Skip to main content

Non poteva che finire male e infatti male è finita. Nulla è rimasto del Movimento 5 Stelle antemarcia e, in fondo, è giusto così. La pretesa di rimuovere il concetto di leadership secondo il principio demagogico del “uno vale uno”, l’idea che le scelte politiche strategiche del Movimento venissero adottate non dai suoi rappresentanti ma dai suoi iscritti, la retorica della “trasparenza assoluta” nel processo decisionale, il mito della democrazia immediata, il rifiuto di utilizzare denaro pubblico, l’indisponibilità a stringere alleanze politiche nonostante la legge elettorale le imponga, la rotazione sistematica degli incarichi parlamentari, il limite dei due mandati come se la politica non fosse una professione ma un’avventura occasionale… Erano questi i punti caratterizzanti l’identità politica grillina e, immaginando che Giuseppe Conte revocherà anche il limite dei due mandati parlamentari, di questi punti non ne è sopravvissuto neanche uno.

Ma diciamo la verità, a rimuoverli non è stato Giuseppe Conte, è stata la realtà. Si trattava, infatti, di posizioni demagogiche e alla prova dei fatti la demagogia cede necessariamente sempre il posto al realismo.

Il Movimento 5 Stelle, infatti, aveva smesso di essere il Movimento 5 Stelle sin dalla nascita del primo governo Conte. Era necessaria una quota consistente di pelo sullo stomaco per aderire ad una piattaforma politica e identitaria così irrealistica, e Giuseppe Conte ha mostrato di avere una pelliccia di cincillà a foderarne l’apparato digerente. Ci voleva una particolare inclinazione al camaleontismo per dichiarare superata come nulla fosse l’esperienza del grillismo, e Giuseppe Conte ha dimostrato di possedere doti camaleontiche da primato.

Due cose si richiederebbero ora all’“avvocato del popolo”: avere il coraggio di cambiare nome al partito; rassegnarsi al fatto che non tornerà più a Palazzo Chigi con il ruolo di presidente del Consiglio. La prima è una questione di decenza, oltreché di coerenza, avendo nei giorni scorsi il medesimo Conte dichiarato che quell’esperienza si è ormai esaurita. La seconda è una questione di buonsenso. Il Partito di Conte ha un terzo dei voti che ebbe il partito di Grillo e non è ragionevole immaginare che le cose possano migliorare sensibilmente. Non lo è perché il partito ha perso la propria aura rivoluzionaria, non lo è perché lo scisma di Beppe Grillo qualcosa costerà in termini di consenso, non lo è perché la nuova identità politica improntata sui canoni del populismo di sinistra e del “pacifismo” senza se e senza ma è già incarnata dall’Alleanza Verdi Sinistra e, in parte, dal Partito democratico.

Per tirare a campare, Giuseppe Conte può scegliere se rifiutare alle prossime elezioni politiche l’alleanza con il Pd, condannando di conseguenza quel che resta del grillismo all’irrilevanza o accettare l’alleanza con il Pd, riconoscendo di conseguenza alla sua leader il ruolo inevitabile di candidato alla guida di un eventuale governo. Dilemmi simili a quelli che un tempo ebbe Rifondazione comunista.

Il M5S era già morto, ora Conte abbia il coraggio di cambiare il nome al partito. Il commento di Cangini

Per tirare a campare, Giuseppe Conte può scegliere se rifiutare alle prossime elezioni politiche l’alleanza con il Pd, condannando di conseguenza quel che resta del grillismo all’irrilevanza o accettare l’alleanza con il Pd, riconoscendo di conseguenza alla sua leader il ruolo inevitabile di candidato alla guida di un eventuale governo. Dilemmi simili a quelli che un tempo ebbe Rifondazione comunista. Il commento di Andrea Cangini

Vi racconto l'eredità umana e politica della Democrazia Cristiana. Parla Bonalberti

