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“La Francia non può pretendere la maggioranza della gestione nel settore militare”. È quanto auspica Giovanni Contento, segretario nazionale della Uilm rispetto alla trattativa tuttora in corso tra Fincantieri ed Stx che si starebbe allargando anche alla società Naval Group. Non solo i sindacati, comunque, seguono con attenzione incontri e pour parler fra Italia e Francia. Ecco tutti gli ultimi sviluppi del dossier Italia-Francia.

CHE COSA STA SUCCEDENDO

La Francia alza la posta per convincere l’Italia a scendere a patti nella partita Fincantieri-Stx. Roma è ancora oggi poco intenzionata ad accettare un controllo paritetico dei cantieri Saint-Nazaire, rivendicando l’accordo di primavera con l’allora amministrazione Hollande. Adesso però il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, atteso lunedì nella Capitale, potrebbe di nuovo sparigliare le carte. Il responsabile delle Finanze transalpino ha bella e pronta per i ministri dello Sviluppo e dell’Economia, Carlo Calenda e Piercarlo Padoan, una controproposta in grado di ridisegnare gli equilibri industriali e militari dei due Paesi.

LE TRATTATIVE E I POUR PARLER

Salvo ripensamenti, lunedì sul tavolo ci sarà più o meno questa proposta (qui e qui le anticipazioni di Formiche.net, ad agosto).  La creazione di un colosso mondiale della cantieristica, attraverso l’aggregazione di Fincantieri, Stx insieme alla transalpina Naval Group (qui il focus sulla società francese). Il tutto naturalmente sotto un comando paritetico, al 50% tra Italia e Francia in grado di pilotare un gigante da 9 miliardi di fatturato. In sostanza, Parigi vorrebbe proporre all’Italia un riassetto complessivo delle attività cantieristiche dei due Paesi che vedrebbe coinvolte Fincantieri, Stx France (controllata al 100% dallo Stato francese), Naval Group (controllata al 62% dallo Stato francese e al 35% da Thales). In questo modo il sito di Saint-Nazaire diventerebbe solo un asset di un progetto più grande, consentendo così ai due Paesi di bypassare lo scontro in atto sui cantieri, secondo alcuni addetti ai lavori.

COSA SI DICE NEL GOVERNO

Ma secondo alcune indiscrezioni, di cui sono la spia anche la frase del leader sindacale Contento, Parigi punta alla maggioranza del futuro gruppo. Una prospettiva su cui si interrogano i ministeri interessati. In ambienti parlamentari e governativi si sottolinea che il più contrario a uno scenario del genere è il dicastero dello Sviluppo retto da Carlo Calenda. Su una posizione diversa, più possibilista ovvero dialogante, è la Difesa guidata da Roberta Pinotti. Nel mezzo, il ministero dell’Economia: il titolare Piercarlo Padoan attende di concordare con Palazzo Chigi una posizione definitiva alla luce anche della proposta ultima della Francia.

IL (POSSIBILE) RUOLO DI LEONARDO

La Francia punta a coinvolgere nel progetto anche l’industria militare, dunque pure il gruppo Leonardo per parte italiana (ma il gruppo di Piazza Monte Grappa guidato da Alessandro Profumo nicchia e non poco, specie se si confermeranno le mire egemoniche di Parigi nell’assetto finale). Gli indizi sono più di uno. Tanto per cominciare il nuovo polo, oltre alla cantieristica civile, sarà fortemente impegnato nella costruzione di navi militari. Dunque, impossibile in questo senso non pensare a un ruolo di primo piano di Leonardo-Finmeccanica, dal momento che una nave da guerra non è fatta di solo scafo ma deve necessariamente montare sistemi di difesa e attacco all’avanguardia. Altro indizio, il fatto che la creazione del maxi-gruppo civile-militare sia stata più volte affrontata dai responsabili della Difesa italiano e francese, ovvero Roberta Pinotti e Florence Parly, incontratesi proprio questa estate. Terzo indizio, il fatto che ieri pomeriggio, in una riunione tenutasi allo Sviluppo alla presenza del ministro Calenda in vista dell’incontro di lunedì (ma anche del bilaterale Italia-Francia di fine settembre), avrebbe partecipato il presidente di Leonardo Gianni De Gennaro oltre al numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono, secondo il Sole 24 Ore. Il tutto senza dimenticare che ad oggi Roma e Parigi hanno oggi in essere alcuni programmi di forniture di unità militari.

CHE COSA DICONO I FRANCESI SUL MILITARE

Attenzione però, perché il ruolo di Leonardo è tutto da scrivere e da più parti vengono fatti notare alcuni aspetti tecnici ma non secondari, secondo alcuni addetti ai lavori al corrente del dossier. Innanzitutto il possibile nascente conglomerato industriale riguarderebbe le tre aziende e non Leonardo il cui ruolo si limiterebbe a quello di fornitore di un prime contractor, ovvero il maxi-gruppo. Stesso schema applicato alle commesse internazionali (l’ultima vinta da Fincantieri è in Qatar, valore 5 miliardi; qui tutti i dettagli) dove il cantiere che vince costruisce le unità navali e l’azienda della difesa di turno fornisce i sistemi. Ed essendo il cuore della proposta francese la creazione di un gruppo per la vendita di navi a marine terze, va da sé che il ruolo di Leonardo va nella direzione della fornitura. Ma sta di fatto che nelle parole di ieri del ministro francese Parly si parla esplicitamente, come si legge in questa Reuters, anche di settore militare: “Stiamo lavorando con i nostri colleghi italiani per costruire un’alleanza tra le industrie navali militari francesi e italiane”.

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