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Qualunque candidato e ogni partito politico devono necessariamente fare affidamento sulla Rete per massimizzare l’impatto di un comunicato o di uno slogan o di una raccolta fondi. E’ una dato di fatto ormai assodato. Tutt’altra questione, invece, è valutare l’impatto dei social media in una campagna elettorale così come quantificare come le fake news possono determinare l’esito di un elezioni. La questione Facebook-Cambridge Analytica spalanca un universo di domande a cui è possibile rispondere solo con ragionamenti seri e approfonditi sul modo in cui ci informiamo ma ci regala anche un punto fermo da cui partire. Siamo tutti noi utenti finali, ogni volta che leggiamo un post a dover decidere se quel contenuto potrà influenzare la nostra scelta politica (oltre a tantissimi altri aspetti della nostra vita).

Bisogna essere utenti consapevoli, frequentatori attenti e critici dell’universo digitale. Forse prima di Internet era più semplice. L’autorevolezza di certi mezzi di informazione e la competenza riconosciuta di alcuni giornalisti era una specie di polizza per chi sfogliava un quotidiano e per chi si sedeva davanti al televisione per guardare il telegiornale. Poi è arrivato lo tsunami del Web giornalismo che ha stravolte regole, gerarchie, competenze giornalistiche. C’è poco da fare un modello di business per il giornalismo digitale ancora non c’è. O meglio quello dominante è solo uno: bisogna totalizzare più click possibile. Questa regola aurea ha avuto un impatto rivoluzionario sul mondo dell’informazione. Estremizzando il ragionamento potremmo dire che una fake news è un giornalista che non verifica una fonte o una notizia tratta in modo non approfondito. Il problema è l’autorevolezza.  L’edizione 2017 dell’Osservatorio news-Italia, ha analizza il fenomeno delle “fake news” in rapporto ai comportamenti, atteggiamenti ed opinioni degli italiani che si informano in rete e sui canali tradizionali. Dalla ricerca emerge una sfiducia nei confronti dei media tradizionali. C’è un problema di autorevolezza che è conseguenza anche di quella necessità di privilegiare la produzione di contenuti capaci di generare traffico. E non è detto assolutamente che un’inchiesta durata mesi e che impegna un intero pool di giornalisti garantisca traffico sul proprio sito.

Però, forse, il vento sta cambiando. Le persone stordite dal flusso costante di notizie, vere o false che siano, hanno voglia di potersi tornare a fidare dell’autorevolezza del giornalismo di qualità. Google ha fiutato il trend e ha lanciato “Subscribe with Google”, un sistema per snellire la procedura di sottoscrizione ed evidenziare nelle ricerche le fonti scelte. Quello del gigante di Mountain View è  aiutare il giornalismo a crescere in un’era digitale, attivando flussi di entrate al di là della pubblicità. Negli Stati Uniti, una ricerca condotta dal Media Insight Project, iniziativa dell’American Press Institute e dell’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research, rivela che  nel prossimo futuro i ricavi dei giornali arriveranno sempre più dagli abbonamenti e sempre meno dalla pubblicità.

Contro le fake news serve il giornalismo digitale di qualità

Qualunque candidato e ogni partito politico devono necessariamente fare affidamento sulla Rete per massimizzare l’impatto di un comunicato o di uno slogan o di una raccolta fondi. E’ una dato di fatto ormai assodato. Tutt’altra questione, invece, è valutare l’impatto dei social media in una campagna elettorale così come quantificare come le fake news possono determinare l’esito di un elezioni.…

intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale, presentato dall'Agid il primo Libro bianco per la Pa

Di Federica De Vincentis

Raccomandazioni e linee guida per usare in modo sostenibile e responsabile l'Intelligenza artificiale (Ia) nella Pubblica amministrazione. È questo l'intento del primo Libro bianco 'L'Intelligenza artificiale a servizio del cittadino', a cura dell'Agenzia per l'Italia digitale (Agid). Il documento, presentato ieri a Roma (qui il testo completo), vorrebbe "delineare le prospettive di sviluppo dei servizi pubblici digitali e le sfide…

