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I riflettori, finora, erano stati tutti puntati su Cambridge Analytica, la controversa compagnia di data mining che avrebbe lavorato – con metodi ancora del tutto da chiarire – alla campagna di Donald Trump per le scorse elezioni presidenziali e che, in passato, ha avuto ai vertici proprio l’ex stratega della Casa Bianca e ideologo dell’alt-right americana, Steven Bannon. Ora, invece, nell’intricata maglia del cosiddetto Facebookgate – in parte da sbrogliare – è spuntato un altro nome di ‘peso’, sconosciuto ai più ma non agli addetti ai lavori, soprattutto a quelli che hanno dimestichezza con il delicato settore della big data analysis: Palantir Technologies.

LA FIGURA DI THIEL

A tirare in ballo l’azienda co-fondata nel 2004 e oggi presieduta dal miliardario americano Peter Thiel (nella foto) – impresa che prende il nome dalle ‘pietre veggenti’ dell’universo fantasy creato dall’immaginario dello scrittore inglese J.R.R. Tolkien, i palantiri – è stato sempre Christopher Wylie, il whistleblower che con le sue rivelazioni ha sollevato nelle passate settimane l’intera vicenda e che ora parla di una presunta collaborazione tra Cambridge Analytica e Palantir.
Thiel (che ha creato con altri anche il colosso delle transazioni online Paypal), non accusato di nessun reato, ma è considerato molto vicino a al presidente Usa. Dalle sue tasche – che ha fatto parte del comitato di transizione di Trump e che ha partecipato a un incontro tra la Casa Bianca e i ceo dei giganti tech – è infatti giunto più di un milione di dollari in donazioni per la campagna elettorale del magnate newyorkese.

LA PRESUNTA COLLABORAZIONE

Sebbene al momento non ci sarebbero contratti ufficiali che possano confermare la cooperazione tra le due compagnie, la ‘talpa’, che in passato ha lavorato per CA, nella sua testimonianza davanti alla commissione parlamentare britannica ha detto che “i dipendenti di Palantir venivano in ufficio e lavoravano sui dati” ha sottolineato. Inoltre, Palantir avrebbe “aiutato a creare il modello su cui lavoravano” ha detto ancora Wylie. Quest’ultimo ha anche sostenuto, riporta Cnbc, che l’amministratore delegato di Cambridge Analytica, Alexander Nix, sarebbe stato introdotto a Palantir attraverso Sophie Schmidt, la figlia dell’ex Ceo di Google, Eric Schmidt.

IL RUOLO DI PALANTIR

Le dichiarazioni di Wylie sono, naturalmente, tutte da verificare, ma il ruolo primario di Palantir nel settore è tutt’altro che ignoto. Nonostante i suoi conti (e i suoi clienti) siano in larga parte non pubblici, la società, specializzata nella raccolta e analisi dei dati raccolti, sarebbe da tempo, secondo la stampa d’Oltreoceano, uno dei collaboratori di punta dei servizi segreti, dei militari e del law enforcement americani: Cia, Nsa, Esercito, Fbi. Tutti, ai più alti livelli, utilizzerebbero il software sviluppato dagli ingegneri della compagnia (come il celebre Gotham, con un chiaro riferimento a Batman) per rastrellare dati – i più diversi – e poi correlarli per dare le informazioni cercate. e sfruttare informazioni di ogni genere. Da sempre vicina al mondo dell’intelligence a stelle e strisce, all’inizio, quando era ancora una start-up, Palantir sarebbe stata sostenuta da un finanziamento proprio di In-Q-Tel, il fondo d’investimento tecnologico della Cia.

Palantir, tutti i dettagli sull'azienda (vicina alla Cia) tirata in ballo nel Facebookgate

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