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Russia e Cina spaventano sempre più nel cyber spazio. A lanciare l’allarme, non nuovo ma sicuramente forte vista la provenienza, è stavolta l’AIVD, l’agenzia generale d’Intelligence olandese che, grazie all’intervento delle sue cyber spie, aiutò Washington a identificare alcune interferenze russe durante la scorsa campagna elettorale per le presidenziali americane.

OCCHI SUL CYBER ESPIONAGE

Nel suo rapporto annuale per il 2017 presentato oggi, il Dutch General Intelligence and Security Service spiega di stare assistendo ad un aumento del volume e della complessità dei tentativi di spionaggio digitale, manipolazione politica online e movimenti per sabotare le infrastrutture in Europa. E afferma che un numero crescente di potenze straniere utilizza lo spionaggio informatico “per acquisire informazioni che utilizzano per (geo) guadagno politico”.

MOSCA E PECHINO

L’agenzia evidenzia inoltre che “in particolare, la Russia è estremamente guidata dall’influenzare i processi decisionali (politici) con operazioni digitali sotto copertura” e l’opinione pubblica in altri Paesi. L’intelligence olandese riporta di aver visto anche tentativi simili da parte della Cina.

IL RUOLO NEL RUSSIAGATE

Le capacità dell’agenzia, nota con il suo acronimo olandese AIVD, sono ritenute di prim’ordine per ciò che riguarda il monitoraggio delle minacce online (del quale si occupa una piccola ma agguerrita unità cyber di circa 80 – 100 componenti). A dimostrarlo, come accennato, c’è uno dei casi più eclatanti svelato quest’anno dai media olandesi e già raccontato da Formiche.net.
Il riferimento è al fatto che proprio l’agenzia avrebbe assistito in diretta nell’estate del 2014 agli attacchi cyber perpetrati dall’intelligence russa ai danni del Partito Democratico d’oltreoceano e della candidatura di Hillary Clinton alla Casa Bianca.
Nelle stesse ore in cui i russi iniziarono a portare via email, cartelle e file dal network dei Dem, l’agente di collegamento olandese avrebbe contattato la controparte americana.
Non è ancora chiara la reazione statunitense all’alert olandese: secondo alcuni l’Nsa sarebbe entrata in gioco sin da subito ma c’è anche la tesi che avvalora una scarsa ricettività da parte di Washington.

IL SUPPORTO DELL’AIVD

Ad ogni modo si instaurò una vera e propria battaglia fatta di attacchi e contrattacchi da parte degli hacker delle due cyber potenze. Gli olandesi, infatti, non avrebbero registrato solo l’esfiltrazione di dati dal Dnc ma anche diverse altre azioni russe altrettanto gravi, come il tentativo di bucare i server del Dipartimento di Stato. In questo caso il “lavoro di supervisione” dell’ AIVD sarebbe stato fondamentale: i russi attaccarono determinati server, gli olandesi avvertirono gli americani, gli americani spensero i server, i russi riprovarono su nuovi server e così via per diverse ore.
Simile dinamica avrebbe caratterizzato un tentativo di bucare il network della Casa Bianca attraverso l’invio di una “fake email” a un dipendente con specifici privilegi di accesso.

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