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Il caravanserraglio dei rottamatori della Costituzione del 1948, gli ‘’illuminati’’ che difendevano la legge Boschi perché – nonostante i gravi difetti ammessi e riconosciuti – “andava nella direzione giusta’’ (come se la Carta fondamentale della Repubblica potesse essere venduta un tanto al kg) oggi caricano la responsabilità della sonora ed inequivocabile sconfitta sulle spalle di Matteo Renzi, diventato “antipatico’’ agli italiani. Per mesi ci hanno ripetuto che il 4 dicembre non si votava sul governo e neppure sull’Italicum, ma sulla Costituzione (contro)riformata. Perché allora non ammettere che l’ampia affluenza ai seggi e il successo del No altro non manifestano se non un fermo proposito degli italiani di tenersi la Costituzione dei loro padri e un sano rifiuto di mettere in discussione assetti ed istituzioni che hanno difeso la nostra democrazia?

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Forse sarà la prima volta che gli capita ma Luca Lotti (detto ‘’belli capelli’’) non ha twittato una stupidaggine quando ha sottolineato che Matteo Renzi può ancora contare su di un 40% dell’elettorato (la congrega centrista gli ha portato in dote solo qualche frattaglia). In sostanza, il suo è ancora il ‘’polo’’ più forte. Gli altri non sono in grado di capitalizzare il loro 60%. La percentuale del 40% è, poi, il numero magico dell’Italicum. Inoltre – diciamoci la verità – una volta messa in sicurezza la Costituzione (bocciando la legge Boschi gli elettori hanno salvato Renzi anche da se stesso), tanti che hanno votato No domenica scorsa non sono così sprovveduti da non capire che – pur con tutti i suoi difetti – il giovane caudillo è meglio di Beppe Grillo e di Matteo Salvini.

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Non si cambiano le Costituzioni seguendo le mode. La riforma del 2006, portata aventi dal governo Berlusconi e bocciata nel referendum confermativo, era “malata di federalismo’’, la grande illusione di quegli anni che ha attraversato tutti i partiti, tanto che la sola riforma federalista – quella del Titolo V – la attuò una maggioranza di centro-sinistra. La legge Boschi era invece inquinata dal veleno dell’antipolitica come si è visto anche nella campagna elettorale del Pd. Non sarà che l’opinione pubblica (a cui non è mai fregato nulla del federalismo e della devolution) sta guarendo anche da questo pernicioso virus?

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L’Ufficio parlamentare del bilancio (Upb) ha messo in guardia in un recente dossier contro le forzature che si stanno facendo, nella legge di bilancio, in materia di pensioni. In particolare l’Upb evidenzia che, con l’ottava salvaguardia per gli esodati, sono cambiate la logica e la finalità del provvedimento. “Al di là dei dettagli di funzionamento, emerge una considerazione di carattere generale”, ricordano dall’Upb. “Sinora le deroghe alla riforma “Fornero” sono state tutte veicolate da salvaguardie a frequenza annuale o infra-annuale, rivolte esclusivamente al passato, cioè a gruppi di lavoratori che, diversi per quanto riguarda altri requisiti, nel 2011 condividevano tutti una sufficiente prossimità al pensionamento. Di salvaguardia in salvaguardia questo requisito comune si è dilatato, e l’ottava salvaguardia è giunta a includere coloro che, con le vecchie regole, avrebbero visto decorrere la pensione entro 7 anni dall’entrata in vigore della riforma “Fornero” (6 gennaio 2019)’’.

Perché (da anti Renzi) non mi convince l'accanimento post referendum contro Matteo Renzi

Il caravanserraglio dei rottamatori della Costituzione del 1948, gli ‘’illuminati’’ che difendevano la legge Boschi perché – nonostante i gravi difetti ammessi e riconosciuti – "andava nella direzione giusta’’ (come se la Carta fondamentale della Repubblica potesse essere venduta un tanto al kg) oggi caricano la responsabilità della sonora ed inequivocabile sconfitta sulle spalle di Matteo Renzi, diventato "antipatico’’ agli…

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