzioni Dircm, acronimo che sta per Direct infra-red countermeasures, e che si è già evoluto in Dirqm, con la “q” di quantum. D’altra parte, a luglio, al salone londinese di Farnborough, l’azienda italiana aveva presentato l’EuroDirqm, la prima contromisura europea basata su laser a caduta quantica, pensata tuttavia per i velivoli. Per quanto riguarda il campo navale invece, lo studio prendeva avvio dalla contezza della diffusione dei missili a guida infrarossa negli scenari marittimi, minacce sempre più diffuse grazie alla crescente reperibilità sul mercato, anche per attori non benintenzionati.

LA CAMPAGNA DI TEST

Il “successo” dei primi test (condotti sulla generazione attuale di Dircm, Elt/572) ha portato l’azienda a proseguire i lavori, arrivando al risultato di una soluzione perfettamente integrabile nell’Ew managment della nave (parte del più ampio Combat managment system), capace di schermare anche le piattaforme più grandi. Il sistema è infatti scalabile sia per la potenza sia per il numero dei dispositivi da installare a bordo della unità navali. Proprio per questo, Elettronica sta concretamente pensando di inserire la nuova capacità quale complemento alla sua Ew Suite di recente sviluppo.

LA SFIDA TECNOLOGICA…

I primi test in mare hanno preso il via nel 2015. “Abbiamo esteso il nostro portafoglio di prodotti – ha detto Pistoia – costruendo un dimostratore, testandolo in ambiente navale e dimostrando la sua efficacia”. Difatti, “siamo stati molto sorpresi di come le tecnologie si siano dimostrate efficaci anche in campo navale”, ha rimarcato Colantoni. Ora, ha aggiunto, “stiamo lavorando per avere quanti più dati possibili dai test”. D’altra parte, la difficoltà principale, per una soluzione che si basa su capacità nate per i velivoli, “era rappresentata dalle dimensioni della piattaforma da proteggere, enorme rispetto a un aereo o un elicottero”. Per questo, la soluzione è pensata per agire all’interno di un sistema, non solo con gli apparati Dircm che possono essere installati a bordo (per garantire una copertura a 360 gradi) e con le contromisure flares (“fiaccole” che vengono lanciate per ingannare il missile in arrivo), ma anche con l’intero sistema di gestione del combattimento della nave.

…E QUELLA DI BUSINESS

Adesso, dimostrata l’efficacia della tecnologia “la sfida è convincere gli utilizzatori della necessità di tali tecnologie”, ha detto la chief scientist del gruppo. “Stiamo proponendo qualcosa che non è ancora richiesto, ma che dovrà essere nel prossimo futuro nella road map di tutte le agenzie di procurement in campo navale”, ha rimarcato. Elettronica lo sta già facendo e il riferimento principale è e sarà la Marina militare italiana”, le ha fatto eco Colantoni. Non a caso, si tratta di una tecnologia a sovranità europea, il cui cuore è completamente italiano, sviluppato con “un approccio rischioso (quello dell’autofinanziamento, ndr) che ha già dimostrato di essere vincente”, ha evidenziato ancora Pistoia. L’obiettivo è estendere in ambito navale le competenze acquisite da Elettronica per la gestione dei laser a cascata quantica, la tecnologia più avanzata per lo sviluppo di sistemi Dircm.

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