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Continua senza sosta la corsa di Iccrea e Cassa centrale ad accaparrarsi le adesioni delle Bcc (Banche di credito cooperativo) alle capogruppo di sistema.

COSA DICE ICCREA

La settimana scorsa da Iccrea è stato sottolineato che con la scelta dell’assemblea di Banca Annia-Banca di Credito Cooperativo di Venezia, Padova e Rovigo di aderire al Gruppo bancario cooperativo targato Iccrea, nel Veneto sono 13 (su 24) le Bcc che hanno dato la preferenza a Iccrea. In regione, le 13 Bcc rappresentano Il 66% (32 miliardi di euro) delle masse gestite, il 60% (1,3 miliardi di euro) del patrimonio e il 69% (420 unità) delle filiali, ha evidenziato Iccrea. In Friuli Venezia Giulia, invece, a fronte delle previsioni attese, le Bcc orientate a favore di Iccrea rappresentano il 45% (6,7 miliardi di euro) delle masse gestite, il 42% (360 milioni di euro) del patrimonio e il 42% (103 unità) degli sportelli.

I NUMERI DI CCB

Da fonti vicine a Cassa centrale, gruppo bancario presieduto da Giorgio Fracalossi (in foto), si mette in evidenza che i numeri delle Bcc che, post fusioni risulteranno aver aderito a Ccb (le assemblee tenute sino ad oggi hanno confermato tutte la scelta dei propri CdA), saranno: 32 trentine, 11 friulane su 15, 8 Emilia Romagna su 16, 4 Bcc in provincia di Brescia (le più grandi) su 7 (tra cui Bcc di Brescia, Banca Territorio Lombardo, Cassa Padana e CRA di Borgo San Giacomo) 8 in Puglia tra cui tutte le più grandi, 6 piemontesi più l’unica Bcc esistente in Valle d’Aosta; 8 della Federazione Lazio Umbria e Sardegna; 6 in Sicilia; 2 in Calabria; 2 dell’Alto Adige (tra l’altro una, Renon, è la più grande della provincia di Bolzano); 11 in Veneto ma con diverse concrete possibilità di ripensamento a favore di Ccb, si dice in ambienti delle Bcc, dopo che Giulio Magagni, presidente di Iccrea, in una recente riunione, proprio in Veneto, avrebbe palesato lo scenario di procedere ad un aumento di capitale a breve termine).
Al momento, dunque, in totale 106 Bcc post fusione aderiranno a Ccb. Ma il numero potrebbe aumentare nelle prossime settimane come anche per Iccrea.

IL NODO DEL PATRIMONIO

Il patrimonio minimo di un miliardo di euro è solo uno dei requisiti richiesti per poter essere autorizzati dall’Organo di vigilanza a svolgere il ruolo di capogruppo di un Gruppo Bancario Cooperativo (GBC). Sia Iccrea che Ccb lo avranno sicuramente al momento della presentazione dell’istanza di autorizzazione a Bankitalia (Ccb ha raggiunto l’obiettivo prima del previsto ed è stato comunicato al Meeting di Milano del 31 marzo scorso) ma con una enorme differenza: Ccb con l’aumento di capitale (già pre-collocato da 106 Bcc con delibere impegnative) raccoglierà oltre 600 milioni di risorse fresche (tutte free capital). Iccrea, con riferimento ai dati 2015, considerato che non è stato ancora approvato di bilancio 2016, si presenta con 12,3% di cet1 ratio ed un free capital dell’1,8%. Mentre Ccb – dati 2016, perché il cda ha approvato il progetto di bilancio in utile presenta un 23,5% di cet1 ratio e free capitale oltre soglia del 10,5%. “Nel gruppo Iccrea – hanno scritto in un’analisi Roberto Ruozi della Bocconi e Rinaldo Sassi dell’università di Parma – alla luce dello stress test sarebbe necessario un aumento di capitale pari a 1,8 miliardi di euro per riportare il Cet1 ratio al 13,5% in 78 banche”.

cassa centrale, Bcc, Fracalossi, Banche

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