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Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e domani chissà. Chiunque salirà a capo del Governo (Draghi?) si troverà sempre ad affrontare dopo 6 mesi più o meno di “luna di miele” con il Paese il “moloc” della governabilità, del funzionamento del sistema Paese. Ormai è certo, c’è un “algoritmo” che generato si è fatto “sistema” e che senza una guida umana lotta senza esclusione di colpi contro i vari protagonisti della politica che emergono per poi venir divorati dallo stesso “algoritmo-sistema”. Tutti sono vittime della voracità dell’algoritmo sistema che tutti contribuiscono a nutrire, con dichiarazioni, informazioni. Una sorta di gioco a somma zero, anzi sotto zero.

Emblematico il caso proprio di Roma, non solo amministrazione cittadina ma anche Capitale dove sono collocati tutti i centri nevralgici decisionali del sistema paese. Alla guida del Comune di Roma si sono alternati politici di ogni campo ma anche qui il moloc della governabilità, dopo la solita luna di miele, inghiottisce tutta la buona volontà in un buco nero di inefficienza, di veti incrociati, di tentennamenti, di immobilismo. Con il conseguente impatto negativo sociale e culturale della città. Nei sistemi organizzativi economico-sociali complessi torna prepotente l’assunto sul come una struttura socioeconomica e culturale è in una continua interdipendenza evolutiva con  l’ambiente che lo circonda. Quindi se vale che ” … inghiottisce, tutta la buona volontà, in un buco nero inefficienza, di veti incrociati, di tentennamenti, di immobilismo” tutto l’ambiente sociale romano cade in questa “forma”. Con un particolare da ricordare che a Roma sono concentrati tutti i centri nevralgici decisionali del sistema Paese: politico esecutivo; legislativo; giustizia amministrativa civile penale; militare; telecomunicazioni; mediatico. Quando sento parlare di “sistema” mi tornano addosso gli anni dell’università. E la teoria dei giochi. Aiuterebbe aver visto anche solo Beautiful mind e capire che servono giochi cooperativi tra gli attori (almeno nelle regole di base) di un sistema complesso. È nel loro interesse. Senza il risultato è noto: il caos…e nel caos la democrazia non è produttiva. Abbiamo ancora tempo per una soluzione cooperativa tra gli attori del sistema?

Ps. Il 22 ottobre prossimo ci sarà il referendum per la richiesta di maggiore autonomia di Lombardia e Veneto indetto secondo l’art. 116 della Costituzione. Ma la politica è anche simboli, non solo forma. E se la partecipazione al referendum fosse di quasi 8 o 9 milioni di persone le conseguenze materiali sarebbero solo quelle previste dalla costituzione? Che messaggio può arrivare dall’area più ricca del Paese verso quel centro del Sistema nevralgico decisionale non produttivo?

Nella storia alcuni eventi o azioni spesso sottovalutate hanno avuto esiti tutt’altro che ridotti.

Parma

Perché sbaglia chi sminuisce il referendum indetto da Lombardia e Veneto

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