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Il Movimento Cinque Stelle porta la campagna elettorale sul terreno delle banche. Non una sortita di qualche ora, magari giusto il tempo di stringersi la mano, bensì una girandola di incontri studiati a tavolino dal movimento del candidato premier Luigi Di Maio (nella foto), per porre gli uni dinnanzi agli altri i parlamentari responsabili per l’economia e del programma banche del Movimento (i deputati Daniele Pesco e Alessio Villarosa su tutti), e i rappresentanti del mondo creditizio, dagli istituti alle associazioni fino ai sindacati. Obiettivo dell’operazione, spiegare all’universo bancario il programma a Cinque Stelle in materia, proprio mentre la commissione banche è impegnata a ultimare la relazione finale frutto di tre mesi di audizioni in Parlamento (qui le anticipazioni sui contenuti del documento di Formiche.net).

TEMI BANCARI A CINQUE STELLE

Gli argomenti che i grillini stanno portando all’attenzione delle banche, sono di quelli caldi, che quasi certamente entreranno, anzi per la verità in parte lo hanno già fatto, in campagna elettorale. Ovvero, tutela del risparmio, degli obbligazionisti, garanzie di credito buono alle imprese e difesa dei posti di lavoro del settore. Tutti chiari riferimenti a quanto successo in questi anni con i vari casi Popolare di Vicenza, Mps, Veneto Banca e le quattro popolari. Non è tutto. Al centro dei bilaterali è finito anche il delicato tema della vigilanza, su cui più volte i Cinque Stelle hanno chiesto una riforma a 360 gradi, del Fintech e del suo impatto sulla finanza tradizionale. Non potevano tuttavia mancare all’appello i due cavalli di battaglia del Movimento, e cioè la separazione tra banche d’affari e banche commerciali e la creazione Banca pubblica per gli investimenti.

IL VERTICE CON ABI E UILCA

La scorsa settimana sono ufficialmente partiti gli incontri. Il primo round, cui hanno preso parte gli stessi Villarosa e Pesco, ha visto la partecipazione dell’Abi, l’associazione dei banchieri, Federconsumatori e Uilca, il sindacato dei bancari e degli assicuratori, alter ego della Fabi. Con l’Abi e il suo presidente Antonio Patuelli, i Cinque Stelle hanno condiviso l’obiettivo di rilanciare gli investimenti pubblici attraverso un sistema di garanzie allestito da un apposito ente preposto, la Banca per gli investimenti pubblici. Sempre con l’Abi si è poi convenuto in merito alla necessità di istituire uffici giudiziari specializzati in materia finanziaria, in pratica istituendo apposite procure contro i reati finanziari. Quanto alle convergenze con i sindacati del credito, con l’Uilca si è discusso dell’impatto di Fintech sugli organici delle banche, della tutela dei dipendenti degli istituti che subiscono pressioni per la vendita alla clientela di prodotti finanziari e di valorizzazione degli esuberi bancari attraverso una gestione interna degli Npl.

MEDIOBANCA, INTESA E MPS

Adesso però è il momento di puntare dritto sui grandi istituti: Unicredit, Intesa, Mps su tutti ma anche l’associazione delle banche popolari (che non ha mai digerito la riforma della coopeazione targata Renzi) e quella del credito cooperativo. E proprio oggi pomeriggio i Cinque Stelle hanno incontrato i vertici di Mediobanca, il crocevia di gran parte della finanza italiana. Al centro del dibattito, come ha spiegato a Formiche.net lo stesso Villarosa, “abbiamo condiviso il progetto di una procura specializzata sui reati finanziari, unitamente alla necessità di rivedere e inasprire alcune fattispecie penali. Altro tema, su cui si è vista ampia convergenza, l’esigenza di uniformità sul questionario Mifid2 (la nuova direttiva sulla trasparenza bancaria, appena entrata in vigore, ndr) e sulla necessità di affidarne la redazione non alle stesse banche, ma a un ente terzo, a un regolatore come Consob”.

 

 

Abi, Mediobanca e Intesa. Così il Movimento Cinque Stelle prova a conquistare le banche

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