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La convocazione per continuare il confronto sul futuro dell’Iva è giunta alle parti già da giovedì scorso, a firma di Giuseppe Castano (responsabile al dicastero dello Sviluppo economico dell’Unità gestione vertenze imprese in crisi, ndr): i sindacati metalmeccanici, il “management” dell’Am InvestCo Italy Srl, i commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria si ritroveranno lunedì pomeriggio, dalle ore 15, seduti al tavolo ministeriale in via Molise a Roma.

OGGI POMERIGGIO CONVEGNO A MASSAFRA COI LEADER SINDACALI DEI METALMECCANICI

Ma i tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm si ritroveranno insieme già da oggi pomeriggio a Massafra, in provincia di Taranto, dov’è programmato un confronto tra i sindacati nazionali e le istituzioni locali su “L’Ilva, le eccellenze imprenditoriali locali ed il futuro dell’economia ionica”.

IL CONSIGLIO GENERALE FIM QUESTA MATTINA A TARANTO

Il leader della Fim, Marco Bentivogli era in Puglia già da questa mattina, perché insieme al suo segretario locale, Valerio D’Alò, ha preso parte al Consiglio generale dei metalmeccanici Cisl di Taranto e Brindisi. Bentivogli, parlando ai sindacalisti dell’organizzazione da lui guidata ha fatto il punto sulla trattativa per la vendita del gruppo Ilva. Nella sala Resta della Camera di Commercio del capoluogo ionico tutti gli interventi hanno sottolineato i temi dell’ambientalizzazione, della salute, della sicurezza e dell’occupazione. Proprio quest’ultima questione è stata approfondita sia rispetto ai dipendenti diretti che a quelli occupati nei sistemi d’appalto e dell’indotto. Ancora una volta il segretario generale delle “tute blu” della Cisl ha ribadito la necessità di non perdere tempo e fare presto: “Ogni giorno che passa – ha detto – l’azienda sta perde terreno e rischia di non recuperarlo. Abbiamo bisogno di un accordo che rilanci il gruppo, salvi i posti di lavoro e bonifichi l’ambiente”.

L’ESITO DEL COORDINAMENTO FIOM SU ILVA

Ieri mattina, la Fiom ha riunito il proprio coordinamento nazionale per l’Ilva e ha fatto sapere che sarà bene “calendarizzare nuove date per il confronto negoziale, senza vincoli di data rispetto alla conclusione del negoziato che, come sempre, sarà determinato dai contenuti, con la necessità di approfondire tutti gli aspetti legati al piano industriale, ai livelli occupazionali, agli aspetti retributivi e al risanamento ambientale”. L’organizzazione guidata da Francesca Re David ha precisato la preoccupazione per gli aspetti occupazionali: “Ribadiamo – si legge nel comunicato diffuso doppo il coordinamento sindacale – che il confronto deve garantire il mantenimento dei 14.200 lavoratori occupati, nonché i livelli retributivi e la salvaguardia dei diritti contrattuali. Così come è necessario un confronto dettagliato per quanto riguarda le attività e i lavoratori dell’indotto. Inoltre, il confronto dovrà essere accompagnato fin da subito da un rapporto stretto con i lavoratori di ogni stabilimento, attraverso la convocazione di assemblee, con l’obiettivo di aggiornare i lavoratori sulla base dei contenuti e degli sviluppi della trattativa, valutando di volta in volta tutte le opportune iniziative sindacali”.

NO AGLI ESUBERI DELLA UILM

Anche la Uilm di Taranto ha detto la sua rispetto al futuro dei lavoratori evidenziando la chiusura totale in merito alla possibilità che vengano sacrificati posti di lavoro: “Arcelor Mittal – ha tuonato Antonio Talò, segretario generale dei metalmeccanici della Uil locale- deve mantenere i 14mila dipendenti, di cui 10.800 tarantini. Non c’è  e non ci sarà spazio da parte nostra per discutere di esuberi”. Nella serata di ieri, Rocco Palombella segretario generale della Uilm nazionale si era espresso sul medesimo tema proprio con un pezzo pubblicato su Formiche.net: “In questo Paese – ha scritto il dirigente sindacale – tira una strana aria che allo stato attuale rende difficile assicurare un futuro anche a veri e propri giganti industriali che hanno reso l’Italia competitiva nel mondo. Il caso dell’Ilva è emblematico: c’è un investitore straniero, serio e competente, che vuole rilevare il gruppo siderurgico più importante in ambito nazionale, ma si registrano ritrosie, opposizioni, addirittura ricorsi legali da più parti. Ecco, dai tedeschi dovremmo imparare anche come si tutela la manifattura nazionale e la siderurgia che ne è il cuore pulsante. Se smettiano di produrre buon acciaio, in Europa oltre il Reno se ne faranno una ragione, ma per noi inizieranno i problemi veri”.

LE CRITICHE DI MICHELE EMILIANO

Da registrare anche l’ennesima posizione critica espressa ieri dal “governatore” della Regione Puglia. Michele Emiliano da Bruxelles, dove è intervenuto al Comitato delle Regioni, ha spiegato che il governo ha “sempre visioni diverse”, e che il confronto avviene soltanto attraverso un ostracismo fatto di silenzi e manipolazioni della verità”. Perché “ci hanno fatto passare come chi voleva chiudere l’ilva e non volevano il Tap e chi ha detto queste cose deve vergognarsi, perché invece noi facciamo di tutto per tenere aperta l’Ilva e per realizzare il gasdotto Tap nel luogo secondo noi più idoneo”. Per il presidente della Regione Puglia è “il minimo dal punto di vista costituizonale e delle regole europee perché non decarbonizzare l’Ilva significherebbe andare contro il trattato di Parigi sul clima”.

L’APPELLO DI GIULIANO SANGIORGI

E sempre ieri anche il mondo della musica ha trovato spazio per l’Ilva. “Non possiamo permettere che si ammalino più bambini e ragazzi, c’è un tasso di mortalità altissimo, e aiutare le mille famiglie che perdono lavoro immediatamente senza fare a meno di aiutare anche a loro”. Lo ha detto Giuliano Sangiorgi, cantante dei Negramaro, che ha parlato della vicenda dello stabilimento di Taranto durante la conferenza stampa al Teatro Ariston di Sanremo. “È ora di cambiare totalmente le strutture e rendere vivibile la vita ai bambini del futuro”.

L’AUDIZIONE DI ARCELOR MITTAL

Intanto ArcelorMittal ha cercato di dissipare i timori dell’antitrust Ue sull’acquisto per 1,8 miliardi di euro di Ilva nel corso di un’audizione a Bruxelles. La delegazione della multinazionale si è presentata nella capitale belga guidata dal responsabile finanziario Aditya Mittal. A novembre la Commissione ha aperto un’indagine sui timori che l’acquisto possa limitare la concorrenza su diversi prodotti e far aumentare i prezzi per le piccole e medie imprese in Europa meridionale. L‘Antitrust europeo ha già respinto una prima serie di concessioni offerte da Arcelor Mittal, spiegando che sono insufficienti. Alcune fonti hanno riferito a Reuters che il gigante della siderurgia ha raggiunto un accordo preliminare con Arvedi per vendere l‘impianto di Piombino, nel tentativo di placare i timori della Commissione. L’Antitrust deciderà sul dossier entro il 4 aprile, scadenza che però può essere estesa se Arcelor Mittal offrisse concessioni.

 

 

ilva di maio istat

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