Che cosa ha detto Mark Zuckerberg su Facebook e il caso Cambridge Analytica

Tutti si chiedevano che cosa avrebbe detto Mark Zuckerberg, fondatore e ceo del social network più popolare del mondo, Facebook, travolto nei giorni scorsi dal caso Cambridge Analytica. Dopo giorni di attesa, ecco finalmente la risposta. Oggi, con un lungo post - e come, altrimenti - ha chiesto scusa agli utenti. LE PAROLE DI ZUCKERBERG “Abbiamo sbagliato, c’è ancora molto…

Nato golfo muro

Ecco la nuova dottrina Trump. La pace attraverso la forza (e con la Russia)

Ancora una volta via Twitter, il presidente degli Stati Uniti interviene sul tema del rapporto con la Russia e lo fa non solo per giustificare la telefonata di congratulazioni a Vladimir Putin in occasione della sua rielezione ma anche per sottolineare e ribadire la sua posizione sul tema dei rapporti con Mosca in un’ottica puramente strategica. Nonostante i dubbi e…

facebook

È tutta colpa di Facebook? Ecco come se ne discute fra Europa e Stati Uniti

Il caso di Cambridge Analityca e tutte le conseguenze sul mondo dei social media che ne sono derivate, hanno messo in luce l’attuale, forte necessità di riflettere sulle modalità con lui la legge può e deve intervenire per regolamentare il web. Judy Dempsey, nonresident senior fellow di Carnegie Europe, sul suo blog Strategic Europe ha chiesto ad una selezione di…

Sarkò, dai sorrisi su Roma al musone verso Parigi (e Tripoli)

Non è saggio, né elegante, iscriversi alla corposa squadra di chi oggi vorrebbe vedere l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy alla Bastiglia, come se fossimo ancora nel 1789. Ma certamente l'occasione dei suoi guai giudiziari può essere utile per ragionare a mente fredda e senza polemiche su quali conseguenze abbiano prodotto i suoi sorrisi su Roma e le sue bombe su…

I movimenti scandinavi per preparare il vertice Kim/Trump

Choe Kang-il, diplomatico di lungo corso e vice direttore dell'ufficio che si occupa delle relazioni con il Nord America al ministero degli Esteri di Pyongyang, è stato intercettato due giorni fa all'aeroporto internazionale di Pechino mentre si stava imbarcando su un volo verso la Finlandia. Quando un giornalista della Yonhap, la principale agenzia stampa sudcoreana, gli ha chiesto un commento sul suo viaggio ha…

Le banche centrali e la trappola della volatilità

Proprio come i governi – quello italiano l’ha trasformato addirittura in uno slogan – anche le banche centrali sono costrette a camminare lungo un sentiero stretto per gestire il nostro tempo straordinario. Un tempo molto difficile da comprendere, come riconosce Claudio Borio, Capo del Dipartimento monetario ed economico nel suo commento alla ultima rassegna trimestrale della Bis. Borio si riferisce agli…

Modelli predittivi per la difesa? Il futuro è nella ricerca made in Italy

Prende il via il progetto di ricerca Pythia, la prima proposta finanziata dall'Unione europea nell'ambito della Preparatory action per la ricerca nella difesa. Il programma, avviato nei giorni scorsi presso la sede dell'Agenzia europea per la difesa (Eda) da suo direttore Jorge Domecq, è diretto a supportare la ricerca e la tecnologia nel settore, con l’obiettivo di definire, tramite un approccio previsionale, le…

Non solo Petro, tutte le monete “fai da te” di Nicolás Maduro in Venezuela

Il Bolívar, la moneta ufficiale venezuelana, è la più svalutata al mondo. Con un’inflazione del 2700% nel 2017 – e la previsione del Fondo Monetario Internazionale per il 2018 di 1300% -, il governo del presidente Nicolás Maduro ha cercato di stampare moneta per fare fronte alla crisi economica. Ora, però, mettere in circolazione banconote senza valore non basta. E…

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