Skip to main content

“Questa amministrazione è debole e mal governata. Il suo attuale leader dovrebbe essere sostituito più presto, non più tardi”. Parola di Ted Malloch, il repubblicano americano, già professore alla Henley Business School dell’University di Reading, in Inghilterra: l’uomo che aveva predetto la fine dell’euro e che Trump sarebbe volato a Bruxelles come rappresentante degli Stati Uniti.

“I conservatori inglesi dovrebbero fare una mossa audace per una nuova, fresca e persino ‘cool’ leadership”, ha scritto il professor Malloch con in mente la figura sui generis del Tory Jacob Rees-Mogg. È lui l’uomo che vede fare la parte del leone in un cambio della guardia a Downing Street in un momento storico in cui l’attuale inquilina, la signora May, è sempre più debole. Potrebbe essere il John F. Kennedy di questa generazione, chiosa il professore, ma lo smilzo Tory ha declinato l’invito. Almeno per il momento.

“È irrealistico da ‘backbenches’ – in Inghilterra sono i parlamentari che non hanno incarichi di governo – diventare leader del governo. È qualcosa di inverosimile che sfocia nell’impossibilità”. Insomma, Rees-Mogg non ha intenzione di passare alla storia come un Renzi qualsiasi, eppure, mentre lui stesso promette fedeltà alla May – “è nell’interesse del Paese che rimanga in carica con il pieno sostegno del partito conservatore” – c’è chi sostiene che stia usando il suo fascino e le sue buone maniere per nascondere l’ambizione da leadership.

I tabloid sono già pronti a scommettere per Rees-Mogg un destino simile a quello di Corbyn. Era il 2015, e una sconfitta bruciante per il partito laburista aveva creato il vuoto, i movimenti di sinistra che per anni avevano guardato con sdegno il Labour che Blair aveva trasformato in un partito fighetto, approfittarono del momento di panico, un veloce contropiede e il Corbyn candidato premier è storia.

Una “mobilitazione dal basso”, come piace definirla alla stampa che piace, agguerrita e piazzata, ha reso possibile l’ascesa della primula rossa – così i tabloid chiamano Corbyn – e pare proprio che la stessa cosa stia succedendo a Rees-Mogg.

Ma chi è quello che per The Sunday Times è il “Trump inglese, ma con una migliore dimestichezza con il latino”? Classe ’69 e tweed d’ordinanza. Spesso lo si vede a spasso con la bombetta che corona il profilo lungo e longilineo da inglese d’altri tempi. Già perché a vederlo, Jacob Rees-Mogg, sembra davvero una cartolina del secolo scorso. Sei figli, l’ultimo nato appena un mese fa, fervente conservatore in doppio petto, nazionalista dai modi estremamente gentili, anti Ue, fautore della Brexit, anti immigrazione, anti matrimonio omosessuale e che chiede alla May insistentemente una vigorosa riduzione delle imposte.

Come ha scritto il Daily Mash, Jacob Rees-Mogg sembra “catapultato alla Camera dei Comuni direttamente dal 1923 per salvare il partito conservatore”. Prima di candidarsi a parlamentare nel 1997 ha lavorato nella City, studente a Eton e poi a Oxford si è messo a fare campagna elettorale per l'”ala destra” con un accento che a confronto quello della Regina è decisamente cockney (il modo con cui gli inglesi definiscono la parlata fortemente dialettale dei quartieri popolari della capitale).
A sostenere il signor Rees-Mogg è un’energica campagna online, “Moggmentum” l’hanno battezzata, e che a giugno ha anche lanciato la petizione online per spedire Mogg sulla poltrona della May. In decine di migliaia hanno già risposto positivamente pur senza nessuna dichiarazione d’intenti del candidato.

La spiegazione di tale fermento è perlopiù demografica, dicono. Perché i giovani vogliono candidati radicali e come a sinistra hanno scelto il demodé Corbyn, a destra uno speculare che però non indosserebbe mai una maglietta da due euro come la ‘primula rossa’. Ma non ci sono solo i giovani. Anche gli ardenti brexiteers, i sostenitori dell’Ukip e l’ala più a destra dei tories sono attratti dalle sue opinioni conservatrici e dal fatto che abbia condannato la campagna elettorale della May come “troppo manageriale” e “priva di ispirazione”.

Mogg piace perché è la personificazione dei valori britannici tradizionali, e il fatto che sia un po’ eccentrico aiuta. Il solito humour inglese.

L’immagine è sicuramente satirica, d’altronde lo vedono come una versione inglese di Donald Trump. E proprio per questo è già inviso. Il giornalista del Times, Matthew Parris, ex membro del parlamento, ha scritto che Rees-Mogg sarebbe “pura cicuta per il partito conservatore del XXI secolo”. “Le sue maniere sono profumate, ma le sue opinioni sono velenose. È un reazionario insopportabile, inflessibile e inarrestabile. Le sue note su questioni morali, sociali o sessuali sono brutalmente conservatrici”. Evidentemente Parris non digerisce, tra le tante cose, le di lui posizioni contro i matrimoni omosessuali, che egli tanto sostiene, e teme il fatto che possa davvero diventare il nuovo leader dei Tory, anche perché nel suo dirsi “servo del Partito” non ha precluso le possibilità che potrebbero aprirsi in futuro. Forse i Tory stanno per ritrovare l’equilibrio.

