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Ci sono dinamiche esterne al nostro Paese che condizionano la nostra sovranità? È il quesito che va posto serenamente all’interno del pubblico dibattito per impedire un pericoloso corto circuito istituzionale.

Il Capo dello Stato ha spiegato le ragioni del suo no al nome del professor Paolo Savona al ministero dell’Economia con “devo difendere i risparmi degli italiani”. Comprensibile l’idea di tutelare i risparmiatori che già in questi anni hanno pagato un prezzo altissimo per errori sciaguratamente commessi anche dalla politica, come il caso Mps dimostra in tutta la sua interezza. Con tutto il cuore, mi impegno a credere che non aveva altra soluzione per tutelare i risparmiatori italiani, se non quella di impedire la nascita dell’esecutivo Conte.

Ma accanto a questo scenario, è con il massimo rispetto che penso sarebbe utile alla collettività interrogarsi sull’esistenza o meno di dinamiche esterne al nostro paese che ne condizionano la sovranità. Questo un nodo nevralgico, che andrebbe sciolto al più presto, per impedire che la volontà democraticamente espressa dal voto possa essere inficiata da sospetti o da un clima che si fa sempre più incandescente, con il possibile epilogo di uno scollamento che si fa tragica frattura tra cittadini e politica.

Utile ricordare che accadde qualche anno fa con Silvio Berlusconi, l’ultimo presidente del consiglio eletto dai cittadini, costretto a dimettersi per via dello spread e dell’iper nervosismo dei mercati travolti dagli effetti della crisi di Lehman. E accade ancora oggi, con un ministro proposto da Matteo Salvini che è stato respinto. Tutto ciò, da preoccupante diventa inaccettabile se il no a Savona entra nell’alveo delle opinioni politiche, che invece devono lasciare il campo alla terzietà e al ruolo di garanzia verso la volontà popolare, per allontanare i sospetti sulla perdita della sovranità nazionale.

Questa la ragione per cui mi auguro che, nel profondo rispetto di ruoli e prerogative e senza trascendere in scontri personali o istituzionali, si possa aprire un franco e proficuo dibattito sulla sovranità italiana, sugli agenti esterni che potrebbero minarne l’indipendenza, sul reale binomio tra voto popolare tutelato dalla Costituzione e aspirazione dei cittadini a vedere realizzati i programmi che hanno scelto nella cabina elettorale.

twitter@Magliocca_G

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Di Giorgio Magliocca

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