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Due attacchi terroristici hanno sconvolto la città di Bengasi, principale centro abitato della Cirenaica in Libia, segnando un bilancio provvisorio di almeno una trentina di morti e oltre trenta feriti. Le esplosioni sono state localizzate nel quartiere al-Salmani e più precisamente nei pressi della moschea Baiaát al-Ridwan, all’orario dell’uscita dei fedeli dalla preghiera serale, aggravando così il numero delle vittime in di un’azione a cui viene attribuita una matrice terroristica.

Sin dalle prime ore successive agli attentati, da fonti ospedaliere riportate dal Libya Times è stata diffusa la notizia del coinvolgimento tra le vittime di ufficiali appartenenti ai servizi di sicurezza locali, che rispondono al comando del gen. Khalifa Haftar. Le vittime apparterrebbero all’antiterrorismo locale e sarebbero al-Mahdi al-Fallah, capo dell’Intelligence Department, Internal Security e State Security, rimasto ferito nella seconda esplosione (registratasi a circa quindici minuti dalla prima detonazione), e Ahmed al-Oraibi, capo dell’unità che si occupa di arresti ed investigazioni, che sarebbe deceduto. Nelle ore successive all’attacco è stato riportato anche il ferimento di Belkasim Al Obaidi, appartenente ai servizi di polizia della città di Bengasi.

La possibilità che gli apparati di sicurezza potessero essere il vero target dell’attacco complica notevolmente la ricostruzione delle dinamiche che hanno portato agli attentati. Al momento le piste investigative seguite puntano alla guerra intestina tra fazioni contrapposte per il controllo del territorio. In questo scenario la Libyan National Army (LNA), riconducibile al gen. Haftar, si contende il dominio sul territorio con gruppi di Salafiti e altre bande di estremisti. Recentemente la LNA aveva dichiarato la presa di controllo del porto della città dopo intensi scontri con le fazioni contrapposte.

La guerra intestina alla regione va ad inserirsi in uno scenario nazionale altrettanto complicato in cui la Cirenaica, il Fezzan e la Tripolitania esprimono leadership alternative e in competizione, ulteriormente indebolite dalla frammentazione interna tra gruppi tribali.
Proprio agli inizi di questo mese risale la notizia di scontri nella città di Tripoli tra forze lealiste vicine al governo di Sarraj e una banda di terroristi che aveva tentato di attaccare una prigione all’interno dell’aeroporto della città. L’evento di queste ore segna un inevitabile deterioramento della situazione e potrebbe condurre ad una vera e propria escalation di violenza.

Libia, cosa c'è dietro il doppio attentato a Bengasi

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