Rees-Mogg

Chi è il tory Rees-Mogg, il Trump inglese che punta a scalzare May

"Questa amministrazione è debole e mal governata. Il suo attuale leader dovrebbe essere sostituito più presto, non più tardi". Parola di Ted Malloch, il repubblicano americano, già professore alla Henley Business School dell'University di Reading, in Inghilterra: l'uomo che aveva predetto la fine dell'euro e che Trump sarebbe volato a Bruxelles come rappresentante degli Stati Uniti. "I conservatori inglesi dovrebbero…

libia, Salvini

Salvini, Razzi e la Libia. Le Punture di Cazzola

Nelle prossime ore il Consiglio di sicurezza dell’ONU si riunirà allo scopo di valutare la proposta del segretario generale di nominare un mediatore nella controversia tra Usa e Nord Corea. Per questo incarico tutti gli osservatori fanno con insistenza il nome di Matteo Salvini, in considerazione dei buoni rapporti che il leader della Lega (non più Nord) ha stabilito con…

Chi sono i suprematisti bianchi di Vanguard America?

Sabato 12 agosto un'auto è piombata in mezzo a un gruppo di manifestanti uccidendo una donna di 32 anni e ferendo altre 19 persone a Charlottesville, in Virginia, dove si stava svolgendo una manifestazione di protesta contro un raduno nazionale di estremisti di destra americani organizzato dal nazionalista bianco Jason Kessler con il nome di "Unite The Right". Li chiamano suprematisti…

Bannon, siria, donald trump isis Corea

A Charlottesville il diavolo ha chiesto l’anima dell’America

“Le consiglierei di guardarsi bene allo specchio & ricordarsi che a farla presidente sono stati gli Americani Bianchi non i sinistroidi radicali”. Tra le reazioni alla battaglia di Charlottesville, quella più chiara è utile è probabilmente questo tweet di David Duke, uno dei leader del Ku Klux Klan, che rivendica apertamente il contributo dell’estrema destra alla vittoria dell’immobiliarista newyorkese. L’importanza…

collection

Chi sono gli hacker cinesi e russi che si sono intrufolati nella Farnesina

Per tre anni, dal 2013 al 2016, la rappresentanza italiana a Bruxelles è stata vittima di un furto continuo di dati sensibili per mano di gruppi di hacker russi e cinesi. È quanto riporta Repubblica oggi, che in un pezzo di Floriana Bulfon ricostruisce il bottino depredato all'intelligence italiana: dai dossier sugli interessi italiani in Tripolitania ai negoziati per il…

libia

Cosa fa Haftar a Mosca

Da sabato 12 agosto il generale-politico che controlla la regione orientale della Libia, Khalifa Haftar, è a Mosca. La Russia è uno dei pochissimi stati, insieme all'Egitto e agli Emirati Arabi, che offre protezione diplomatica ad Haftar. Si tratta del terzo meeting del genere nel giro di poco più di un anno, e ogni volta che il Cremlino lo ospita il…

Marco Travaglio (direttore Fatto Quotidiano)

Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio e il processo (giusto ma tardivo) a Laura Boldrini

(Articolo ripreso da www.graffidamato.com) In via di principio - che è molto, sia chiaro, ma non tutto quando si sale in cattedra e si giudica - il direttore de Il Fatto Quotidiano ha ragione da vendere quando attacca pure lui, come la destra o il centrodestra che fu o forse tornerà, la presidente di sinistra della Camera Laura Boldrini. Che non…

propaganda, diele, di maio, salò, morbillo, alatri, radio, insegnanti

Turismo, perché l'Italia non può coccolarsi troppo con i buoni numeri

Il turismo in Italia è in ripresa. Il “Senno di Po” – l’audio-rubrica curata da Ruggero Po per Formiche.net – oggi tratta proprio dei numeri dei turisti di questa estate italiana. L'unica controtendenza registrata è quella della capitale. Mentre le città d'arte hanno visto un'affluenza maggiore di turisti rispetto agli altri anni, tanto da fare entrare anche Milano tra le mete ambite, Roma perde il…

Ecco quanto spende davvero l'Italia per la Difesa

Di Paola Sartori e Giovanni Finarelli Baldassarre

Nonostante i numerosi impulsi esterni che avrebbero dovuto spingere ad accrescere e rendere più efficienti gli investimenti nazionali nel settore della difesa, l’Italia nei prossimi anni continuerà a diminuire la propria spesa in questo campo. Il perdurare di uno stato di insicurezza lungo i confini nazionali, gli impegni presi in ambito Nato per un incremento degli investimenti militari, nonché il…

trump, dollari

Come procede la concorrenza fra gas e rinnovabili nel mondo

La grande industria petrolifera non demorde e cerca la rivincita per uscire dalla tempesta del cheap oil che ormai attanaglia il mercato energetico da quasi quattro anni. Nell'ultimo semestre, l'attività esplorativa dei titani del petrolio non è mai stata così attiva, sono stati scoperti più giacimenti in questo periodo che in tutto il 2016. Secondo un report di Wood Mackenzie,…

×

Iscriviti alla newsletter