Popolarismo e antifascismo sono sempre stati i capisaldi dell’azione politica democristiana, raccontata nel libro di Ettore Bonalberti e Tommaso Stenico. I valori del popolarismo restano, ma il contesto politico è problematico per un’eventuale formazione centrista. La capacità dei politici democristiani? La capacità di fare sintesi. Conversazione con il co-curatore Bonalberti

Meloni? Una fonte di energia. Trump racconta Giorgia al New York Post

“Sono stato molto con lei”, ha detto Trump all’indomani dell’incontro di Parigi, sottolineando che hanno cenato insieme durante il ricevimento dei 60 leader mondiali. “È una vera e propria fonte di energia, te lo dico io. È fantastica”. Un’intervista al New York Post che accresce la considerazione anche personale tra i due e lascia trasparire l’inizio di un ulteriore rafforzamento delle vicinanze anche di pensiero

Siria e Medio Oriente. Perché Trump serve alla stabilità dell’IndoMed

Di Vas Shenoy

La stabilità siriana offre una rara opportunità per una rapida vittoria per la pace e la riconciliazione in Medio Oriente, con potenziali effetti a catena in Libano, Israele e Iraq. Questo momento è cruciale per il secondo mandato di Trump, poiché le decisioni prese ora modelleranno le dinamiche globali e le prospettive di una pace duratura

Siria, perché adesso gli Usa tornano a bombardare Is

L’amministrazione Biden ha effettuato una serie massiccia di bombardamenti in Siria, contro lo Stato Islamico. Tentativo di proteggere i rivoluzionari dalle azioni dei terroristi ed evitare che la narrazione anti-occidentale di Russia e Iran torni a essere prevaricante. Ecco perché probabilmente il Pentagono continuerà l’azione tattico-strategica anche con Donald Trump

Xi recluta anche gli youtuber per prendersi Taiwan

Il rapper Chen Po-yuan ha rivelato in un video come il Dipartimento per il Lavoro del Fronte Unito gli abbia fornito materiali e linee guida per creare contenuti critici nei confronti del Partito progressista democratico. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni tra i funzionari governativi taiwanesi riguardo alle violazioni delle leggi sulla sicurezza nazionale e all’infiltrazione di Pechino

Italia-Messico, un asse strategico che attraversa l’Atlantico. Scrive Magaldi

Di Letizia Magaldi

Si è appena concluso il Business Forum México-Italia, un dialogo sui rapporti economici tra due Paesi che, pur lontani geograficamente, condividono una visione di crescita e innovazione. Dagli interventi di ministri, diplomatici e imprenditori, emergono scenari di una partnership che va oltre gli scambi commerciali e disegna un futuro fondato su strategie integrate di cooperazione bilaterale e valori comuni. L’intervento di Letizia Magaldi, presidente della Camera di Commercio del Messico in Italia

Atreju e i dibattiti fra gli opposti. Cosa si può imparare secondo Franchi

Una presenza esterna qualificata aiuta a sviluppare un po’ di pensiero anche fra chi siede in sala. Il grillismo? Nasce con un’impronta esattamente opposta a FdI: se si immagina il Vaffaday come un atto di nascita, vuol dire che non si intende interloquire con il resto del mondo. I social di Casaleggio e la modernità presentavano un elemento intellettualmente truffaldino, con anche una certa avversione per la democrazia. Conversazione con l’editorialista del Corriere della Sera

Assad è perso. Ma Mosca cercherà di restare in Siria

Di Giorgio Starace e Igor Pellicciari

La caduta del regime in Siria è un colpo fatale alla Russia? E la presa di Damasco avvicina la fine della guerra in Ucraina? L’opinione di Giorgio Starace e Igor Pellicciari

La Cina prova a prendere le misure su mattone e dazi (aspettando Trump)

L’anno che si sta per chiudere è stato decisamente infausto per il Dragone, tra crescita anemica, poca fiducia e consumi ancora al palo. E ora ci saranno da fare anche i conti con la nuova amministrazione repubblicana. Ecco di cosa si parlerà alla prossima Conferenza sull’economia cinese

×

Iscriviti alla newsletter