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La riunione dei ministri degli Esteri del G7, che si svolge nel sud dell’Ontario, è dominata dai dossier su Ucraina, Gaza e sicurezza globale, ma tocca anche temi come la spesa per la difesa, il commercio e la resilienza delle catene di approvvigionamento. Il tutto in un contesto segnato dalle tensioni tra Stati Uniti e Canada dopo la reintroduzione dei dazi sulle importazioni canadesi voluta dal presidente Donald Trump.

Per l’Italia, l’obiettivo è rafforzare la propria credibilità come attore di stabilizzazione e mediazione nei teatri di crisi. Il ministro Antonio Tajani ha spiegato che Roma punta a un ruolo operativo nella ricostruzione di Gaza, dove Italia e Stati Uniti guidano la discussione sui diversi dossier mediorientali. Roma ha già stanziato 60 milioni di euro per la fase postbellica, di cui 5 milioni già inviati, e ospiterà la Conferenza del Cairo per la ricostruzione della Striscia.

“L’impegno italiano in Medio Oriente sarà importante — ha dichiarato Tajani — può essere la formazione della polizia palestinese o un contributo all’amministrazione civile. L’Italia sarà sicuramente costruttiva”. Il ministro ha ribadito la necessità di consolidare la tregua a Gaza e garantire il flusso degli aiuti umanitari: “Dobbiamo far sì che arrivino cibo e beni essenziali alla popolazione. Il nostro inviato è stato in Giordania, a Ramallah, in Israele e in Egitto e andrà presto negli Stati Uniti per far sì che l’Italia sia protagonista della fase della pace”.

Sul fronte ucraino, Tajani ha confermato il pieno sostegno politico e logistico a Kyiv, anche in vista della resilienza energetica e della ricostruzione industriale, sottolineando che “l’offensiva russa non è un’offensiva di grandi vittorie. Sono tre anni che dicono di star vincendo la guerra e non ci sono ancora riusciti. Dobbiamo continuare a lavorare per il cessate il fuoco e costringere Putin a venire a più miti consigli”.

Altro tema centrale è la sicurezza economica. L’Italia spinge per una maggiore cooperazione tra i partner del G7 su catene di fornitura e minerali critici, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da Pechino. “Non possiamo lasciare che la Cina detti il prezzo delle materie prime — ha ammonito Tajani — ne va della nostra competitività”.

Tra i temi umanitari, il ministro ha ricordato l’iniziativa “Italy for Sudan” e il sostegno dell’Italia a favore dei più vulnerabili. “Ci auguriamo di arrivare a un cessate il fuoco tra le due parti — ha spiegato — e stiamo organizzando aiuti consistenti: un aereo e una nave con materiali per i bambini arriveranno a Port Sudan prima di Natale. Dobbiamo parlare anche con interlocutori come i Paesi del Golfo”. La Farnesina sottolinea che la crisi sudanese sta aggravando i flussi migratori nella regione e in Libia, dove l’Italia mantiene un ruolo attivo di supporto umanitario.

Un’ulteriore sessione del vertice è dedicata alla sicurezza e alla prosperità marittima, proseguendo la linea tracciata dalla Dichiarazione G7 di marzo sulla protezione delle catene di fornitura, la lotta alla pirateria e la difesa delle infrastrutture sottomarine. “Sulla sicurezza marittima, anche nella prospettiva del corridoio indo-mediterraneo Imec, l’India è un interlocutore cruciale”, evidenzia la Farnesina. Il tema è particolarmente attuale dopo l’annuncio degli Houthi di una sospensione provvisoria degli attacchi lungo le rotte commerciali indo-mediterranee.

La riunione canadese si svolge in un momento di ridefinizione degli equilibri globali: la pressione americana sui partner Nato per l’aumento della spesa militare, la competizione con la Cina per il controllo delle risorse e il fragile equilibrio in Medio Oriente rendono il G7 un banco di prova per la coesione occidentale. Con la partecipazione di partner come Arabia Saudita, Brasile, Corea del Sud, India, Messico, Sudafrica e Ucraina, il vertice punta anche a consolidare il dialogo tra Nord e Sud globale — una priorità che riflette la vocazione italiana a fare da ponte tra le diverse aree del mondo.

In sintesi, l’Italia conferma al G7 la propria disponibilità a contribuire alla governance, alla stabilizzazione e alla ricostruzione dei teatri di crisi internazionali, con un approccio pragmatico e un contributo sia politico sia operativo. Tajani rafforza così l’immagine di un Paese impegnato non solo a reagire alle crisi, ma a costruire le condizioni per una pace duratura.

(Foto: X, @G7)

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