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Passata la festa gabbato il santo. E così, dopo tanto parlare nelle prime settimane dell’anno dell’aumento della A24 – A25, ora sembra tutto finito nel dimenticatoio. La politica, presa dalla campagna elettorale, si volta dall’altra parte. Ma per gli abruzzesi che ogni giorno percorrono l’Autostrada dei Parchi la ferita resta aperta.

Dal 1° gennaio le autostrade italiane sono più care in media del 2,74%. Ma per qualcuno la stangata è stata ben più pesante. Si tratta degli utenti di A24 e A25, due arterie fondamentali per i collegamenti tra Lazio e Abruzzo, che si sono visti aumentare il pedaggio del 13%. Stavolta la cifra fa impressione ma la storia è vecchia e si ripete da quando la gestione delle autostrade è stata affidata in concessione ad alcuni privati (facciamo pure i nomi: Benetton, Gavio e, nel caso in questione, Toto) che anno dopo anno hanno spuntato consistenti aumenti ai danni degli utenti, in tal modo dimostrando che la loro idea di servizio in concessione collima con quella che ogni monopolista ha del mercato su cui domina incontrastato: un terreno di caccia riservato, una miniera da cui estrarre una lucrosa rendita al riparo dalla concorrenza. Le proteste dei cittadini e dei sindaci hanno bersagliato il governo e la società concessionaria, finora senza esito. Anche l’ipotesi di tagliare gli aumenti del 20% per i pendolari non può essere accettata.

Come abruzzese e pendolare della A24 ritengo profondamente insensato e ingiusto un aumento che sfora di 10 punti l’aumento medio del resto delle autostrade d’Italia. La A24 non ha alternative per chi deve muoversi verso Roma per lavoro o per i turisti che vogliono raggiungere le montagne abruzzesi, ma anche per i tanti che si devono muovere per lavoro all’interno della Regione. L’Abruzzo non ha infatti altra vie di mobilità efficienti e sicure, la rete ferroviaria monobinario ha tempi di percorrenza da primi del ‘900: per la sola tratta Avezzano-Roma, appena 100 km, occorrono quasi due ore (se va bene), mentre la Tiburtina, come tutte le strade consolari, non è adeguata ai flussi di traffico di oggi, non parliamo delle provinciali specie in inverno. Ora, ha ragione da vendere Oscar Giannino quando su Twitter se la prende con i governi che non hanno assicurato la necessaria trasparenza: “Colpa dei liberisti i maxi aumenti autostradali? No, è la politica ad aver deciso che siamo unico Paese con concessioni autostrade secretate. Cattive privatizzazioni-liberalizzazioni fatte da politici per continuare a coltivare clientes-sostenitori: prendersela con loro, prego”.

E in effetti, nulla è più segreto in Italia dei contratti delle concessioni autostradali, nonostante l’Authority dei Trasporti abbia più volte espresso chiaramente alle sue critiche in proposito. Eppure non ci sarebbe nulla di strano, in un Paese normale, a rendere pubblici i contratti, sarebbe finalmente un riconoscimento dei diritti dei consumatori. I contratti di concessione regolano sostanzialmente il rapporto tra il concedente, il ministero dei Trasporti, oggi guidato da Graziano Delrio, e i concessionari.

Per quanto riguarda gli aumenti della A24 e A25 si è sollevato un grido di indignazione da parte di molti cittadini Abruzzesi, che hanno inondato di messaggi il profilo Facebook dell’Autostrada dei Parchi, ma anche da parte di molti politici laziali, a partire dal governatore della regione Lazio Zingaretti, che si è mosso personalmente nei confronti del governo e del ministro Delrio.

Strade dei Parchi, la concessionaria dell’A24-A25, ha spiegato che l’aumento è dovuto “al blocco delle tariffe imposto negli ultimi tre anni dal ministero e dalla mancata approvazione, da quattro anni, del Piano economico finanziario di A24 e A25”. Per l’Abruzzo questa arteria autostradale è fondamentale per la mobilità interna ed extraregionale, in particolare per i numerosi pendolari che non potendo sfruttare una rete ferroviaria efficiente, dalla provincia dell’Aquila si recano ogni mattina a Roma per lavoro. Ma l’amento dell’autostrada rappresenta un danno anche per l’economia dell’Abruzzo, che vedrà un aumento del costo del trasporto merci da e per l’Abruzzo.

Per non parlare del turismo, in particolare quello invernale delle aree interne (Marsica e Valle Peligna) che potrebbe subire un contraccolpo: tra costi dell’autostrada, ski pass, pranzo e benzina una giornata sulla montagna Abruzzese rischia di costare oltre i 200 euro. Certo, il silenzio di alcuni esponenti di spicco della politica regionale e le timide reazioni del governatore D’Alfonso stanno prestando il fianco, forse a ragione, a populisti e opposizione, che a campagna elettorale aperta non aspettavano di meglio. Eppure, almeno in Abruzzo, il “segreto” sulle concessioni è un segreto di Pulcinella. Tutti infatti ricordano come si arrivò alla cessione dell’A24/25 a Toto, ex capitano “coraggioso” della cordata che doveva salvare l’Alitalia. Alitalia vediamo tutti come è ridotta. E pure i cittadini abruzzesi che viaggiano sulle “sue” autostrade non se la passano tanto bene.

Costi e segreti lungo l'Autostrada dei Parchi

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