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All’indomani del trionfo elettorale di Vladimir Putin e della sua quarta rielezione alla guida della Russia, diverse sono le voci aspramente critiche che si alzano nei confronti della campagna elettorale. L’Osce, in particolare, boccia quelle che definisce elezioni sulle quali hanno pesato “pesanti limitazioni della libertà d’espressione e pressioni”.

Così ha detto la portavoce Ue Maja Kocijancic commentando i risultati: “Ci aspettiamo che la Russia affronti le violazioni e le manchevolezze” perché “vanno contro gli impegni Osce della Russia e altri obblighi internazionali”.

A pesare come un macigno è anche l’esclusione del leader dell’opposizione Alexei Navalny, a cui la Corte Suprema russa, a causa di una precedente condanna, aveva respinto la richiesta d’appello, di fatto vietandogli di sfidare Putin alle elezioni. Per non parlare di quella che l’Osce definisce “una copertura mediatica eccessiva” a favore del premier e l’arresto di chi contestava la legittimità del voto. A questo proposito Kocijancic evidenzia anche una “copertura ampia e acritica” da parte dei media su quanti erano al potere, aggiungendo che “un certo numero di attivisti che hanno messo in dubbio la legittimità dellee lezioni sono stati detenuti”.

“La scelta senza reale concorrenza – ha dichiarato Michael Georg Link, coordinatore speciale e leader della missione di osservazione a breve termine dell’Osce – come abbiamo visto qui, non è una vera scelta. Ma la gestione professionale ed efficiente degli aspetti tecnici delle elezioni da parte della Commissione Elettorale Centrale merita di essere riconosciuta”. Aggiungendo, però: “Ma dove il quadro giuridico limita molte libertà fondamentali e il risultato non è in dubbio, le elezioni quasi perdono il loro scopo: consentire alle persone di scegliere i propri leader”.

Marietta Tidei, capo della missione Osce di monitoraggio delle elezioni presidenziali russe, commentando la lettera inviata al rappresentante di Kiev presso l’Osce ha sottolineato come, “sebbene in una situazione di conflitto, è grave che ad alcuni cittadini russi sia stato negato il diritto di voto”, facendo riferimento agli ostacoli alle procedure di voto che si sono registrati in alcune rappresentanze diplomatiche russe in Ucraina.

“Siamo una organizzazione che promuove la democrazia, quindi mi è sembrato doveroso scrivere in modo congiunto, insieme al presidente della commissione diritti umani dell’Assemblea parlamentare, una lettera all’ambasciatore ucraino presso l’Osce a Vienna, per esprimere il nostro disappunto”, ha concluso la Tidei.

La Kocijancic ricorda, inoltre, che “l’Unione europea non riconosce l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Federazione Russa, e che di conseguenza non riconosce lo svolgimento delle elezioni nella penisola di Crimea. Gli osservatori dell’Osce/Odihr non hanno svolto nessuna attività in questi territori illegalmente annessi”, e “la partecipazione dei diplomatici degli stati membri dell’Ue nelle attività di osservazione nel quadro della missione dell’Osce/Odihr anche si è limitata al territorio riconosciuto della Federazione Russa. L’Ue – conclude – rimane salda nel suo sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina”.

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