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Ci sono due leader mondiali che ancora non hanno parlato al telefono con Donald Trump: il presidente cinese Xi Jinping e Papa Francesco. Entrambi hanno messo in chiaro, sebbene con fare diplomatico, le differenze ideologiche e formali con il presidente americano. Jinping lo ha fatto durante il Forum Economico di Davos, mentre il Pontefice in occasione di un’intervista al quotidiano spagnolo El País lo stesso giorno dell’insediamento di Trump ha detto: “Non mi piace anticiparmi ai fatti. Vedremo cosa farà”, ha detto Papa Francesco.

PAPA FRANCESCO AL SUPER BOWL

In maniera del tutto inedita – ma in linea con la sua politica pop – Papa Francesco ha registrato un messaggio per la trasmissione del Super Bowl. Il video sarebbe stato visto da 189 milioni di spettatori. Lo spot – in spagnolo e sottotitolato in inglese – era chiaramente indirizzato a Donald Trump, secondo alcuni analisti. Cinquanta secondi in un linguaggio semplice e colloquiale, sulla diversità, sull’accoglienza dei fratelli in difficoltà e la necessità di restare uniti, al di sopra degli interessi personali. Dietro Papa Francesco c’era un’immagine della Madonna Scioglie Nodi, la santa delle imprese impossibili. “È possibile costruire una cultura dell’incontro e un mondo di pace”, ha detto il Papa.

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LE POLITICHE DI BERGOGLIO

In materia di politica internazionale, il Santo Padre è favorevole alla protezione dei rifugiati, ha scritto un’Enciclica sul Cambiamento climatico ed è stato sostenitore dell’Accordo nucleare con l’Iran. Tutte iniziative che il nuovo inquilino della Casa Bianca respinge e, in alcuni casi, combatte con i suoi primi provvedimenti.

LA FEDE (PROTESTANTE) DI TRUMP

Un altro elemento che allontana Trump e Papa Francesco è che il magnate americano è dichiaratamente presbiteriano, un’influente corrente del protestantismo vincolata al puritanismo calvinista svizzero e scozzese, un po’ lontano dal gesuita Jorge Bergoglio.

“UMILE, MOLTO UMILE, COME ME”

Quando Bergoglio è stato eletto Papa, a marzo del 2013, pagò di propria tasca l’albergo dove era stato i giorni prima del Conclave. Trump scrisse su Twitter che non era appropriato da parte di un capo di Stato fare un gesto del genere: “Quello è il motivo per cui non sarò mai Papa! Francesco è un uomo umile, molto simile a me. Per quello mi piace!”, ironizzò Trump con altri cinguettii.

IL CULTO DEL POTERE

Da lì, l’antipatia latente tra i due è aumentata. Senza fare riferimenti diretti, il 6 gennaio il Papa dichiarò: “Crescono piccoli idoli, a cui rendiamo culto: il culto del potere, l’apparenza, la superiorità. Idoli che promettono tristezza, schiavitù e paura”.

Al quotidiano El País, Papa Francesco ha detto che “l’esempio tipo di populismo nel senso europeo della parola è il 33 tedesco. Dopo [Paul von] Hindenburg, la crisi del 30, la Germania devastata cerca di alzarsi, cerca la propria identità, cerca un leader, qualcuno che l’aiuti a ritrovare l’identità. E c’è un ragazzino chiamato Adolf Hitler che dice ‘io posso, io posso’. E tutta la Germania vota Hitler. Perché Hitler non rubò il potere, è stato votata dal suo popolo, popolo che dopo ha distrutto. Quello è il pericolo. In un momento di crisi, non funziona il discernimento e per me questo è un riferimento continuo. Cerchiamo un Messia”.

L’ULTIMO SCONTRO

Il punto massimo delle tensioni tra Trump e Papa Francesco è arrivato a febbraio del 2016. Durante il viaggio di ritorno dal Messico, il Pontefice ha risposto a una domanda sul candidato repubblicano che nei comizi elettorali era solito alzare la Bibbia: “Una persona che pensa solo a fare muri, e non ponti, non è un cristiano […] Se consiglio di votarlo o no, preferisco non dire nulla. Dico solo: quel uomo non è cristiano”. Dopo poche ore, Trump ha reagito con un comunicato: “Che il leader religioso metta in dubbio la fede di una persona è vergognoso. Il Papa pregherebbe perché ci fossi io alla presidenza degli Stati Uniti se il Vaticano fosse attaccato dallo Stato Islamico”. Da allora si sono ignorati a vicenda.

POPULISMO EUROPEO

Papa Francesco pensa che il trionfo di Trump non sia un caso isolato ed è preoccupato per l’apparizione di nuovi fenomeni populisti in Europa. Secondo alcune fonti vaticane, Papa Francesco farà in modo di rimandare il più possibile la telefonata con Trump.

COSA SCRIVEVA BREITBART

Altre critiche contro Papa Francesco sono arrivate dal sito web di Breitbart News, in passato diretto Stephen Bannon, attuale stratega e consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca. A settembre del 2015, il sito aveva accusato Papa Francesco di fomentare idee sull’immigrazione “da uno Stato che vive letteralmente circondato da muri”. A dicembre del 2014, aveva titolato un articolo: “La fastidiosa manipolazione del Papa su Cuba”.

COSA DICE LA CHIESA AMERICANA

La Chiesa americana si è avvicinata molto al Pontefice dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. Il vescovo di San Diego (California), Robert McElroy, ha detto che la situazione degli Stati Uniti è “vergognosa”, mentre il cardinale Daniel Di Nardo, presidente della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Usa, l’arcivescovo José Gómez, il vicepresidente della diocesi di Austin, Joe Vasquez e il vicepresidente della diocesi di Washington, Donald Wuerl, si sono pronunciati a favore dei rifugiati e dell’unione tra tutte le religioni.

Cosa succederà tra il leader della Chiesa Cattolica e il presidente americano? Non resta che aspettare la prima telefonata o il primo incontro tra Trump e Papa Francesco, che prima o poi arriverà.

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